Mindsight. La nuova scienza della trasformazione personale è un libro sulla mindsight, una lente per percepire e vedere la nostra mente e quella degli altri.
L’autore, Daniel J. Siegel, è uno psicologo clinico e psichiatra infantile. È professore clinico di psichiatria presso la School of Medicine dell’UCLA ed è direttore esecutivo del Mindsight Institute della University of California di Los Angeles, un centro educativo per la promozione di consapevolezza e empatia rivolto a individui, famiglie, istituzioni e comunità. Tra i libri che ha pubblicato in Italia troviamo La mente relazionale (2001), Mindfulness e cervello (2009), Diventare consapevoli. Una pratica di meditazione rivoluzionaria (2019) e Esserci (2020).
Il libro si concentra sulla Mindsight, un modello di crescita personale che l’autore ha messo a punto e perfezionato grazie alla fusione tra la mindfulness e l’intelligenza sociale ed emotiva.
La mindsight è definita come una lente utile per vedere la propria mente e quella degli altri.
Questo modello di crescita personale è stato ideato dall’autore integrando conoscenze provenienti da discipline diverse e dalle scoperte scientifiche sulla mente e sul cervello. In particolare, questa nasce grazie alla scoperta dell’esistenza di connessioni tra mente, cervello e relazioni.
La mindsight può essere adoperata da chiunque voglia e permette alla persona di diventare consapevole di cosa succede nella propria mente e in quella altrui. Gli elementi fondamentali che stanno alla base del raggiungimento di tale consapevolezza sono l’apertura, l’osservazione e l’obiettività. Il primo elemento, l’atteggiamento di apertura, è privo di aspettative e giudizi, che, se presenti, non permettono di percepire le informazioni per come sono davvero. L’osservazione, il secondo elemento, aiuta le persone a essere dei percettori attivi e ad avere una visione più d’insieme della mole di informazioni che recepiscono. Infine, l’obiettività permette di capire che le esperienze sono oggetti della mente e che non equivalgono ad una realtà assoluta. Questi tre elementi sono fondamentali affinché si sviluppi una migliore consapevolezza di sé.
Avere una migliore consapevolezza di sé e del mondo, secondo l’autore, ci aiuta a vivere la vita con maggiore benessere. Per vivere con gli altri in modo positivo occorre, infatti, essere in grado di monitorare le nostre emozioni, i nostri pensieri e i cambiamenti del nostro corpo.
Prestare attenzione a ciò che sentiamo, senza giudicarci quando proviamo delle sensazioni per esempio di dolore, ci aiuta ad uscire da schemi ripetitivi, a riconnetterci con la nostra mente e a vedere meglio quello che ci sta succedendo nel presente, senza proiettare tutto nel passato o nel futuro.
Concretamente a cosa può servire la mindsight?
Questa pratica è utilizzata moltissimo per eliminare lo stress e può essere insegnata all’interno di un percorso terapeutico. Questa migliora la relazione paziente-terapeuta e permette di modificare i pattern mentali di attivazione del nostro cervello che non sono funzionali al nostro benessere.
Allo stesso modo è utilissima per aiutare nel trattamento degli stati d’ansia, disturbi del sonno e problemi di alimentazione. Questa pratica permette di divenire completamente consapevoli delle sensazioni che accompagnano gli stati d’ansia, come i segnali corporei, e aiuta a riconnettersi con la propria mente e a riprendere lucidità.
Il terapeuta può proporla al fine di condurre il paziente all’esplorazione della mente e all’integrazione di stati emotivi con quelli fisici.
Senza la ‘lente per vedere la mente’ le persone rischiano di vivere la vita in modo automatico e per questo, quando qualcosa va storto, sembrano in balìa della loro mente, dei loro meccanismi. Sembrano diventare oggetti della mente e non più soggetti con una mente. Incontrare il mondo interiore ci permette di riprendere in mano la nostra vita.
Il testo risulta una lettura gradevole, soprattutto perché i concetti scientifici sono spiegati con chiarezza e semplicità. Consigliato per chi vuole raggiungere una consapevolezza maggiore sul proprio funzionamento mentale, in particolare per operatori, educatori, psicologi e insegnati che ogni giorno lavorano a contatto con la ‘mente dell’altro’ e che hanno bisogno di sviluppare uno sguardo più profondo nella relazione con gli altri.