Non sono rare le problematiche sessuali in pazienti psichiatrici. Per quanto riguarda le persone bipolari sembra che due aspetti della salute sessuale siano peculiari: l’ipersessualità e l’interruzione dei rapporti di coppia.
I problemi sessuali nei pazienti psichiatrici sono ben documentati in letteratura, tuttavia la maggior parte degli studi non distingue tra categorie diagnostiche (Bossini et al., 2013; Labbate & Lare, 2001; Rizvi et al., 2011; Swan & Wilson, 1979; Wylie et al., 2002). Molte delle difficoltà associate ai pazienti bipolari sono comuni a tutti i disturbi psichiatrici. Questi possono includere disfunzioni sessuali dovute a farmaci, aumento del rischio di malattie sessualmente trasmissibili (MST) e la trascuratezza generale delle questioni sessuali in sede di trattamento (Magidson et al., 2014; Segraves, 1989; Wright et al., 2007). Due aspetti della salute sessuale sono unici nel disturbo bipolare, vale a dire l’ipersessualità e l’interruzione dei rapporti di coppia, dovuti al ciclo dell’umore. Tuttavia, abbiamo poca letteratura concernente le difficoltà sessuali legate al disturbo bipolare, così come manca una definizione vera e propria di ipersessualità.
Una ricerca di PsycINFO e PubMed è stata condotta al fine esaminare la letteratura e le ricerche esistenti sull’ipersessualità indotta dalla mania e sugli effetti del ciclo dell’umore sulle relazioni di coppia, così da sintetizzare i risultati disponibili e direzionare gli studi successivi. Per la revisione sono stati selezionati 27 articoli, di cui 16 affrontano il tema dell’ipersessualità.
I primi studi sulla relazione tra disturbo maniaco – depressivo e ipersessualità sono stati condotti negli anni ’60 e ’70. Precisamente è stato riscontrato, sia in uomini che donne, un aumento della libido e dell’attività sessuale durante la fase maniacale, con un aumento maggiore della probabilità nelle donne di impegnarsi in attività sessuali provocanti, come flirt, allusioni al sesso e comportamenti seducenti (Allison & Wilson, 1960; Clayton et al., 1963; Carlson & Goodwin, 1973;). È inoltre emerso che la libido dei pazienti tende a diminuire significativamente durante la fase depressiva (Clayton et al., 1963). Infine, in uno studio di Jamison e colleghi (1980) il 40% dei pazienti avevano percepito l’aumento del desiderio e del comportamento sessuale, durante la fase maniacale o ipomaniacale, come un cambiamento positivo. Nello specifico, le donne mostravano più emozioni positive, rispetto agli uomini, associate a tali trasformazioni. Appare, quindi, evidente la presenza di correlazione tra la ciclicità degli episodi dell’umore e la fluttuazione della libido dei pazienti. Per di più, l’alternarsi delle fasi di mania con le fasi depressive si associa a fluttuazioni sessuali dirompenti che possono essere molto difficili da gestire, sia dal partner che dal paziente stesso. Studi più recenti, come quello di Mazza e colleghi (2011) e di Mahadevan e colleghi (2013), non solo hanno confermato le ipotesi precedentemente elencate, ma hanno anche aggiunto l’assenza di differenze significative tra i soggetti con disturbo bipolare I e i pazienti con disturbo bipolare II. Pertanto è possibile concludere che la ricerca sull’aumento della libido come sintomo della depressione bipolare è giustificato. Tuttavia, è da tenere in considerazione che non sono state fatte numerose ricerche, in tempi recenti, che abbiano analizzato questa dinamica o che abbiano tentato di replicare questi risultati.
La letteratura sembra anche mostrare che i comportamenti sessuali a rischio sono più frequenti in questa categoria diagnostica, precisamente nel corso della fase maniacale, rispetto ai pazienti appartenenti al gruppo di controllo, sebbene non siano prevalenti soltanto nei pazienti bipolari. Questa tipologia di condotta, viene molto spesso riscontrata anche in pazienti depressi, schizofrenici e schizoaffettivi.
Per quanto concerne l’aspetto delle relazioni di coppia, gli articoli considerati hanno rivelato che i pazienti bipolari hanno più punti di forza utili nel gestire le loro relazioni rispetto ai pazienti con altre malattie mentali croniche. Non soltanto sembrano essere più capaci di mantenere relazioni stabili, ma anche hanno più probabilità di avere figli rispetto ai pazienti con disturbi dello spettro psicotico. Precisamente, negli esperimenti che hanno usufruito di gruppi di controllo sani, i pazienti con disturbo bipolare si avvicinavano maggiormente ai gruppi di controllo per quanto riguarda la qualità della relazione, lo sviluppo sessuale, la soddisfazione sessuale e l’adattamento coniugale. Tuttavia, i partner di questa tipologia di pazienti hanno rivelato una diminuzione della soddisfazione sessuale, oltre che ad una complessiva insoddisfazione coniugale, sia durante la fase maniacale che depressiva della malattia. Infine, è apparso evidente che problemi di disfunzione sessuale nei pazienti bipolari sembrano essere più comuni durante gli episodi depressivi, sottolineando ancora di più la presenza di un rapporto tra la depressione e l’iposessualità.
Per quanto concerne i limiti delle ricerche finora condotte, non solo manca una definizione chiara di ipersessualità, ma anche un chiarimento circa il comportamento sessuale a rischio. Tale denominazione può fare riferimento a comportamenti di flirting, masturbazione, prostituzione e sesso non protetto. Inoltre, la presente revisione, non ha trovato alcuno studio attuale che abbia esaminato l’eziologia, il decorso o la prevalenza dell’ipersessualità in episodi maniacali e ipomaniacali, così come non sono state trovate ricerche recenti che abbiano esaminato il rapporto tra depressione bipolare e iposessualità.
Approfondire tali tematiche, in relazione al disturbo bipolare, avrebbe sicuramente delle significative implicazioni per il trattamento, gli esiti e la qualità generale della vita di questi pazienti.