Il presente studio (Righi, Bogen, & Kuo, 2019) vuole indagare come un campione di 33 adolescenti di età compresa tra i 14 e i 18 anni definisce il concetto di consenso sessuale, con lo scopo di incentivare l’educazione sessuale e prevenire le violenze sessuali.
L’età adolescenziale può essere definita come il periodo durante il quale si forma l’identità individuale, grazie all’insieme delle relazioni interpersonali e delle esperienze vissute in questo momento cruciale dello sviluppo. È in questa fase che l’adolescente aumenta la consapevolezza riguardo i cambiamenti del proprio corpo ed esplora per la prima volta la sessualità all’interno della coppia (Miller, 2017). I Centers for Disease Control and Prevention (CDC, 2016) riportano infatti che il 30% degli adolescenti statunitensi afferma di aver avuto un rapporto sessuale con almeno un partner negli ultimi 3 mesi e Fortenberry e colleghi (2010) rilevano che a partire dall’età di 17 anni il 50% dei maschi e il 40% delle femmine ha una vita sessuale attiva. Tuttavia è necessario considerare che l’inizio dell’attività sessuale in adolescenza è spesso associato ad un aumento del rischio di subire violenze sessuali (Williams et al, 2014) ed a tal proposito il National Survey of Family Growth dichiara che, tra il 2006 ed il 2010, l’11% dei giovani adulti ha avuto un primo rapporto non consenziente avvenuto prima dei 20 anni (Martinez, Copen, & Abma, 2011).
Sebbene infatti Hickman e Muehlenhard (1999) ritengano che il consenso venga espresso come “la libera comunicazione verbale o non verbale di un sentimento di volontà di impegnarsi in attività sessuale”, Jozkowski (2015) limita questo concetto sottolineando che si possa definire tale solo l’esplicitazione verbale della volontà di impegnarsi in un’attività sessuale, ma essendoci vari punti di vista e mancando indicazioni chiare e universali, il consenso viene molto spesso subordinato al riconoscimento e comprensione dell’insieme dei segnali verbali e non verbali ricevuti dall’altra persona e ciò comporta un aumento degli errori commessi riguardo l’interpretazione delle intenzioni del partner.
A partire da queste premesse il presente studio (Righi, Bogen, & Kuo, 2019) vuole indagare come un campione di 33 adolescenti di età compresa tra i 14 e i 18 anni definisce il concetto di consenso, con lo scopo di incentivare l’educazione sessuale e prevenire le violenze sessuali. Dopo aver aderito allo studio e conosciuto nel dettaglio la struttura e gli obiettivi dello stesso, sono state condotte delle interviste semistrutturate mirate ad esplorare la percezione che i ragazzi hanno degli appuntamenti e del comportamento sessuale.
I risultati hanno mostrato che gli adolescenti concordano nell’affermare che il consenso si esprima attraverso la comunicazione verbale dello stesso (dicendo sì), ma che nelle situazioni di vita reale essi non aspettino che l’altra persona espliciti la propria volontà, ma si basino prevalentemente sull’interpretazione dei segnali non verbali, come il silenzio, lo scambio di sguardi, o l’atto di togliersi i vestiti. È stato altresì rilevato che le femmine devono esprimere il proprio consenso in misura maggiore rispetto ai maschi, in quanto questi ultimi solitamente svolgono il ruolo di iniziatori dell’atto sessuale e reputano la mancanza di un “no” esplicito come segnale che la partner è consenziente. Inoltre, è stato trovato che entrambi i sessi concordano nel ritenere che non sia necessario ottenere il consenso se ci sono stati precedenti rapporti sessuali, anche se ciò comporta andare contro la volontà del momento.
In conclusione, possiamo dire che quanto rilevato da questa indagine aiuta a comprendere i dati sulle violenze sessuali e sollecita un urgente bisogno di attenzione all’educazione sessuale in una fase di vita particolarmente delicata, in quanto è in questo periodo che si forma l’identità individuale e l’insieme dei valori che il soggetto utilizza come guida per la percezione di sé stesso e degli altri. Le attività che quindi dovrebbero essere incentivate in ambiente scolastico comprendono: la normalizzazione della discussione sul consenso sessuale e l’utilizzo di strumenti come il role-playing per migliorare la comunicazione all’interno della relazione amorosa, in modo da aumentare la capacità di riconoscere i bisogni e le intenzioni del partner, oltre a quella di esprimere in modo assertivo le proprie decisioni in un contesto sessuale (Beres, 2010).