Intervista a Sheri Turrell, famosa psicologa di Toronto e trainer riconosciuto di Acceptance and Commitment Therapy (ACT), che lavora principalmente con gli adolescenti e le loro famiglie in setting individuali e di gruppo.
La competente e simpatica Sheri Turrell, ha accettato di fare con me una video intervista con riferimento al lavoro con i giovani mediante i principi dell’ACT. Sheri Turrell è una famosa psicologa di Toronto (Canada), trainer riconosciuto di Acceptance and Commitment Therapy (ACT), lavora principalmente con gli adolescenti e le loro famiglie in setting individuali e di gruppo, è impegnata in attività di ricerca e formazione e autrice insieme a Mary Bell nel 2016 del manuale ACT per adolescenti. Trattare teenager e adolescenti in terapia individuale e di gruppo (titolo originale: ACT for Adolescents. Treating Teens and Adolescents in Individual and Group Therapy), tradotto in Italia nel 2019 da Emanuele Rossi ed edito dalla casa editrice Giovanni Fioriti Editori
Per rendere più dinamica questa intervista, ho pensato di mostrare a Sheri delle immagini ed oggetti, lasciando a lei la scelta e l’ordine da dare alla sua argomentazione.
Tra gli oggetti da me selezionati: il foglio rappresentante l’Exaflex, la Matrice (MATRIX), un cartoncino riportante l’acronimo STOP (lingua originale D.O.T.S), un simpatico cartoncino rappresentante un lama (richiamante l’acronimo LLAMA) ed alcuni oggetti come una corda, una trappola per dita cinese ed un riccio in gomma.
La scelta non è stata casuale, infatti l’esagono che all’interno dell’ACT prende il nome di Exaflex, rappresenta i sei cardini del processo per sviluppare una flessibilità psicologica, quali contatto con il momento presente; individuare i valori; azione impegnata verso ciò che conta per noi; sé come contesto che ci ricorda che, anche se i pensieri fanno parte di noi, noi non siamo i nostri pensieri; defusione e accettazione.
Figura 1 – Exaflex
Abbiamo visto e approfondito insieme a Sheri la Matrice, strumento molto utilizzato che consente di rappresentare graficamente su una griglia a quattro quadranti e ponendo noi al centro, ciò che conta per noi o chi vorremmo essere (in basso a destra), cosa potremmo fare per avvicinarci a chi o cosa conta per noi (in alto a destra), quali sono i pensieri e le emozioni che ci allontanano da ciò che conta per noi (in basso a sinistra) e quali sono le strategie di evitamento che mettiamo in atto e che magari possono funzionare a breve termine, per allontanarci da emozioni o pensieri dolorosi (in alto a sinistra).
Figura 2 – La Matrice (MATRIX)
La compilazione di quest’ultimo quadrante (in alto a sinistra), introduce l’acronimo *STOP corrispondente a:
- S: sabotarsi, auto lesionarsi (self-harm);
- T: tranquillizzarsi, distrarsi (distraction);
- O: optare per la fuga (opting out);
- P: perdersi il presente, viaggiare nel tempo (time travel).
Figura 3 – Il cartoncino riportante l’acronimo STOP (lingua originale D.O.T.S)
La traduzione tra parentesi fa riferimento alla lingua originale adattata per la traduzione italiana dei lavori di Russ Harris (2009), ma l’acronimo in lingua originale sarebbe DOTS (Distraction; Opting out; Thinking strategies; Substances e other Strategies).
Gli STOP sarebbero un modo intuitivo utilizzato soprattutto con gli adolescenti per renderli consapevoli, ci spiegherà Sheri, di cosa stanno attualmente facendo per fuggire da pensieri, sensazioni, emozioni che non vogliono e se tali strategie funzionino a lungo termine.
Un altro protagonista della nostra intervista è stato il LLAMA.
Figura 4 – Il cartoncino rappresentante un lama (richiamante l’acronimo LLAMA)
Con tale acronimo entriamo nel vivo del lavoro terapeutico ispirato all’ACT. L’acronimo infatti corrisponderebbe a:
- L: l’etichettare (labeling);
- L: lasciare andare (letting go);
- A: autorizzare, accettare ciò che si presenta (allow);
- M: mindfulness
- A: approcciare chi/cosa è importante per noi ed agire (approaching what matters).
Abbiamo inoltre, visto insieme dei comuni oggetti che possono essere utilizzati in seduta con i ragazzi sia in setting individuale che di gruppo, come una fune, bolle di sapone, trappola per dita, un riccio, dei palloncini.
Figura 5 – Alcuni oggetti come una corda, una trappola per dita cinese ed un riccio in gomma
Sarà Sheri a scegliere alcuni dei materiali sopra citati e descritti e raccontarci come da lei vengono utilizzati in seduta.
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