Ci sono infatti sempre più coppie che si allontanano dalla loro vita sessuale, quasi senza prenderne coscienza. La poesia dell’incontro dei corpi non riesce più ad esprimersi e diviene solo un lontanissimo ricordo.
“Quello che più mi piace, ancora non lo conosco”, potrebbe essere questo lo slogan di molte coppie che dopo qualche anno di vita condivisa, non si ritrovano più nell’incanto del primo abbraccio. Iniziano allora a costruire una distinzione tra sesso e amore, col risultato che tutto quello che desiderano, non viene messo in atto e si trasforma in un problema, al punto da erigere, tra la sessualità e il sentimento amoroso, una vera e propria barriera, che spesso diventa un limite tra le lenzuola. Fino a quando creano un confine netto tra le due cose, ovvero dove comincia e finisce il sesso e, dove comincia e finisce l’amore, confine che diventa spesso invalicabile.
Ecco allora che la poesia dell’incontro dei corpi non riesce più ad esprimersi, ma diviene un lontanissimo ricordo.
Desiderio e Sessualità : quando il dialogo è impossibile
L’errore più frequente è quello di parlarne. Di stabilire cosa fare o non fare, come farlo, quando farlo, perché farlo e via di seguito.
Lui si rivolge a lei con pensieri, spesso anche frutto di stereotipi, del tipo:
“Ho le mie esigenze … vorrà mica che mi trovi un’amante?”
“E’ troppo fredda”
“E’ chiusa, non apre la mente, c’è altro”
“Fa sempre le stesse cose”
“Sembra una statua di ghiaccio”
“Possibile che senta sempre dolore?”
“Come faccio a dirle che penso di non riuscirci”
“Non ho più stimoli, ma non so come dirglielo”
I pensieri di Lei:
“Fa sempre le stesse cose, da come mi guarda già capisco cosa vuole fare”
“Non mi pensa tutto il giorno e poi la sera a letto vuole fare …”
“Che noia, finisce in pochi secondi e pretende pure che gli dica quanto è bravo!”
“Per lui sono diventata invisibile, poi quando ha voglia, allunga la mano”
“Non mi sento desiderata”
“E’ evidente che non gli piaccio più”
“Lo desidero, ma poi immagino come va a finire e allora…”
“Aspetta che mi addormento per venire a letto”
“Resta a guardare la TV e si addormenta sul divano”
Queste sono solo alcune frasi che vengono dette o pensate in una coppia.
Il pensiero maschile di avere “esigenze sessuali” che una donna non ha è un retaggio di una cultura machista, che non riconosceva alle donne una valenza soggettiva di sessualità, né di desiderio. Una concezione grottesca e riduttiva della sessualità, che ancora oggi si ritrova, purtroppo, in tanti giovani uomini.
Nella coppia la questione sessuale si complica maggiormente quando i due cominciano a disquisirne, fino a diventare un vero e proprio enigma da risolvere.
Specialmente nella vita di coppia e particolarmente riguardo all’argomento sessuale, sarebbe buona regola differenziare ciò di cui è bene parlare e quello di cui è bene tacere. Invece, la coppia intraprende un vero e proprio contraddittorio, dove ognuno argomenta le proprie ragioni, con riflessioni di ogni tipo.
Il risultato molto spesso è quello di “progettare” come farlo e quando, eliminando in questo modo l’aspetto più naturale della sessualità, rendendo obbligato qualcosa che per natura nasce spontaneamente. Favorendo, in questo modo, la gran parte dei disturbi della sessualità, che inevitabilmente si manifesteranno nella vita della coppia.
L’istinto sessuale è un elemento naturale che appartiene al genere umano, si connota di vari aspetti a seconda della cultura di riferimento. Non è infatti pensabile parlare di sessualità senza contestualizzarla storicamente.
Desiderio e Sessualità: col web sotto le lenzuola
Oggi di sesso se ne parla tanto, nei modi più disparati. La facilità con cui è possibile accedere alla pornografia in rete, rappresenta uno dei modi per “informarsi”, ma anche il modo più pericoloso per “allontanarsi” dalla propria vita sessuale-emotiva.
Gli uomini sono coloro che più spesso si avvalgono della visione di video pornografici e passano più tempo delle donne a guardarli. Uno dei rischi dell’elevata disponibilità della pornografia on line, gratis o a buon mercato, è quello di allontanare il soggetto dall’esperienza reale, favorendo, talvolta, anche l’insorgenza del disturbo cosiddetto porn-addiction.
Si tratta di una vera dipendenza che investe sia l’aspetto emotivo, che quello compulsivo. Per cui il soggetto agisce come se ricevesse continui stimoli per ricercare il piacere, in maniera sempre più pressante. Il disturbo spesso diventa invalidante al punto da compromettere le relazioni affettive e chiedere l’aiuto di esperti per guarirne.
