Negli ultimi anni Instagram (Ig) è diventato un social network molto utilizzato, contando oltre 1 miliardo di utenti attivi (Salvati, 2020).
Sebbene ci siano prove significative che dimostrano che l’utilizzo di questo social abbia un impatto negativo sulla soddisfazione del corpo tra le donne (Kleemans et al., 2018; Tiggeman & Barbato, 2018), pochissime ricerche hanno studiato gli effetti del suo uso sul benessere soggettivo. L’unico studio sperimentale in questo campo ha dimostrato che gli effetti di Instagram sul benessere dipendono in gran parte dalle tendenze al confronto sociale (de Vries et al., 2018). Questo processo, infatti, si pone come variabile moderatrice nella relazione tra l’esposizione ai post e il benessere percepito (Tiggemann & McGill’s, 2004). Poiché i social network si basano su una presentazione positiva di sé, ciascun utente è continuamente sovraesposto a caratteristiche e qualità positive di altri utenti, il che potrebbe evocare sentimenti di invidia. Inoltre, Ig consente agli utenti di modificare le proprie fotografie per renderle più accattivanti, con possibilità di cambiare tonalità, luminosità e saturazione tramite la scelta di filtri: ciò può contribuire all’accrescimento della cultura del perfezionismo (Lup et al., 2015). Questo implica che gli utenti non solo hanno maggiori probabilità di promuovere un sé ideale, ma hanno anche più probabilità di essere esposti al sé ideale degli altri, aumentando così la tendenza a confronti sociali verso l’altro (Festinger, 1954), che quindi inducono affetti negativi. È stato scoperto che le donne usano i social network più degli uomini (Muscanell & Guadagno, 2012) e che sono più attive rispetto ad essi in termini di frequenza di caricamento di foto (Ferenczi et al., 2017), perciò quando si studia l’associazione tra uso di Ig e benessere il genere deve essere preso in considerazione.
Nel 2019, Fioravanti e colleghi hanno realizzato uno studio il cui obiettivo era indagare se un’astensione di una settimana da Ig influisse sul benessere soggettivo di giovani donne e uomini, ipotizzando che prendersi una pausa dal social avrebbe potuto avere un effetto positivo sul benessere, che questo effetto avrebbe potuto essere moderato da tendenze di confronto sociale, e che probabilmente l’effetto sarebbe stato più forte nelle donne (Fioravanti et al., 2019). Gli 80 partecipanti, reclutati tramite pubblicità sui social network, sono stati selezionati sulla base di alcuni criteri di inclusione: avere almeno 18 anni e possedere un account Ig da almeno 1 anno, periodo in cui ne era stato fatto un utilizzo quotidiano. I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale al gruppo sperimentale e di controllo, ciascuno dei due composto di 20 femmine e 20 maschi: il gruppo sperimentale si sarebbe astenuto dall’utilizzare il social per una settimana, mentre il gruppo di controllo avrebbe continuato ad accedervi come di consueto. Per ridurre al minimo la tentazione di visitare il social, ai membri del gruppo sperimentale è stato chiesto di eliminarne l’applicazione sui dispositivi in loro possesso.
Prima della sperimentazione è stato svolto un test preliminare, lo State Appearance Comparison Scale (Tiggemann & MCGill, 2004), per valutare la frequenza con cui gli utenti si impegnavano nell’elaborazione dell’aspetto e nel fare confronti con altri utenti del social. Per indagare il benessere soggettivo è stata utilizzata la versione italiana della Satisfaction with Life Scale (SWLS, Di Fabio & Gori, 2016), scala di autovalutazione che misura la soddisfazione globale della vita, mentre per valutare l’esperienza affettiva piacevole o avversiva derivata dall’astensione dal social è stata utilizzata la versione italiana del Positive and Negative Affect Schedule (PANAS, Terracciano et al., 2003). Entrambi i questionari sono stati sottoposti all’inizio e alla fine della sperimentazione.
Questa ricerca ha mostrato che prendersi una breve pausa dall’uso di Ig potrebbe avere un effetto positivo sul benessere soggettivo delle donne, sia in termini di soddisfazione per la vita che di emozioni positive correlate (Fioravanti et al., 2019). Le donne che hanno smesso di utilizzare questo social per una settimana hanno mostrato una crescita significativa nei punteggi affettivi positivi, mentre il gruppo di controllo ha esperito una diminuzione significativa. Le variazioni sull’affetto positivo erano principalmente un prodotto delle tendenze al confronto sociale, poiché smettere di utilizzare il social aveva avuto effetti positivi solo tra donne che avevano riferito una tendenza al confronto con altre utenti. Il confronto poteva incidere non solo sull’insoddisfazione corporea derivata dalle immagini sui social network, ma anche sul decremento dell’affetto positivo (Fioravanti et al., 2019). È opportuno specificare che le variazioni nei livelli di soddisfazione di vita possono essere spiegate anche da altri fattori rispetto alle tendenze di confronto sociale. Anche se la condivisione di foto relative all’aspetto è molto comune su Ig, molti utenti sono esposti a un’ampia varietà di immagini, come ad esempio a foto di viaggi, o che comunque non hanno a che fare con l’aspetto fisico. Di conseguenza, non si può escludere la possibilità che i processi di confronto sociale debbano essere affrontati a un livello più generale. Inoltre, si potrebbe ipotizzare che l’aumento dei livelli di soddisfazione della vita possa essere dipeso anche dalla mancata ricezione di feedback, giudizi e opinioni, sulla loro vita condivisa. Una motivazione aggiuntiva per i risultati ottenuti in questo studio potrebbe essere anche spiegata dal fatto che essere un utente attivo può essere arduo, poiché i social network incoraggiano un impegno costante nella pubblicazione di nuovi contenuti. In questo studio, il confronto sull’aspetto non è risultato significativamente inferiore negli uomini rispetto alle donne (Fioravanti et al., 2019), tuttavia, studi precedenti hanno dimostrato che l’importanza che si attribuisce al proprio aspetto è inferiore per gli uomini rispetto alle donne (Cash et al., 2004). Questo potrebbe essere un altro fattore che aiuta a spiegare perché astenersi dal confrontare il proprio aspetto su Ig potrebbe essere più vantaggioso per le donne.
Queste evidenze mostrano come processi cognitivi connessi all’utilizzo di Instagram possano incidere negativamente sul benessere soggettivo, e come quindi prendersi una pausa dal social potrebbe aumentare affetti positivi e livelli di soddisfazione della vita.