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Covid-19 e sessualità: gli effetti della quarantena sulla vita sessuale degli italiani

Alcuni autori si sono proposti di valutare come fosse cambiato il comportamento sessuale dei single e delle coppie durante la pandemia di Covid-19.

Di Dominique De Filippis

Pubblicato il 12 Gen. 2021

A partire dal marzo 2020, il Covid-19 ha iniziato a diffondersi rapidamente in tutto il mondo, determinando alti tassi di mortalità. In Italia, così come in altri paesi, è stato prescritto l’obbligo di quarantena; gli italiani, pertanto, sono stati confinati nelle loro case e la quotidianità è drasticamente mutata.

 

Le coppie sono state costrette a condividere integralmente le loro giornate, le lezioni scolastiche sono state sostituite dall’e-learning e le abitazioni sono state improvvisamente ripopolate dai bambini e, di conseguenza, le famiglie hanno avuto la possibilità di creare una nuova condivisione di tempo e spazio.

In questo contesto, alcuni autori hanno ipotizzato che i rapporti, in particolar modo quelli sessuali, avrebbero potuto subire delle ripercussioni. Di fatti, le manifestazioni di ansia e/o di panico e i cambiamenti del tono dell’umore possono influenzare la diminuzione del desiderio sessuale (Cranston-Cuebas & Barlow, 1990). La letteratura mostra, a tal proposito, come i pazienti con disturbi d’ansia presentano tassi di disfunzione sessuale più alti rispetto ai controlli (Ware, Emmanuel, Johnosn, 1996). Inoltre, è necessario considerare anche le risonanze date dalla incombente crisi economica. Infatti, la stragrande maggioranza dei lavoratori autonomi ha subito una perdita completa dei profitti, mentre, la maggior parte dei dipendenti, è incorsa in una riduzione del loro stipendio fino al 30%. È stato dimostrato che le preoccupazioni per le ripercussioni economiche risultino essere fattori inibitori del desiderio sessuale (Carcedo, Fernàndez-Ruoco, Fernàndez-Fuertes & Martìnez-Alvarez, 2020).

Allo stesso tempo, però, situazioni travolgenti potrebbero anche determinare comportamenti inaspettati (Lykins, Janssen & Graham, 2006): l’ansia potrebbe facilitare l’eccitazione negli individui sessualmente attivi (Ware, Emmanuel, Johnosn, 1996), mentre, la possibilità di condividere una maggiore quantità di tempo con un partner, senza lo stress della vita quotidiana, potrebbe migliorare la qualità dell’intimità delle coppie.

È sulla base di queste considerazioni che alcuni autori si sono proposti di valutare come fosse cambiato il comportamento sessuale dei single e delle coppie, durante la quarantena.

Allo studio hanno preso parte 1576 partecipanti, di cui il 64,6% costituito da donne e il 35,4 % da uomini. La maggioranza del campione apparteneva alla fascia di età compresa tra i 31 e i 46 anni.

L’indagine ha previsto la creazione di un sondaggio online, costituito da 15 item.

Ai partecipanti è stato richiesto di indicare il numero di minori presenti in famiglia, inoltre, si è tenuto conto della situazione socioeconomica, inclusa la differenza dei profitti mensili rispetto all’inizio della pandemia. È stato valutato il tono dell’umore dei soggetti, nel periodo antecedente e durante il lockdown. Per quanto attiene ai domini inerenti la sfera sessuale, è stato inizialmente chiesto ai partecipanti se stessero trascorrendo la quarantena in compagnia dei propri partner. In caso di risposta affermativa, è stato richiesto di specificare lo stato della relazione (stabile o instabile), il tempo trascorso insieme al proprio compagno/a e il numero medio di rapporti sessuali (SI) settimanali, prima e durante la quarantena. Inoltre, a coloro i quali avevano segnalato una riduzione dei rapporti, è stato chiesto di indicare le possibili cause. Ulteriormente, è stata valutata la riduzione del desiderio e sono stati analizzati i comportamenti sessuali individuali. Nello specifico, è stato chiesto ai partecipanti di indicare la frequenza dell’autoerotismo durante la quarantena e le cause della sua possibile diminuzione.

