Nell’arco del 2019-2020 è stato condotto uno studio allo scopo di analizzare la frequenza delle ricerche sul web inerenti più di cento sintomi. Dai risultati è emerso che il secondo sintomo più cercato al mondo è l’ansia, con una media di circa 894.000 ricerche al mese.
LO PSICOLOGO DEL FUTURO – (Nr. 1) Lo psicologo “Google” e l’e-therapy
Nell’arco del 2019-2020 è stato condotto uno studio da Kaizen, agenzia di Digital PR londinese, e Lenstore, rivenditore online specializzato in lenti a contatto, allo scopo di analizzare la frequenza delle ricerche sul web inerenti più di cento sintomi. Inoltre, è stato indagato anche come questa ricerca sintomatologica su Google fa sentire le persone.
Da tale studio è emerso che il secondo sintomo più cercato al mondo è l’ANSIA, con una media di circa 894’000 ricerche al mese.
Il questionario è stato lanciato a maggio 2019 ed i dati sono stati raccolti fino ad aprile 2020. I risultati emersi sono relativi alla media calcolata sulle ricerche avvenute nei diversi mesi.
Inoltre, è emerso che circa:
- Il 20% degli Italiani si preoccupa per la propria salute fisica e mentale tutti i giorni;
- Il 27% degli Italiani ammette che avere cercato i sintomi di un malessere su Google nel passato li ha resi ancora più stressati;
- Il 18% degli Italiani dice che questa tendenza a utilizzare Google ha avuto un effetto negativo sulla loro salute psicologica.
A proposito dell’ultimo dato in questione, lo psicologo Dennis Relojo-Howell, collaboratore di Kaizen e Lenstore, e founder del sito web Psychreg ha dichiarato:
Cercare sul web i sintomi di un malessere fisico o psicologico può essere fonte di tentazione. Nonostante internet sia un buon punto di partenza, non bisogna considerare Google un’alternativa valida al supporto di medici o psicologi. – E specifica meglio:- Se si pensa di essere affetti da una condizione di salute psicologica, non è consigliabile affidarsi solamente a ciò che si legge online. Infatti, diagnosticare una condizione di salute mentale è un processo complesso, e il web abbonda di disinformazione e fake news. Inoltre, una diagnosi sul web non sempre ha effetti positivi sulla salute psicologica. Questa può anche essere causa di ansia e preoccupazioni inutili, e può condizionarci nella scelta di cercare supporto professionale.
Aggiunge un commento relativo alle ricerche online durante l’attuale situazione pandemica:
In particolare di questi ultimi tempi, mentre COVID-19 continua ad influenzare la nostra vita quotidiana, è fondamentale assicurarsi di proteggere la propria salute ed il proprio benessere. Nonostante le misure adottate dai governi in tutto il mondo di isolamento e quarantena siano necessarie a limitare la diffusione del virus, spesso questo può essere causa di stress, specialmente se lontani o separati dai propri cari. Per questo motivo e al fine di limitare gli effetti del virus sulla propria salute psicologica è importante assicurarsi di tenere una comunicazione quotidiana con i propri cari, che sia via telefono, webcam o messaggio.
Da questi dati emerge sempre di più una ricerca digitalizzata di una soluzione ai propri disagi. L’ansia risulta indubbiamente essere una condizione che accompagna molte persone, le quali vorrebbero saperne di più della propria sintomatologia e di come porvi rimedio.
Concordando con il dottor Relojo-Howell sul fatto che la ricerca libera su Google possa peggiorare la situazione psicologica di varie persone anziché aiutarle, si sottolinea l’importanza di rivolgersi a professionisti della salute mentale. Eppure, il medium “internet” “a portata di click” non si può eliminare. Le persone oggi si servono sempre più di questi strumenti. Si ritiene dunque che lo psicologo debba sempre più offrire soluzioni professionali in formato digitale, e facilmente raggiungibile da tutti.
Subentra in questo scenario il vantaggio che l’e-therapy porta con sé, ovvero il riuscire andare incontro alle esigenze delle persone, senza disattendere alcuno standard di efficienza ed efficacia.
Le app ed i servizi di e-therapy al giorno d’oggi sono un valido supporto per chi soffre, e permettono di mettere in contatto le persone con professionisti formati per trattare i sintomi portati, tenendo coloro che usufruiscono di questi servizi lontani dal rischio di autodiagnosticarsi ed automedicarsi.
Alla First European Digital Conference on Psychology, Digital Perspectives on Psychology diversi ricercatori e clinici illustreranno le evidenze scientifiche a favore delle e-therapy, oltre a portare in scena le migliori app di e-therapy in commercio al giorno d’oggi.
Le iscrizioni alla prima Conferenza europea di Psicologia Digitale sono aperte: