L’evento organizzato dal CIP Modena ha approfondito il tema del delicato passaggio dall’adolescenza all’età adulta soffermandosi sulla difficile gestione delle emozioni.
Con il termine adolescenza si intende la fase dello sviluppo che inizia verso i 14 anni e di cui non si riesce a stabilire una fine certa poiché il passaggio all’età adulta può variare notevolmente da un punto di vista temporale.
Il periodo che precede l’adolescenza, invece, viene definito preadolescenza e riguarda la fascia d’età che va dagli 11 ai 13 anni. L’adolescenza è caratterizzata da immaturità e consiste in un periodo di grandi cambiamenti, sia ormonali sia emotivi, che rendono l’adolescente allo stesso tempo vittima ed eroe di tali sconvolgimenti.
Questa fase di sviluppo si suddivide in 3 stadi: la prima adolescenza ha inizio uno o due anni dopo la pubertà ed è caratterizzata da un’imprevedibilità emozionale (scatti d’ira, aggressività, emozioni violente) che si può manifestare solamente all’interno del contesto familiare o estendersi anche all’esterno; durante l’adolescenza media (15-16 anni) si acquisisce il controllo delle emozioni, si sviluppa uno stile di pensiero più raffinato e si assiste a una completa dedizione al gruppo d’appartenenza, con la conseguente messa in secondo piano dei genitori; infine, nella tarda adolescenza (18-20 anni) si forma l’identità (motivo per il quale è possibile diagnosticare disturbi della personalità a partire dai 18 anni) e il ragazzo si trova a dover affrontare scelte professionali importanti.
Durante l’incontro organizzato dal CIP Modena, la Dott.ssa Giannotti ha analizzato più nel dettaglio questi stadi e, ponendoli a confronto, è possibile notare che nella prima adolescenza i cambiamenti corporei sono sconvolgenti e lo sviluppo sessuale è molto rapido mentre nelle fasi successive l’accrescimento corporeo rallenta e si consolidano le esperienze sessuali. Tuttavia è importante segnalare che attraverso il corpo passa la sensazione di sentirsi accettato dai pari e che in questo periodo si assiste a una crisi dell’identità sessuale in cui ci si interroga sul proprio orientamento. Inoltre, durante la prima adolescenza il ragazzo si trova in una situazione di ambivalenza in cui vorrebbe distaccarsi e chiedere maggiore indipendenza dai genitori ma allo stesso tempo ha bisogno di una dipendenza affettiva; nella media adolescenza la necessità di libertà prevale mentre in tarda adolescenza riemergono le competenze che i genitori hanno insegnato loro e i ragazzi diventano autosufficienti.
Per quanto riguarda la relazione con i coetanei, si osserva il bisogno di sentirsi parte di un gruppo, che viene raggiunto imitando gli altri e che causa preoccupazione nei genitori. Nelle prime fasi il ragazzo tenta di assumere ruoli differenti, spesso inadatti e contraddittori, mentre in tarda adolescenza si forma e consolida un’identità sicura. Relativamente all’autocontrollo emozionale, durante la prima adolescenza viene questo visto come una limitazione, per cui il ragazzo sperimenta l’espressione delle sue emozioni (ad esempio con esplosioni di rabbia o risate molto marcate); nella media adolescenza, invece, l’autocontrollo viene riconosciuto come importante, ma risulta difficile da applicare poiché le emozioni sono percepite come molto intense, finché non si arriva alla tarda adolescenza, momento in cui viene raggiunto tale autocontrollo.
In sintesi, l’adolescenza è la fase evolutiva più delicata dell’arco della vita, finalizzata alla conquista dell’autonomia e dell’indipendenza attraverso il superamento di compiti evolutivi fase-specifici: in particolare, la costruzione di una propria identità separata da quella dei genitori e dei pari, l’inserimento in un gruppo di coetanei, la costruzione di un proprio ruolo sessuale, lo sviluppo di un’identità sociale e l’avvio di relazioni sentimentali stabili. Tenendo in considerazione che la trasgressione fa parte del compito di autonomia dell’adolescente e, conseguentemente, che il conflitto è indispensabile, è importante sottolineare come lo stile genitoriale e l’attaccamento determinano percorsi di sviluppo diversi. Infatti, uno stile educativo democratico e autorevole favorisce l’indipendenza tramite la contrattazione di regole con il figlio, mentre uno stile autoritario e autocratico in cui le regole sono imposte dal genitore produce risentimento e poca abilità di autonomia nel figlio. Dal lato opposto uno stile egualitario e permissivo in cui non vengono definite regole causa incertezza sui ruoli ed evitamento delle responsabilità da parte del figlio.
DALL’ADOLESCENZA ALL’ETA’ ADULTA:
LA DIFFICILE GESTIONE DELLE EMOZIONI
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