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Nuclei separati ai tempi del covid 19, fattore a rischio per lo sviluppo delle psicopatologie nei figli

Il disagio psicologico generato dalle conseguenze del Covid-19 non ha risparmiato neppure le situazioni già sofferenti delle famiglie con genitori separati

Di Silvia De Napoli

Pubblicato il 15 Giu. 2020

Il tema dei genitori separati è già terreno di riflessioni, lotte e conquiste che vanno dal giuridico all’educativo, all’economico sino all’emotivo da parte di tutte le parti in condizioni “di normalità” (si intende in periodo di attività lavorative e di vita quotidiane). In piena pandemia il fenomeno del disagio vissuto dai genitori separati non ha fatto altro che accentuarsi.

 

Il genitore non collocatario è nella maggior parte dei casi il padre che, dobbiamo pensare, ha subito tutta una serie di cambiamenti e riadattamenti, dal nuovo alloggio a un abbassamento del tenore di vita, e soprattutto un riadattamento del rapporto genitoriale, in quanto non condivide la quotidianità di una convivenza con il/i figlio/i.

Dall’altra parte troviamo il genitore collocatario, il quale vive la quotidianità con il/i figlio/i, ma non come prima, perché se prima la gestione era condivisa tra due adulti, in maniera più o meno paritaria, dopo la separazione ricade tutta su un solo genitore; inoltre, dovrà gestire tutto ciò che è quotidiano nella vita del minore, dal nutrimento, alla fase dell’addormentamento, alle difficoltà sociali e scolastiche.

Ovviamente queste condizioni negative si accentuano nei casi in cui la conflittualità permane e non si raggiunge un stato di equilibrio e complicità in qualità di genitori.

Nell’ottica di quella che è oramai una tendenza giuridica, nei casi in cui ciò è possibile, si tenta un affidamento condiviso. Purtroppo, una volta usciti dai tribunali, è lasciata agli ex-coniugi una gestione quanto più corretta della quotidianità.

Cosa accade quindi ai minori che, nel frattempo, si avvicinano alla maggiore età? Nei casi in cui la conflittualità permane all’interno della coppia genitoriale, i figli vivono osservando comportamenti incostanti e continuano ad essere utilizzati come strumento ricattatorio o vendicativo, nel peggiore dei casi restano in balia di quella che giuridicamente è riconosciuta come alienazione parentale.

E oggi cosa sta accadendo? La lunga quarantena ha portato all’esacerbazione di tutte le situazioni che nella norma vengono mitigate dal “fare”: ci distraiamo attraverso attività ludiche, sportive, scolastiche, lavorative, socializzazioni di varia natura. In questo periodo dove tutto sembra andato in standby, tutti noi siamo stati costretti ad affrontare il lento scorrere del tempo, entrando in contatto con l’attesa e la frustrazione legata ad essa.

I figli dei genitori separati che tutela hanno ricevuto? Si è letto che la distanza per il genitore non collocatario non doveva essere un limite, ma che il diritto alla bigenitorialità dei minori era superiore al diritto alla salute. Nella realtà ciò quanto è stato possibile?

Oltre chi ha gestito efficacemente il problema della pandemia come qualsiasi altra situazione stressogena, il panorama dei genitori in difficoltà è abbastanza variegato: lo stato di allarme ed emergenza ha aggravato, in quei genitori che già vivevano fragilità personali e situazioni conflittuali, stati d’ansia relativi alla malattia (ipocondria), l’idea dell’”altro” visto come minaccioso (paranoia), meccanismi di evitamento sociale e delega delle responsabilità, tra cui quelle genitoriali, aumentando la lontananza di quei genitori non collocatari che già prima erano scarsamente presenti.

Fatto ancora più inquietante è che i figli che hanno compiuto la maggiore età, quindi 18 anni ed un giorno, non hanno più beneficiato del diritto di visita con il genitore non collocatario. Aspetto questo privo di ogni logica, che va solo a ledere il famoso diritto alla bigenitorialità. La soglia dei 18 anni oggi per nulla indica uno stato del figlio di indipendenza ed autonomia, anzi spesso si tratta di figli che frequentano ancora la scuola e dipendono in tutto e per tutto da ambo i genitori.

Questo periodo di quarantena causato dal covid 19, oltre alle problematiche sociali ed economiche ben evidenti e l’accentuarsi di quelle problematiche che in modo meno influente erano già presenti, ci sta ponendo di fronte ad una generazione di figli di genitori separati che, non solo portano la ferita del nucleo famigliare diviso, ma anche un vissuto di abbandono, causato dalla distanza e a volte dall’impossibilità da parte di uno dei genitori di poter intervenire in loro favore.

Madri che vedono l’ex-coniuge approfittare della distanza per ampliarla, padri che fuggono dalle proprie responsabilità, o all’opposto, madri che ne approfittano per tenere a distanza i padri e padri che vivono e soffrono l’aumentare della distanza emotiva e fisica, che vedono portar via dal tempo e dalle distanze il loro ruolo genitoriale, facendosi vincere dall’impotenza e dalla sofferenza di chi perde in partenza.

La sofferenza psicopatologica che può generare questa situazione di emergenza non risparmia neppure queste situazioni già sofferenti, è divenuto di primaria necessità una rete di supporto per tutti i nuclei separati in favore della salute emotiva e mentale dei figli.

In questo delicato quadro familiare ed emotivo giocano un ruolo dominante i membri della famiglia allargata e gli insegnanti che possono individuare per tempo i segnali di sofferenza dei figli.

Per elencare alcuni dei segnali: ritiro sociale, evitamento di uno o ambo i genitori, abbassamento del rendimento scolastico, incremento delle attività online con sconosciuti a scapito di quelle umane e/o online con conoscenti, minimizzazione della situazione familiare ed emotiva, comportamenti autolesionistici, iniziale comportamento bizzarro verso il cibo (privazione o eccesso), nervosismo costante, perdita di interesse. Ma se il figlio è molto piccolo si possono notare enuresi notturna non congrua con l’età biologica, piuttosto che disturbi del sonno, maggiore attivazione durante il giorno, tendenza ad esagerare le reazioni emotive.

Tutti questi segnali possono essere normali in piccoli periodi a seconda dell’età, reazioni a momenti di crescita, ma se prolungati sono campanelli di allarme importanti che non possono essere sottovalutati.

 

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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  • M.M. Togliatti; A.L. Ladavera, Dinamiche relazionali e ciclo di vita della famiglia. 2002 il Mulino
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