Sappiamo che l’erezione è un meccanismo sottoposto al controllo cerebrale, questo vuol dire che non può essere comandato, ma può essere inibito dalla paura, dall’insicurezza o, come sempre più spesso accade, dall’uso di alcol e di sostanze stupefacenti.
Se per un verso le fantasie erotiche svolgono le funzioni di aumentare il livello di eccitazione sessuale e dare piacere, dall’altro la visione di filmati a contenuto erotico può favorire un immaginario erotico che spesso è troppo distante dalla realtà.
Guardare video di contenuto pornografico ed eccitarsi al punto da avere un’erezione, può essere piacevole, ma quando assume i tratti di una modalità ricorrente, ripetuta ed esclusiva, distorce la percezione delle sensazioni che si possono provare quando si è al cospetto di una persona reale.
Infatti, poiché ciò che viene proposto cinematograficamente è frutto di artifici e di performance sceniche, che non hanno nulla a che vedere con le reali sensazioni dei soggetti coinvolti, il voler emulare le prestazioni sceniche degli attori, conduce a continue frustrazioni che possono produrre, paradossalmente, l’effetto della rinuncia all’incontro con l’altro o alla inevitabile defaillance sessuale. L’altro rischio è quello di pretendere dall’altro/a azioni e comportamenti visti in rete, senza modulare le proprie richieste sui desideri ed i bisogni dell’altro/a.
Un altro elemento sfavorevole per la coppia, è la rinuncia della sessualità reale in favore di quella virtuale. Comportamento che deteriora il rapporto di coppia, spesso in modo irreversibile.
Ci sono infatti sempre più coppie che si allontanano dalla loro vita sessuale e lo fanno per indolenza, quasi senza prenderne coscienza. Ma, come spesso accade, può succedere che, per motivi che solo apparentemente non riguardano la sessualità, ci si rivolge ad un terapeuta, sarà a quel punto che, inevitabilmente, emergerà la disfunzionalità sessuale della coppia.
Desiderio e Sessualità: cosa succede quando il giudizio imprigiona il piacere
Un mito da sfatare riguardo la sessualità femminile è quello che relega le disfunzioni sessuali femminili al tabù del sesso.
Il sesso è stato, per molti aspetti, sdoganato dai tabù e preconcetti a cui una certa cultura conservatrice e misogina l’aveva relegato. In favore di un sempre maggiore riconoscimento della sua importanza, per l’equilibrio psico emotivo di ogni persona, a prescindere dal genere di appartenenza.
Lo stesso Sant’Agostino ci ricorda che
Nessuno può vivere senza il piacere.
Ci sono persone che hanno vergogna di mostrarsi o di rendere in forma esplicita i propri desideri erotici e ciò può essere inconsapevolmente validato dall’incapacità del partner di interpretare e di favorirne l’esternazione naturale degli stessi.
Talvolta, atteggiamenti e/o considerazioni, anche rivolti ad altri argomenti, che sembrano non essere correlati alla sessualità, ma che possono essere ricondotti a tematiche di pudore e vergogna, hanno la capacità di generare difficoltà emotive che creano un vero blocco rispetto alla sua sessualità e al modo di considerare il piacere.
A volte il proprio corpo resta un mistero. E’ un mistero che va svelato e compreso se si vuole coglierne appieno le caratteristiche e concedersi piacevolmente al suo volere. Ma cogliere le sfumature del suo desiderio, per intraprendere la strada a due verso la realizzazione dell’incontro sessuale, non sempre è possibile. Questo perché quando una persona non si sente pienamente desiderata o si sente giudicata o non accolta in tutte le sue caratteristiche, non riesce ad abbandonarsi al fluido dei sensi. Lo stato di vigilanza infatti non favorisce l’eccitazione, né la compliance sessuale.
Quando un individuo si mostra “chiuso” verso il proprio partner, nella maggior parte dei casi succede perché questi non è riuscito a conoscere e dunque interpretare appieno i desideri del suo corpo.
Atteso che il desiderio sessuale ha origine nel cervello ed è un bisogno che si attiva in modo naturale, appare evidente quanto possa subire l’influenza dell’ambiente in cui si sviluppa e del modo in cui viene sollecitato. L’attivazione del desiderio infatti subisce varie influenze, specialmente di tipo ambientale, ecco perché è importante la creazione di un “luogo” che possa accogliere ed alimentare il desiderio dei partner.
Gli uomini e le donne hanno una stimolazione sensoriale differente, generalmente i maschi si attiverebbero visivamente, le femmine subirebbero maggiormente il fascino della stimolazione cutanea e verbale, come carezze, baci e parole sensuali. Sappiamo che gli ormoni ne influenzano l’attivazione. In particolare gli androgeni che sono quelli maggiormente coinvolti nel processo di attivazione del desiderio, ormoni maschili ma presenti anche nelle donne.
