Quando uno studente afroamericano o latinoamericano subisce molte microaggressioni razziali, l’attivismo politico può avere effetti sulla sua salute mentale aiutandolo a sentirsi meno stressato, ansioso o depresso?
Le conseguenze del razzismo sono purtroppo tristemente note e sempre maggiore importanza viene data a comprendere quali elementi portano gli individui a manifestare comportamenti razzisti e xenofobi con l’intento di intervenire preventivamente e/o tempestivamente per ridurre gli episodi di discriminazione.
Alcuni studi sul fenomeno razzismo si sono concentrati anche sulla ricerca di quelli che possono essere dei fattori protettivi per le vittime, in grado di aiutarle a ridurre i loro livelli di stress e ansia. Uno dei più recenti lavori a riguardo è quello di Hope, Velez, Offidani-Bertrand, Keels e Durkee (2018) condotto su studenti universitari afro- e latinoamericani
Gli studenti universitari che appartengono alle minoranze etniche e razziali afroamericana e latinoamericana sono più a rischio di sviluppare problematiche di salute mentale, come sintomi depressivi, insoddisfazione personale e isolamento sociale (Ancis, Sedlacek, & Mohr, 2000; Hinderlie & Kenny, 2002).
Le conseguenze delle microaggressioni discriminatorie si ripercuotono sui risultati accademici. Infatti le maggiori difficoltà durante il primo anno di università sono dovute a fattori emotivi più che accademici (Pritchard & Wilson, 2003; Szulecka, Springett, & DePauw, 1987).
Un fattore di protezione per la salute degli studenti universitari appartenenti a minoranze razziali ed etniche può essere l’attivismo politico, cioè l’impegno civico per apportare cambiamenti a situazioni ritenute ingiuste.
A questo proposito, Hope, Velez, Offidani-Bertrand, Keels e Durkee (2018) hanno condotto il loro studio per indagare gli effetti dell’attivismo politico sulla salute mentale di studenti universitari afro- e latinoamericani. L’ipotesi che guida lo studio è che l’attivismo politico possa essere, per questi giovani adulti, un’efficace strategia di coping.
Lo studio si è concentrato su studenti afroamericani e ispanici al loro primo anno di università. Gli autori hanno misurato le variabili di interesse all’inizio del primo semestre, durante le vacanze invernali e al termine del secondo semestre.
I ricercatori hanno raccolto dati circa la salute mentale dei partecipanti, in particolare rispetto allo stress percepito (Perceived Stress Scale; Cohen, Kamarck, & Marmelstein, 1983), all’ansia (Generalized Anxiety Disorder Screener-Symptoms Scale; Carroll & Davidson, 2000) e ai sintomi depressivi (Psychiatry/National Depression Screening Day Scale; Baer et al., 2000).
L’attivismo politico nel corso del primo anno di università è stato misurato usando lo Youth Involvement Inventory (Pancer, Pratt, Hunsberger, & Alisat, 2007). I dati indicano che, sebbene il 31% del campione non abbia partecipato ad alcuna attività politica durante il primo anno di università, il 57% degli studenti ha donato denaro, giocattoli, abiti o altro; il 37% ha donato denaro o fatto volontariato in un gruppo sociale o politico; il 30% si è unito a proteste, marce, incontri o dimostrazioni politiche; infine meno del 15% si è impegnato direttamente in una campagna politica, nel boicottaggio di un prodotto o nel suo opposto, il buycotting, ossia l’acquisto di un prodotto per supportare un’azienda in linea con i propri valori etici o politici.
Inoltre, è stata valutata la presenza di microaggressioni razziali ed etniche, con un focus su quei comportamenti discriminatori che suscitano sentimenti di inferiorità a livello accademico (sottoscala Academic Inferiority della School-Based Racial/ Ethnic Microaggressions Scale; Keels, Durkee, & Hope, 2017).
Altre variabili di controllo considerate sono il genere, l’essere i primi nella propria famiglia a frequentare il college, le problematiche economiche e l’efficacia politica.
Gli studenti hanno riportato di aver subito diverse microaggressioni nel corso dell’anno. Per gli studenti afroamericani, tali microaggressioni risultano associate soprattutto a un aumento dello stress. Per quelli latinoamericani invece comportano maggiore ansia.
Non solo le microaggressioni, ma anche l’attivismo politico ha effetti diversi sugli studenti afroamericani e latinoamericani. Infatti, gli studenti afroamericani più coinvolti nella vita politica mostrano livelli più bassi di stress. Al contrario, l’attivismo politico sembra avere un effetto negativo sugli studenti ispanici: quelli più politicamente attivi infatti manifestano più sintomi depressivi.
L’ipotesi forse più rilevante dello studio, tuttavia, riguarda la possibilità che l’attivismo politico rappresenti un fattore di protezione soprattutto per coloro che studiano in un contesto istituzionale discriminatorio. Ossia, quando uno studente afroamericano o latinoamericano subisce molte microaggressioni razziali, il fatto di essere attivo a livello politico può aiutarlo a sentirsi meno stressato, ansioso o depresso?
Nel caso degli studenti ispanici, sembra sia così: infatti, a parità di discriminazioni subite, gli studenti ispanici più politicamente impegnati manifestano meno sintomi depressivi. Al contrario, gli studenti afroamericani che subiscono molti comportamenti discriminatori e che sono politicamente più attivi riportano livelli più alti di ansia e stress.
Alla luce di queste evidenze, si può argomentare che i risultati di questo studio siano in parte controversi. Infatti, essi mostrano come l’attivismo politico possa essere talvolta una fonte di supporto, e talaltra un’ulteriore fonte di stress, ansia o depressione.
Inoltre, l’attivismo politico spiega solo una piccola parte del benessere o malessere dei partecipanti. Questo significa che altri fattori possono essere più rilevanti nel determinare la salute mentale degli studenti universitari.
Un’ulteriore limitazione di questo studio è che esso considera gli effetti dell’attivismo politico nell’arco di un anno. Uno studio longitudinale più esteso permetterebbe invece di capire gli effetti dell’attivismo politico a più lungo termine.
Se vogliamo comprendere come migliorare la salute mentale degli studenti universitari, tenendo a mente le difficoltà aggiuntive di quelli appartenenti a minoranze etniche, il ruolo dell’attivismo politico e di altri fattori deve essere approfondito.