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La relazione di attaccamento e la funzione riflessiva all’interno dei contesti di gioco

Lo studio indaga se lo stile di attaccamento e la funzione riflessiva della madre possano predire il supporto offerto al bambino nei momenti di gioco

Di Ilaria De Mola

Pubblicato il 10 Lug. 2020

La teoria dell’attaccamento ha concettualizzato la funzione riflessiva come la capacità di essere consapevoli degli stati mentali propri ed altrui, oltre che dell’essere in grado di separare gli stati mentali propri da quelli degli altri (Fonagy & Target, 1998).

 

Ciò può essere considerato importante in tutte le interazioni che caratterizzano il rapporto tra mamma e figlio, incluse quelle che riguardano i momenti di gioco della diade (Borelli et al., 2017). Infatti la madre è coinvolta in misura considerevole nelle attività ludiche del figlio durante il periodo dell’infanzia, e la capacità di rispondere in modo adeguato alle sue richieste, svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo delle capacità riflessive di quest’ultimo (Fonagy & Target, 1998), che diventa in grado di comprendere i propri stati emotivi, esprimere le proprie emozioni ed avere una buona regolazione emotiva (Howard et al, 2017), ma anche di tollerare i fallimenti, accettare le frustrazioni, rispettare le regole e migliorare le proprie capacità di interazione con i pari.

A partire da queste premesse, il presente studio (Waldman-Levi, Finzi-Dottan, & Cope, 2019) intende indagare se le capacità di caregiving e la funzione riflessiva della madre siano in grado di predire il supporto offerto dalla madre al figlio nei momenti di gioco, oltre a fornire un approfondimento dell’esperienza di gioco della diade.

Dopo aver selezionato le famiglie, lo studio si è svolto nell’ambiente familiare, in cui le madri, in seguito alla compilazione di un questionario, sono state invitate a giocare con i propri figli nel modo in cui erano solite fare e l’interazione, durata 15 minuti, è stata videoregistrata, in modo che potesse essere successivamente analizzata.

Inizialmente sono stati somministrati dei questionari che comprendono la Caregiving System Function Scale (CSF; Shaver et al., 2010), che misura le disposizioni del caregiver nelle attività e nelle attitudini mostrate, il Rumination-Reflection Questionnaire (RRQ; Trapnell & Campbell, 1999), che misura le tendenze ruminative e la capacità riflessiva ed il Parent’s/Caregiver Support of Children’s Playfulness (PCSCP; Waldman-Levi & Bundy, 2016), che valuta il gioco della diade; successivamente, sono stati esaminati il linguaggio verbale e non verbale della madre, oltre che le sue capacità riflessive, attraverso le videoregistrazioni.

I risultati rilevano che una predisposizione al caregiving materno sicuro è in grado di predire la funzione riflessiva, che a sua volta è in grado di predire il supporto offerto dalla madre nelle occasioni di gioco. Infatti le madri che hanno mostrato di avere un attaccamento sicuro, sono risultate anche caratterizzate da una forte attenzione agli stati emotivi ed ai bisogni cognitivi del figlio, reciprocità e adeguatezza degli scambi verbali e non verbali. È stata rilevata la presenza di lodi, commenti positivi e vicinanza emotiva, in grado di incoraggiare la formazione della competenza e dell’autostima, anche nei casi in cui i bambini dovevano tollerare una frustrazione, oltre a capacità di insegnare e far apprendere le regole del gioco, aiutando il bambino nel processo di scaffolding delle proprie abilità. D’altro canto, le madri con attaccamento ansioso sono risultate caratterizzate da forti tendenze ruminative e focalizzazione sulle proprie ansie piuttosto che sui bisogni del figlio all’interno del contesto di gioco, mentre le madri con attaccamento evitante si sono rivelate distaccate emotivamente dal rapporto diadico e dai bisogni presentati dal figlio nel contesto di gioco. Si è visto come le madri in questi casi non siano riuscite a fornire supporto ai figli, ma hanno mostrato o ansia all’interno degli scambi verbali e non verbali o una forte competizione nei confronti del bambino.

In conclusione, è possibile confermare l’ipotesi iniziale secondo cui la presenza di funzioni riflessive predice la qualità del rapporto madre-figlio, influenzando la formazione delle capacità riflessive dell’individuo, ed in ultima analisi le abilità sociali e relazionali future.

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