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La Psicoterapia on line con gli Adolescenti

I Nativi Digitali o Generazione Z hanno un rapporto stretto con Internet e sembrano propensi a una modalità di psicoterapia online

Di Ilaria Bellavia

Pubblicato il 05 Giu. 2020

La cura degli adolescenti presuppone, nel clinico, una buona dose di pazienza e flessibilità. Si tratta di una modalità differente rispetto alla terapia con adulti. Cosa accade quando si tratta di terapia on line?

 

La consulenza on line agli adolescenti può essere difficile. Una forte resistenza può esistere quando si lavora con gli adolescenti a causa della loro transizione evolutiva da bambino ad adulto. Per combattere questo, i terapeuti devono dotarsi di una varietà di tecniche creative che promuovono sia l’espressione verbale che non verbale in un modo terapeutico. A maggior ragione nelle sessioni on line, tutto ciò si complica ulteriormente. Questo articolo fornisce spunti clinici appropriati per assistere i terapeuti nell’aumento del coinvolgimento dell’adolescente, consentendo nel contempo a questi ultimi di comunicare i loro pensieri, comportamenti e sentimenti in modo non tradizionale.

La cura degli adolescenti presuppone, nel clinico, una buona dose di pazienza e flessibilità. Si tratta di una modalità differente rispetto alla terapia con adulti.

In questa emergenza sanitaria da Covid-19 Skype o Whatsapp sono diventate le uniche alternative al setting vis à vis nel proprio studio professionale.

Nei casi più emergenziali, il supporto psicoterapico (Bellak, 1968) ha lo scopo di alleviare lo stato di sofferenza e di panico, nonché stati più acuti di sofferenza mentale. Anche le terapie brevi (Burke, 1978) sono spesso utilizzate per ridurre stati ansiosi, disturbi sessuali, comportamento suicidario in adolescenti e adulti.

Cosa accade, però, quando si tratta di condurre una terapia on line? E’ bene che il clinico abbia chiaro, con largo anticipo, se l’adolescente in questione è adatto ad un trattamento on line.

Le terapie dinamiche a breve termine, caratterizzate da lunghezze abbreviate (10–40 sessioni), sono diventate più diffuse negli ultimi tre decenni (Bellak, 1992). Le terapie a breve termine si basano su una rapida diagnosi psicodinamica, un focus terapeutico, un’alleanza terapeutica rapidamente formata, la consapevolezza dei processi di interruzione e separazione e la posizione direttiva del terapeuta. Molti adolescenti bisognosi di terapia sono resistenti all’attaccamento e al coinvolgimento a lungo termine in una relazione che può essere ambigua, che vivono come una minaccia al loro emergente senso di indipendenza e separazione. La terapia dinamica a breve termine può essere il trattamento di scelta per molti adolescenti perché minimizza queste minacce ed è più sensibile alle loro esigenze di sviluppo (Bellak, 1968).

In uno studio del 2016 su adolescenti in Australia si è scoperto che il 72% degli adolescenti ha dichiarato che avrebbero avuto accesso alla terapia online se avessero avuto un problema di salute mentale. Il 32% ha affermato che avrebbe scelto la terapia online rispetto agli incontri vis à vis (Sweeney et al. 2016).

Uno studio pubblicato nel Journal of Child and Adolescent Psychopharmacology nel 2016 ha scoperto che, mentre sono necessarie ulteriori ricerche in quest’area, la crescente gamma di programmi di e-terapia (utilizzo di piattaforme costruite appositamente), per bambini e adolescenti, mostra un incremento in fatto di utilizzo. Lo studio (Stasiak et al. 2016) ha infatti monitorato il processo di selezione, da parte dei teenager, dei portali presenti in rete per la richiesta di aiuto psicologico.

In uno studio recente (Fitzpatrick et al., 2017), i ricercatori hanno valutato l’efficacia di un app terapeutica cognitivo-comportamentale basata sul web chiamata Woebot nei giovani adulti con sintomi di depressione e ansia.

Molti dei partecipanti allo studio hanno riferito che l’uso quotidiano di Woebot ha comportato una significativa riduzione di sintomi di ansia e depressione già dopo due settimane, misurate attraverso la Patient Health Questionnaire (PHQ-9), la Generalized Anxiety Disorder 7-item scale (GAD-7) e la Positive and Negative Affect Schedule (PANAS).

In termini di efficacia la terapia on line, rispetto a quella off line, conduce ai medesimi risultati in fatto di cura e di comprensione delle problematiche del paziente (Migone, 2003). Cambia il setting nel senso che in un contesto c’è la presenza di un Computer e nell’altro no.

Gli adolescenti visti in consultazione (con l’utilizzo di strumenti multimediali) in questo contesto legato al flusso pandemico, lamentano sintomi ricorrenti, come depressione e ansia. Avvertono un senso di costrizione legato al fatto di dover stare a casa e non mentalizzano in modo approfondito su quali possano essere i rischi reali della malattia.

Esistono numerose barriere che impediscono ai giovani di accedere ai servizi di salute mentale, tra cui lo stigma percepito (Gulliver et al., 2010), un’aspettativa o preferenza per l’autosufficienza, preoccupazioni relative alla riservatezza ( Gulliver et al., 2010) e mancanza di conoscenza e accessibilità dei servizi (Gulliver et al., 2010). Una delle strategie più recenti per aggirare tali ostacoli è stata la fornitura di servizi online.

In molti casi la terapia on line viene condotta alla stessa stregua di una terapia “vis à vis”. Il metodo e le tecniche terapeutiche rimangono le stesse. L’adolescente può, talvolta, avere bisogno di un accompagnamento verso la terapia on line. L’analista deve tener conto di questa possibilità in modo da rendere semplice il superamento delle suddette impasse. Allo stesso modo, dalla letteratura emerge (Marmor, 1979) che le terapie brevi trovano sempre più spazio all’interno della società. Ciò non esclude, però, che per alcuni pazienti si debba far ricorso a percorsi lunghi perché più adeguati per loro.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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