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Il fenomeno delle Reborn Dolls, madri rinate

Le Reborn Dolls sono bambole molto realistiche utilizzate in vari interventi come favorire il benessere in persone con demenza o l'elaborazione di un lutto

Di Ilaria Zeoli

Pubblicato il 01 Set. 2020

Da diversi anni ormai, anche in Italia, si va sempre più diffondendo il fenomeno delle Reborn Dolls, ossia delle bambole rinate.

 Ilaria Zeoli – OPEN SCHOOL, Studi Cognitivi San Benedetto del Tronto

 

Stiamo parlando di bambole iperrealistiche, la cui produzione è iniziata negli anni 90 negli Stati Uniti, destinata inizialmente ad un pubblico di collezionisti. A causa dell’estremo realismo di questo prodotto, ci sono sempre più donne che hanno iniziato a considerare queste bambole come bambini veri e propri. Si tratta in genere di donne con un evento traumatico alle spalle, soprattutto donne che hanno subito aborti, oppure che non sono riuscite a soddisfare il loro desiderio di maternità. Tali donne molto spesso sviluppano un atteggiamento morboso nei confronti di queste bambole, convincendo loro stesse e le persone vicine a prendersene cura come se fossero dei bambini veri (Damiani, 2016).

Negli ultimi anni anche il mercato si sta adeguando a questa richiesta e soprattutto su internet le bambole Reborn Dolls sono facilmente reperibili a prezzi che variano da qualche centinaia di euro fino ad arrivare a decina di migliaia di euro. Sui social si possono trovare facilmente anche gruppi di donne che condividono le loro esperienze e l’aspetto più eclatante è come queste donne arrivino ad una tale dissociazione dalla realtà da non riuscire più a comprendere che si tratta di semplici oggetti (Staiger et al., 2010). Ci sono donne che hanno tentato di assumere babysitter per prendersi cura dei propri ‘bambini di plastica’ in loro assenza ed altre che hanno tentato di far visitare i ‘bambini’ da un pediatra. Nel loro utilizzo più corretto e consono alla realtà, queste ‘bambole rinate’ sono ottimi strumenti terapeutici, per esempio nei corsi di preparazione al parto, negli asili, soprattutto allo scopo di far abituare i bambini, con madri in attesa di un fratellino, ad accogliere il nuovo arrivato.

In ambito psichiatrico ci sono studi sull’utilizzo di bambole Reborn Dolls per migliorare il benessere di persone affette da malattie neurodegenerative come il Morbo di Alzheimer (Gary Mitchell et al, 2013). L’utilizzo di queste bambole potrebbe tornare utile anche nel trattamento di un paziente successivamente al verificarsi di un lutto. Un lutto in gravidanza è un fenomeno importante, soprattutto per l’alta correlazione alle problematiche psichiche. Quando i futuri genitori si trovano difronte ad una diagnosi di morte sperimentano uno stato di shock, emozioni intense e pervasive limitano la comprensione dell’accaduto. Successivamente può seguire una fase di negazione, le emozioni ed i vissuti successivi sono molto intensi e variabili: rabbia, depressione, senso di colpa, paura ed invidia nei confronti delle gravidanze e nei bambini degli altri.

Tali madri sono soggette a modificazione delle percezioni sensoriali, percezione agli stimoli del caldo e del freddo, forte senso di irrealtà. Il corpo può conservare ‘il ricordo’ della gravidanza e ripropone per un periodo la sensazione di sentire i movimenti del bambino così come il suo pianto. In questa fase alcune madri manifestano la ‘sindrome delle braccia vuote’ presente nelle settimane successivamente alla perdita, legata al venir meno delle funzioni di accudimento. La letteratura prevede un sostegno continuativo alla coppia genitoriale, dal momento della diagnosi, durante il percorso di lutto, fino al termine delle successive gravidanze (Ravaldi et al., 2008). D’altro canto anche il non poter soddisfare il proprio desiderio di maternità è un fenomeno incisivo, esistono studi che mostrano come l’infertilità sia correlata a depressione, ansia, disfunzione sessuale e difficoltà di identità sia negli uomini che nelle donne (Brennan et al., 2007).

Questo fenomeno delle Reborn Dolls sta iniziando a suscitare interesse anche negli psicologi in quanto se l’affezionarsi ad uno oggetto non è di per sé un sintomo di disturbo mentale, perdere il contatto con la realtà ed arrivare a negare la natura di oggetto di queste bambole può diventare un serio problema. Per il momento non ci sono studi scientifici specifici sul fenomeno Reborn Dolls, la diffusione porterà sicuramente ad una analisi più approfondita.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Staiger J, Cvetkovich A. & Reynolds A. (2010). Babies Who Touch You: Reborn Dolls, Artists, and the Emotive Display of Bodies on eBay. Political Emotions.
  • Fitzgerald L. (2011) Let’s play mummy: Simulacrum babies and reborn mothers. European Journal of Cultural Studies.
  • Damiani S. (2016). Giocare con le cose morte. Piano b. Arti e culture visive.
  • Mitchell G. & O’Donnell H. (2013). The therapeutic use of doll therapy in dementia. British Journal of Nursing.
  • Ravaldi C., Cialdi E., Biagini A., Pontello V., Mello G. & Vannacci A. (2008). Il lutto in gravidanza. Toscana Medica.
  • Peterson B. D., Gold L., Feingold T. (2007). The Experience and Influence of Infertility: Considerations for Couple Counselors. Sage Journals.
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