Durante i primi giorni della pandemia, si era ipotizzato che l’obbligo di restare a casa avrebbe fornito la possibilità alle coppie di riscoprire la loro intimità. Coerentemente con quanto ipotizzato, nello studio preso in esame, all’aumentare del numero di ore trascorse a casa con il partner, si è assistito ad un aumento significativo del numero di rapporti sessuali. Teoricamente, l’allontanamento fisico, l’isolamento sociale e l’incapacità di incontrare parenti ed amici, potrebbero aver avuto un’influenza portando i partner ad avvicinarsi l’un l’altro (Micelli et al., 2020).

In alcuni gruppi di lavoratori, la possibilità di praticare lo “smart-working”, insieme alla conseguente diminuzione dello stress lavoro-correlato, hanno anche migliorato la qualità del tempo che le coppie potevano condividere. Tuttavia, la maggior parte dei partecipanti ha riportato livelli di preoccupazione più elevati rispetto all’inizio della quarantena e la diminuzione dei livelli di benessere era significativamente correlata ad una riduzione dei rapporti sessuali. Sebbene la maggior parte dei partecipanti abbia specificato che il desiderio sessuale sia rimasto invariato, o addirittura aumentato, rispetto all’inizio della quarantena, la maggioranza ha riportato un impatto negativo sul numero di SI settimanali. La mancanza di privacy e la diminuzione degli stimoli psicologici sono emerse come le cause principali. In primo luogo, la copresenza di bambini e genitori per molte ore nella stessa casa potrebbe giocare un ruolo importante nel compromettere l’intimità. Infatti, nello studio, all’aumentare del numero di bambini, il numero di SI diminuisce. Inoltre, le preoccupazioni per la pandemia, la paura di essere infettati o di contribuire alla diffusione del virus, le incertezze economiche hanno rappresentato dei limiti, impedendo che il desiderio sessuale si trasformasse in rapporto. Inoltre, una maggiore tendenza a trascurare l’aspetto fisico (come indossare il pigiama tutto il giorno) potrebbe comportare una diminuzione dell’interesse sessuale verso il partner. Confrontando la riduzione del desiderio sessuale tra i sessi, gli uomini hanno mostrato una riduzione significativamente maggiore. Ma, allo stesso tempo, si è evinto che la maggior parte della popolazione si masturba come al solito o anche più frequentemente di prima. Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che l’autoerotismo potrebbe essere meno emotivamente coinvolgente rispetto ai rapporti sessuali.

Concludendo, potenzialmente, l’avere più tempo a disposizione potrebbe portare le coppie a riconnettersi a livello intimo e a migliorare la loro sessualità. Tuttavia, la maggior parte dei partecipanti ha sperimentato un numero ridotto di rapporti a settimana, a causa della riduzione della privacy e alla mancanza di stimoli psicologici, durante la quarantena. In futuro, sarà interessante valutare se i cambiamenti nella sessualità delle coppie saranno temporanei o se le conseguenze sui comportamenti sessuali modificheranno in modo permanente i rapporti.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Carcedo, R. J., Fernández-Rouco, N., Fernández-Fuertes, A. A., & Martínez-Álvarez, J. L. (2020). Association between sexual satisfaction and depression and anxiety in adolescents and young adults. International journal of environmental research and public health, 17(3), 841.
  • Cito, G., Micelli, E., Cocci, A., Polloni, G., Russo, G. I., Coccia, M. E., Simoncini, T., Carini, M., Minervini, A. & Natali, A. (2020). The impact of the COVID-19 quarantine on sexual life in Italy. Urology.
  • Cranston-Cuebas, M. A., & Barlow, D. H. (1990). Cognitive and affective contributions to sexual functioning. Annual review of sex research, 1(1), 119-161.
  • Lykins, A. D., Janssen, E., & Graham, C. A. (2006). The relationship between negative mood and sexuality in heterosexual college women and men. Journal of Sex Research, 43(2), 136-143.
  • Micelli, E., Cito, G., Cocci, A., Polloni, G., Russo, G. I., Minervini, A., Carini, M. Natali, A. & Coccia, M. E. (2020). Desire for parenthood at the time of COVID-19 pandemic: an insight into the Italian situation. Journal of Psychosomatic Obstetrics & Gynecology, 1-8.
  • Ware, M. R., Emmanuel, N. P., Johnson, M. R., BrawmanMintzer, O., Knapp, R., CrawfordHarrison, M., & Lydiard, R. B. (1996, January). Self-reported sexual dysfunctions in anxiety disorder patients. In Psychopharmacology Bulletin (Vol. 32, No. 3, pp. 530-530).
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