Il piacere femminile dunque segue strade diverse da quello maschile, con tempi differenti. La sua attivazione avviene seguendo percorsi sensoriali ed emozionali, ovvero corpo e spirito si devono attivare per favorirne l’incontro e la distensione emotiva.
E’ bene sottolineare che il desiderio sessuale anche se viene attivato, sostenuto e si manifesta in modo differente, ha la stessa intensità sia nella donna che nell’uomo, ovvero è uguale per entrambi.
Si manifesta in modo differente. Il maschio con segnali più espliciti, la donna attraverso segnali visivi meno evidenti. Ecco perché è importante la conoscenza del proprio corpo e le sensazioni che ha bisogno di ricevere, affinché possa attivarsi la risonanza eccitatoria adeguata.
Desiderio e Sessualità: il paradosso del “sii spontaneo!”
Il sesso diventa un disturbo quando si cercano di controllare cose che non si possono controllare, come quella di provare piacere, sentire desiderio, avere un’erezione, un orgasmo, perché, tutte le volte che si cerca di agire con un comportamento volontario, si cade in un paradosso, come quello del noto: “sii spontaneo!”.
Dunque, più cerco le sensazioni piacevoli e più non le sento.
A questo proposito la metafora del millepiedi che Paul Watzlawick, psicologo ed esponente della Scuola di Palo Alto, riportava durante le sue conferenze, sembra scritta apposta.
Un millepiedi, che aveva sempre camminato senza nessun problema, un bel giorno incontrò una formica curiosa che gli chiese come potesse riuscire a camminare così bene senza cadere con tanti piedi: cosa che per lei era impossibile, perché già era un miracolo che non inciampasse. Il millepiedi si sentì molto turbato da questa domanda, perché non ci aveva mai pensato fino a quel momento. Cominciò così a prestare attenzione a dove metteva ogni zampina e a come riusciva a metterle una dietro l’altra senza inciampare, ma in breve tempo ahimè, non riuscì più a camminare.
La necessità di trovare un equilibrio tra autocontrollo e perdita di controllo, quando c’è un meccanismo di piacere, si rende indispensabile sia quando si tratta di sesso.
Nella maggioranza dei casi sono le paure che impediscono la buona riuscita dell’esperienza sessuale. Nell’ansia da prestazione, è la paura del fallimento che intrappola al punto da diventare un problema invalidante. La paura della prestazione riguarda sia il maschio che la femmina. La paura di non riuscirci, di non essere all’altezza delle aspettative, di non soddisfare l’altro/a, sono tutte paure che imprigionano la mente, meccanismi contorti che eludono ogni forma di piacere.
“Ci devo riuscire…ci devo riuscire”, ma inevitabilmente sarà un flop!
Spesso nelle donne interviene la paura di rimanere deluse, quando un’esperienza sessuale non ha soddisfatto le aspettative. Questo succede in molti casi di eiaculazione precoce, situazione in cui la coppia fa fatica anche a riconoscere il problema, spesso eluso dall’atteggiamento maschile.
La conseguenza più ricorrente sarà quella di evitare l’incontro sessuale, con l’attuazione del meccanismo di rinuncia a qualsiasi contatto fisico che possa ricondurre al sesso.
Per cui sarà importante stabilire il grado di “credenza” che si è strutturato rispetto alla propria incapacità o alla propria sensazione deludente, verificando ciò che la persona percepisce e non il dato oggettivo.
Tutto ciò che è creduto esiste, e soltanto questo
come ci ricorda Hugo von Hofmannsthal.
A questo proposito gli stratagemmi cinesi vengono in aiuto, nell’approccio terapeutico di tipo strategico. In particolare lo stratagemma di spostare l’attenzione verso qualcosa che non riguarda la situazione che si sta vivendo, ovvero “far andare il nemico in soffitta e togliere la scala”. Senza tra l’altro che il soggetto abbia la percezione di quello che sta accadendo.
Determinando
l’esperienza emozionale correttiva – ovvero – quella esperienza concreta di cambiamento di percezione della realtà fino allora vissuta come ingestibile. ( Nardone G.)
Anche se si rende necessario in molti casi, discriminare se alla base c’è un atteggiamento di ansia anticipatoria che amplifica il problema e lo rende più complesso.
La sessualità nella vita di ogni coppia che si ama, rappresenta il modo più naturale di donarsi all’altro/a e di ricevere il dono. Poiché il “dono” è rappresentato da se stessi e dalla propria intimità, spesso incomprensibile anche al proprio io, darsi e affidarsi all’altro/a per accogliere a propria volta, presuppone una grande fiducia, oltre che rispetto, prima di qualsiasi discorso d’amore. Tenendo presente che una vita di coppia che non comprende la sessualità, può invadere e compromettere il benessere psico fisico di entrambi i soggetti.