Per gestire la sensazione di incertezza, annullare ogni forma di sofferenza e sentirsi soddisfatti di sé, le persone con Disturbi alimentari aumentano il controllo del proprio peso (Sassaroli, Ruggero e Fiore, 2016). Quindi, la situazione attuale può aggravare questi comportamenti sintomatici, in quanto innesca diversi meccanismi di mantenimento.
In quest’ultimo periodo in Italia, come in molte altre nazioni, si sta vivendo uno stato di emergenza sanitaria legata all’infezione da Coronavirus.Il governo, per limitarne la diffusione e il contagio, ha adottato delle misure restrittive, come la chiusura delle attività non essenziali, la limitazione della circolazione e la cosiddetta quarantena.
Questa situazione di crisi improvvisa si sta rivelando, giorno dopo giorno, sempre più difficile e impegnativa da affrontare. Le regolari abitudini hanno dovuto subire un netto cambiamento: non è più possibile incontrare i propri cari, abbracciarsi, rimanere a contatto con la natura, viaggiare e tante altre attività che coinvolgono la sfera sociale. La vita è limitata all’interno di quattro mura e dietro uno schermo, alimentata dalla paura del contagio e dall’incertezza.
Questi elementi possono compromettere il benessere psico-fisico delle persone e rischiare di aggravare coloro che già vivono serie problematiche psicologiche, come le persone con Disturbi Alimentari che manifestano un forte bisogno di sentirsi in controllo.
Secondo la dott.ssa R. Nocita, direttore operativo del CIP Centro Disturbi dell’Alimentazione, la quarantena e la paura del contagio aumentano la sensazione di incertezza e questa rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo e il peggioramento di un disturbo alimentare (ANSA, 2020).
Per gestire la sensazione di incertezza, annullare ogni forma di sofferenza e sentirsi soddisfatti di sé, le persone con disturbi dell’alimentazione aumentano il controllo del proprio peso (Sassaroli, Ruggero e Fiore, 2016).
Quindi, la situazione attuale può aggravare questi comportamenti sintomatici, in quanto innesca diversi meccanismi di mantenimento. Ad esempio, non poter muoversi può aumentare la paura dell’aumento di peso, che potrà essere affrontata accentuando la restrizione dietetica. Inoltre, anche l’isolamento non aiuta, perché riduce le occasioni sociali e conviviali che favoriscono il “mettersi alla prova” e la riduzione dell’eccessiva valutazione del peso, della forma del corpo e del loro controllo (Dalle Grave, 2020).Attraverso questa videointervista, la dott.ssa R. Nocita, sensibile alle correnti difficoltà, ha voluto chiedere direttamente a persone con problematiche alimentari la loro personale esperienza. Sono state intervistate due ragazze, che attualmente seguono un percorso ambulatoriale intensivo presso il CIPda.
Le loro affermazioni appaiano estremamente interessanti. Entrambe, all’inizio dell’emergenza, avvertivano la sensazione che il controllo stesse progressivamente sfuggendo e che erano maggiormente a rischio per la propria condizione fisica legata al sottopeso, con la conseguenza di provare più paura e preoccupazione. A fronte di ciò, le pazienti sostengono di sentirsi più sicure e positive nell’affrontare situazioni problematiche come quelle che si stanno vivendo attualmente, grazie al fatto di essere in un ambiente protetto, come il CIPda.
In conclusione, si osserva che il trattamento ha un effetto positivo nella gestione dell’incertezza, dovuta all’isolamento e alla paura del contagio. Infatti, il percorso di cura sembra favorire una maggiore flessibilità psicologica che permette di tollerare un minore controllo e di aprirsi alla fiducia.
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