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COVID-19: l’impatto emotivo di una pandemia mondiale

Il periodo di pandemia di COVID-19 che stiamo attraversando ha rivoluzionato la nostra vita e potrebbe avere ripercussioni sulla nostra salute mentale

Di Marco Dicugno, Giada Sera, Carlotta Olivari

Pubblicato il 21 Ott. 2020

I professionisti dei Servizi Clinici Universitari della Sigmund Freud University hanno strutturato un progetto di ricerca atto a monitorare i cambiamenti emotivi di tutti gli individui che sono stati toccati dall’emergenza COVID-19.

 

Il periodo nel quale ci siamo trovati, nostro malgrado, a vivere durante questo 2020 ha lasciato delle tracce in ognuno di noi. La pandemia di COVID-19, ha rivoluzionato la nostra quotidianità in ogni suo aspetto: il lavoro, la vita in famiglia, il tempo libero, la vita sociale e le abitudini sportive. Non sorprende, quindi, che a livello psicologico sia stato, e sia tutt’ora, un momento storico che facilmente potrebbe avere ripercussioni, anche gravi, sulla nostra salute mentale.

Uno studio condotto in Cina ha sottolineato come dei 7236 partecipanti, il 35,1% mostrava sintomi legati al Disturbo d’Ansia Generalizzato, il 20,1% mostrava sintomi depressivi e il 18,2% aveva problemi legati alla qualità del sonno (Huang & Zhao, 2020). Questo è solo uno dei tanti esempi presenti in letteratura di come il COVID-19 abbia influito negativamente sulla salute psicologica degli individui, costretti a vivere in un continuo stato di allerta, di paura e di preoccupazione.

Provare emozioni negative quali ansia, rabbia, tristezza e paura, pur essendo assolutamente normale, facilita la comparsa di sintomi legati allo stress. Un modo piuttosto efficace per liberarsi dalle emozioni negative, è riconoscerle (‘mi rendo conto che mi sento molto arrabbiato, che ho paura, che mi sento triste, sopraffatto, …’) per poi cercare di lasciarle andare, piuttosto che tentare a tutti i costi di risolverle e controllarle. Ricordiamoci che quello che spaventa noi, con molta probabilità, spaventa anche gli altri!

È proprio all’interno di un quadro mondiale così spaventoso che acquisiscono un’importanza particolare l’autoconsapevolezza e la capacità di regolare le proprie emozioni. Come accennato poco fa, il solo essere in grado di riconoscere uno stato emotivo negativo e la decisione di conviverci, piuttosto che cercare di combatterlo, può essere di grande aiuto.

Prendiamo, per esempio, un attacco particolarmente severo di ansia. Nel momento in cui ci rendiamo conto che la tachicardia, il respiro affannoso, le mani che tremano, lo stato di allerta e la sudorazione aumentata fanno tutti parte di una sintomatologia completamente innocua legata all’ansia, automaticamente questi stessi sintomi faranno meno paura, risulteranno meno minacciosi e tenderanno a diminuire in maniera repentina.

Insieme all’autoconsapevolezza, un’altra skill di estrema importanza è la capacità di regolare le proprie emozioni, ovvero, la regolazione emotiva. Essa consiste in una serie di tecniche che possiamo mettere in pratica per cercare di calmare l’emozione negativa che stiamo provando in un determinato momento. Poco fa si accennava alla capacità di sentire un’emozione e tenerla con sé senza cercare di combatterla: questa, ovvero l’accettazione, è una delle tecniche che aiuta chi prova un’emozione negativa ad accettare la propria condizione in maniera aperta e non giudicante.

Riassumendo, il COVID-19 ha sicuramente lasciato un profondo segno nella vita di tutti noi, ma ci sono tanti modi per combattere il disagio psicologico che non richiedono più di qualche minuto al giorno e che possono nettamente migliorare la qualità delle nostre vite: la salute della nostra mente parte, innanzitutto, da noi stessi.

È alla luce di queste affermazioni che i professionisti dei Servizi Clinici Universitari della Sigmund Freud University hanno strutturato un progetto di ricerca atto a monitorare i cambiamenti emotivi di tutti gli individui che sono stati toccati dall’emergenza COVID-19. Il periodo di sviluppo della pandemia, il successivo lock-down e il lento ritorno alla normalità, che tutt’ora è minacciato da un nuovo innalzamento dei casi, può aver lasciato il segno.

Il progetto lanciato dai Servizi Clinici della SFU non si pone come unico obiettivo quello di monitorare i cambiamenti emotivi, ma anche di sostenere i partecipanti con materiale pensato apposta per questo scopo.

Chiunque fosse interessato, può partecipare al programma di monitoraggio emotivo.

 

PER PARTECIPARE ALLA RICERCA:

CLICCA QUI 9733

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