Berrett e i suoi colleghi hanno identificato due potenziali profili di personalità nostalgici: il ruminatore nevrotico e l’individuo i cui pensieri sul passato sono motivati dalla curiosità e dalla meraviglia (riflessione).
La nostalgia è un’esperienza frequente in tutte le culture, sia fra i giovani che gli anziani (Wildschut, Sedikides, Arndt, & Routledge, 2006). È un’esperienza tipicamente agrodolce (Barrett et al., 2010), che comporta sia un senso di perdita per il passato, sia la felicità nel ricordare momenti positivi (Hepper, Ritchie, Sedikides, & Wildschut, 2012). Essa può essere scatenata da sentimenti di solitudine, da uno stato d’animo negativo e da una minaccia (Juhl, Routledge, Arndt, Sedikides, & Wildschut, 2010), suggerendo che si tratta di una risorsa a cui si accede come tampone psicologico nei momenti di disagio. In effetti, la nostalgia risulta essere positivamente correlata a strategie di adattamento, come la ricerca di un sostegno emotivo e il ricorso alla religione (Batcho, 2013). Tuttavia, occorre distinguere tra l’uso della nostalgia come una strategia di coping adattiva e i suoi effetti nelle persone con ridotte capacità di regolazione delle emozioni.
Berrett et al. (2010) hanno identificato due potenziali profili di personalità nostalgici: il ruminatore nevrotico e l’individuo i cui pensieri sul passato sono motivati dalla curiosità e dalla meraviglia (riflessione). Per ruminazione si intende una involontaria attenzione ai pensieri negativi (Joorman, 2005), essa è fortemente predittiva della depressione e comporta una minore motivazione a svolgere attività che migliorano l’umore (Forbes & Dahl, 2005). Al contrario, la riflessione corrisponde ad una forma di autoanalisi fortemente adattiva e psicologicamente sana. L’obiettivo degli studi qui riportati è quello di contribuire alla comprensione dei benefici psicologici (o meno) della nostalgia, testando il rapporto tra essa e gli stili di coping come la ruminazione e la riflessione.
Nostalgia, ruminazione e depressione: studio 1
Il presente studio si è proposto di indagare se esiste una relazione tra nostalgia e ruminazione, e se la relazione tra nostalgia e depressione è mediata dalla ruminazione. Il campione considerato è composto da 213 studenti universitari Australiani. La nostalgia è stata misurata utilizzando la Southampton Nostalgia Scale (SNS, Routledge, Arndt, Sedikides, & Wildschut, 2008) e la Batcho’s Nostalgia Inventory BNI (1995). La scala SNS chiede ai partecipanti di rispondere a cinque domande relative alla frequenza con cui provano nostalgia, mentre il questionario BNI è composto da 9 item volti ad esplorare in che misura i soggetti sentano la mancanza delle cose relative al passato. La ruminazione è stata misurata attraverso la Rumination-Reflection Questionnaire (RRQ; Trapnell & Campbell, 1999), una scala a 24 item. Infine, la depressione è stata valutata per mezzo della Beck Depression Inventory (BDI, Beck, Ward, Mendelson, Mock, & Erbaugh, 1961). I risultati hanno rivelato una correlazione significativa tra la ruminazione, la nostalgia e la depressione: nello specifico è emerso che tra la “mancanza” del passato (BNI) e la depressione vi è una correlazione più stretta rispetto a quella più esistente tra la depressione e la frequenza delle esperienze nostalgiche (SNS). Infine, i risultati segnalano il ruolo di mediazione della ruminazione tra la nostalgia e la depressione, agendo con un effetto indiretto.
Nostalgia e stili di coping: studio 2
I risultati dello studio precedente suggerivano che la ruminazione è coinvolta nel rapporto tra nostalgia e depressione. Data la loro relazione, è possibile che siano coinvolti anche altri stili di coping disadattivi, come ad esempio l’evitamento, la fuga e la negazione, e stili adattivi, ovvero di risoluzione dei problemi, ricerca di sostegno sociale o l’utilizzo dell’umorismo (Thompson et al., 2010). Pertanto il presente studio aveva l’obiettivo di esplorare se la nostalgia del passato correla con ulteriori stili di coping adattivi e disadattivi. I partecipanti (N=715) hanno completato il BNI, che esplorava la nostalgia intesa come mancanza del passato, e la Coping Orientations to Problems Experienced scale (COPE; Carver et al., 1989), che misurava le strategie di coping positive e negative. I risultati hanno rivelato l’esistenza di una correlazione positiva tra la nostalgia per il passato e gli stili disadattivi, come la ruminazione, il diniego e il disimpegno comportamentale, e una correlazione negativa con uno stile di coping proattivo adattivo. Questi risultati dimostrano che gli individui nostalgici sono più propensi ad adottare strategie maladattive di fuga dalla realtà, a scapito di un atteggiamento più attivo nei confronti della risoluzione di problemi.
In conclusione, questi risultati dimostrano che il rapporto tra la propensione alla nostalgia e la depressione è in parte mediato dalla ruminazione. Le analisi effettuate non confermano un rapporto di causalità, ma aprono alla possibilità che le persone con tendenze ruminative tendano a concentrarsi maggiormente sui ricordi negativi del passato, a vedere il passato sotto una luce più negativa, o a confrontare il passato in modo più sfavorevole con il presente, pensando a modelli che potrebbero plausibilmente esacerbare uno stato d’animo depresso.