Lisa Damour in Capire le adolescenti parla delle donne e delle tappe che devono intraprendere per passare dall’infanzia all’adolescenza. Ogni tappa è ben descritta e arricchita da aneddoti realmente accaduti, episodi che hanno vissuto le pazienti dell’autrice, pazienti figlie o pazienti madri.
Di questo libro colpisce il titolo: Le adolescenti. Come mai l’autrice dice LE e non GLI adolescenti? Basta leggere qualche pagina di Capire le adolescenti per avere la risposta a questa domanda.
Si parla di donne, e la prima donna che viene citata nel testo è a dir poco nota: Anna Freud. La prima a parlare di “linee evolutive”, la psicanalista che ha ipotizzato che la crescita dall’infanzia all’adolescenza avvenga su fronti multipli attraversando una serie di stati. Lisa Damour più volte nel suo testo riconosce dei meriti ad Anna Freud, la definisce una delle prime professioniste ad aver normalizzato molte delle sfide che si verificano in adolescenza. Lisa Damour non parla di stadi evoluivi, bensì di “tappe”, sette tappe attraverso cui viaggia l’adolescente, ma soprattutto il genitore che si rapporta a lei.
Sette tappe e sette capitoli di un libro. Ogni capitolo si apre con un aneddoto realmente accaduto, episodi caratterizzanti le vite di pazienti dell’autrice, pazienti figlie o pazienti madri.
Prima tappa: un’inevitabile distacco dell’adolescente dal suo nido familiare. Il capitolo del libro ci mette di fronte a madri confuse, con difficoltà a interpretare il comportamento della propria figlia, quella figlia che fino a poco tempo fa era affettuosa, complice, e invece adesso è una figlia che si isola, che risponde a tono, indecifrabile. Ma la Damour aiuta le madri in questione a decifrare le proprie figlie, talvolta utilizzando anche delle metafore: una figlia adolescente nuotatrice e una madre piscina. La nuotatrice prende il largo, si diverte, sguazza libera, ma sempre sente l’esigenza di aggrapparsi al bordo della piscina.
Che ruolo hanno le relazioni con i pari in età adolescenziale? Tappa 2: l’adolescente si unisce a una nuova tribù. La Damour racconta di aver avuto non poche pazienti adolescenti che le hanno fatto varie richieste di aiuto: essere accettata dal gruppo, non essere esclusa, essere popolare, essere vista. Perché è di questo ciò di cui un’adolescente ha bisogno: l’inserimento in un gruppo di pari. Talvolta non è semplice, richiede un conformarsi, anche quando ci si sente diversi. L’adolescente senza amiche si sente persa. Anche in questo capitolo non mancano le linee guide per il genitore, il quale potrebbe avere motivo di preoccuparsi o no. Riconoscere i campanelli d’allarme come isolamento, bullismo, sconforto. Perché prevenire è meglio che curare.
Da brava psicologa la Damour dedica un capitolo alle emozioni: la terza tappa. L’adolescenza è caratterizzata da emozioni estreme, al punto che devono essere scaricate su qualcun altro: il genitore. Il genitore però spesso si limita a “sopportare” le lamentele della propria figlia, quando invece quest’ultima sta facendo una richiesta d’aiuto. Le linee guida per relazionarsi a dovere con le emozioni di un’adolescente sono ben esplicate dall’autrice. Talvolta genitori e figlie si trovano di fronte a semplici problemi comunicativi, risolvibili. A volte ci si relaziona a disturbi dell’umore, i quali richiedono un percorso più complesso, ma riconoscere i primi segnali o richieste d’aiuto non è difficile.
Talvolta l’autorità del genitore viene messa in discussione: tappa 4. Di fronte a una tappa simile il genitore è sconcertato. Fino a poco tempo prima la propria figlia era obbediente, facilmente gestibile, adesso scatta una certa ribellione, che tra l’altro è positiva. L’adolescente cerca i suoi spazi, rompe l’attaccamento morboso con la figura genitoriale. Ciò non sarà semplice per il genitore che vuole tenere la propria figlia al suo posto, ma non ci riesce. Talvolta alzare la voce non serve, tuttavia è opportuno riconoscere i pericoli veri e le linee guida per far ciò sono ben esplicate dalla Damour.
Le ultime cinque tappe ci mettono di fronte a quelli che potrebbero essere i problemi più concreti e frequenti dell’adolescenza.
Tappa 5: incertezza per il futuro. Cosa l’adolescente vuole essere? Qual è il suo punto d’arrivo? Spesso i modelli di riferimento adolescenziali provengono dalla rete. È quindi opportuno che il genitore stia ben attento ciò con cui si rapporta il proprio figlio in internet, ma non solo. L’incertezza per ciò che sarà proviene anche dal contesto scolastico. L’adolescente attribuisce importanza alla scuola, ma forse non nelle dovute misure. Per tale motivo che il genitore dovrebbe adoperarsi al fine di assistere la propria figlia e mostrarsi attento anche verso i suoi impegni scolastici, naturalmente senza invadenza, ma come una guida.
E le relazioni sentimentali? È proprio in adolescenza che fanno la prima vera comparsa. Questa è la tappa 6, alquanto difficile per il genitore, perché l’adolescente è spesso molto riservata su questa tematica, quindi ci si è spesso all’oscuro di tante cose. Forse il genitore si è dimenticato di essere stato adolescente a sua volta, per cui non sempre darà al proprio figlio i consigli giusti. L’adolescente seguirà sempre la propria bussola interiore, scoprendo gradualmente anche la propria sessualità.
L’ultima tappa riguarda il proprio aspetto e l’accettazione corporea. Inulte dire che a quest’età sarà piuttosto frequente non accettarsi fisicamente, ricorrendo anche ad un pessimo rapporto con il cibo e diete sbagliate.
Diciamo che l’intento dell’autrice è quello di far rimembrare alle madri di oggi cosa significa essere adolescenti. Ciò sarà molto utile al fine di relazionarsi alle proprie figlie riconoscendo segnali non costruttivi; e una volta terminato il libro, credo che il lettore possa sentirsi davvero proiettato nella sua adolescenza, rendendosi conto che forse non era un’età poi così terribile ma tutt’altro: un’età carica di emozioni ed esperienze indimenticabili.