Vi è mai capitato di sentire nella testa la stessa melodia ascoltata in radio o in tv che continua a ripetersi più e più volte? Il termine earworm (ita. tarlo nell’orecchio) si riferisce proprio alle musiche orecchiabili che scorrono ripetutamente nella mente di una persona (Reuman, Buchholz & Abramowitz, 2020).
Tali esperienze sono state documentate per oltre un secolo (Ebbinghaus, 1885; Kraepelin, 1915), e sono state definite anche come ‘ripetizione di immagini musicali’, ‘musica appiccicosa’, ‘sindrome della canzone bloccata’ o fenomeno delle Immagini Musicali Intrusive (Intrusive Musical Imagery, IMI), (Levitin, 2006; Sacks, 2007). Nel 2007, il medico e scrittore britannico Oliver Sacks notò che gli earworms possono durare per ore o giorni prima di dissolversi. Sacks ha sottolineato che i tarli dell’orecchio possono presentare parole (p. es., una pubblicità) oppure no (p. es., la Quinta sinfonia di Beethoven), e che le persone che lo sperimentano possono sentirsi ‘intrappolate’ nella canzone al punto che questa potrebbe perdere il suo significato, nonché interferire con attività quotidiane e sonno (Sacks, 2007).
Per quanto riguarda la prevalenza, i sondaggi indicano che più dell’85% delle persone sperimenta l’IMI almeno settimanalmente (Bailes, 2007; Liikkanen, 2012). La frequenza di questa esperienza è positivamente associata alla quantità di coinvolgimento musicale (p. es. regolarità dell’ascolto di musica) e all’importanza percepita della musica (Beaman & Williams, 2010; Liikkanen, 2012). Sacks ha paragonato il ‘processo coercitivo’ patologico a un tic, e ha tracciato parallelismi con autismo, sindrome di Tourette e disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), osservando che gli individui coinvolti nell’IMI possono essere agganciati da suoni automatici e ripetitivi che li portano a ripetere involontariamente le melodie nella mente. Sacks ha ipotizzato che l’earworm sia un fenomeno moderno, poiché le nuove tecnologie, come lettori musicali portatili e cuffie, hanno reso la musica prontamente disponibile, e ciò è confermato dagli studi di Beaman e Williams (Sacks, 2007; Beaman & Williams, 2010).
La letteratura empirica sugli earworms è scarsa; tuttavia, alcuni ricercatori hanno concettualizzato il fenomeno come un’intrusione indesiderata che rientra nel contesto del disturbo ossessivo-compulsivo.
Ad oggi, il modello cognitivo-comportamentale è l’approccio concettuale più supportato empiricamente per comprendere il DOC (Salkovskis, 1999). Secondo questa prospettiva, le ossessioni derivano da cognizioni disfunzionali e disadattive che si ritiene conducano a interpretazioni errate di pensieri intrusivi ricorrenti come altamente preoccupanti (ad esempio, ‘Durerà per sempre’, ‘Non riesco a farcela con questa canzone nella mia testa’). Tre dei domini delle convinzioni ossessive includono:
- la tendenza a sovrastimare la minaccia e la responsabilità;
- la tendenza a credere che i propri pensieri siano significativi e necessitino di essere controllati;
- il bisogno di certezza e perfezione (Reuman, 2020).
Reuman e colleghi hanno pertanto selezionato 240 partecipanti i quali hanno completato un sondaggio online sull’esperienza delle ossessioni musicali e dei relativi costrutti teorici di interesse (Reuman, 2020). Coerentemente con le ricerche precedenti, quasi tutti i partecipanti hanno riferito di aver sperimentato un earworm nell’ultimo mese, e più di un quinto dei partecipanti ha riferito di aver sperimentato questo fenomeno più di una volta al giorno. L’angoscia e le interferenze associate all’earworm erano in media da lievi a moderate e, sebbene la durata di questa esperienza fosse in media di 10-30 minuti, diversi partecipanti hanno riferito una durata di più di 3 ore. La maggior parte dei partecipanti al presente studio ha riportato tentativi di controllare il proprio earworm. Coerentemente con i risultati di Beaman e Williams, le tecniche di distrazione, come parlare con un amico o ascoltare un’altra canzone, erano gli interventi più comuni per porre fine alla ‘canzone bloccata’. Le evidenze ottenute hanno rivelato che l’evitamento esperienziale (p.es. ‘Voglio smettere di pensare a questa melodia’) è un predittore dell’angoscia e dell’interferenza con le attività quotidiane (Reuman, 2020). I risultati suggeriscono quindi che l’angoscia e l’interferenza con la quotidianità dovute agli earworms possono essere correlati ai tentativi di sopprimerli.