L’aborto è considerato come una delle possibili complicazioni della gravidanza, in grado di rappresentare un evento altamente traumatico per la donna e di causare un insieme di conseguenze negative associate alla perdita di una nuova vita.
Oltre alle problematiche fisiche ed economiche che l’operazione comporta, è necessario sottolineare gli alti costi sociali e psicologici che la donna deve sostenere, in quanto l’aborto è comunemente visto in accezione negativa dalla società e suscita un insieme di emozioni negative nella donna che ospita il feto (McCoyd, 2007).
Considerando che l’ansia, la depressione, il senso di colpa e il rimpianto, sono le difficoltà psicologiche maggiormente esperite dalle donne dopo un aborto terapeutico e che l’attivazione di strategie di coping funzionali è essenziale per superarlo, il presente studio (Akdag Topal & Terzioglu, 2018) si propone di indagare i livelli di ansia e depressione in donne sottoposte ad aborto terapeutico e di determinare quanto il supporto sociale sia rilevante nel ridurre la loro sofferenza emotiva.
60 partecipanti che hanno affrontato un aborto terapeutico tra la decima e la ventesima settimana di gestazione, suddivise in base all’età (<25, 25-35, 35+), hanno risposto alle domande derivanti da due questionari semistrutturati, il The Hospital Anxiety and Depression Scale (Zigmond & Snaith, 1983), utilizzato per determinare il rischio della paziente di sviluppare ansia e depressione, oltre che i cambiamenti nel corso del tempo del grado di severità della sintomatologia, ed il Multidimensional Scale of Perceived Social Support (Zimet, Dahlem, & Zimet, 1988), adoperato per valutare l’adeguatezza del supporto sociale post-evento da tre punti di vista, quello della famiglia, quello degli amici ed infine quello degli altri significativi.
I risultati dello studio indicano che più della metà delle donne hanno mostrato alti livelli di ansia (61.7%) e di depressione (85%), rilevando quindi livelli di sintomatologia ansiosa e depressiva più alti di quelli visti in letteratura (Broen, Moum, Bodtker, & Ekeberg, 2004), senza tuttavia evidenziare differenze relative all’età dei soggetti esaminati, in quanto i livelli di ansia sono risultati alti sia nelle donne più giovani che in quelle più adulte. Oltre a ciò, si è visto che il supporto derivante dalla famiglia e dagli amici è in grado di ridurre significativamente i livelli di ansia e depressione e che, nello specifico, il supporto del partner è in grado di abbassare i livelli di ansia, ma non i livelli di depressione della donna.
In conclusione, possiamo dire che l’aborto è un evento molto delicato nella vita di una donna e che, per evitare ripercussioni negative sulla sua vita, è bene conoscere gli effetti negativi che l’aborto ha a livello psicologico, ed attivare una serie di interventi di supporto per accettare e superare la perdita. In primo luogo, il personale sanitario riveste un ruolo fondamentale per queste donne, in quanto partecipa ed aiuta la paziente nella fase di presa di decisione ed ha il compito di fornire tutte le informazioni riguardo le procedure utilizzate, i tassi di rischio dell’operazione, il dolore e i tempi di ripresa dall’aborto (Goss, 2002). Oltre a ciò, è bene sensibilizzare anche le persone care e vicine alla donna a mostrare il proprio sostegno in questo periodo, in quanto i dati dicono che il supporto derivato dai familiari, amici ed altri significativi, è in grado di ridurre la possibilità non solo di sperimentare ansia e depressione, ma anche sintomi fisici, come dolori, crampi e vertigini (Akdag Topal & Terzioglu, 2018). In altre parole, è bene non lasciare sole le donne in questo particolare momento, ma mostrare vicinanza emotiva e monitorare il loro stato di salute mentale, in modo da migliorare il loro benessere psico-fisico.