Hercules è un famoso film d’animazione della Walt Disney, distribuito nelle sale cinematografiche di tutto il mondo nel 1997.
La LIBET nelle narrazioni – (Nr. 7) Hercules
Si tratta di uno dei più amati e conosciuti classici Disney; il primo ispirato alla cultura e mitologia greca, che ne esplora i valori e sentimenti e che ha come protagonisti dei, eroi, eroine e creature leggendarie.
Il protagonista rappresenta la versione animata e romanzata del semidio Hercules che, nonostante abbia una forza sovraumana in quanto figlio di Zeus, cresce sulla Terra e si relaziona con i comuni mortali per sfuggire alla maledizione del dio della morte Ade.
Risulta molto interessante la lettura del personaggio in chiave LIBET (Sassaroli, Caselli, Ruggiero, 2016). Infatti, tutte le recensioni lette sul film si focalizzano sui personaggi mitologici, sui meravigliosi spunti di cultura greca, sull’amore verso Megara e sulla forza fisica e d’animo dello straordinario eroe. È curioso pensare che il coraggioso combattente, che per anni ha ispirato e appassionato bambini e adulti, possa essere tanto umano da avere sperimentato anch’egli uno stato mentale doloroso (tema) per lui intollerabile, tanto da tentare di tenerlo lontano a tutti i costi mettendo in atto delle strategie semiadattive (piani) (Fig 1).
Il nostro amato eroe si ritrova, sin da piccolo, a vivere in contesti in cui la sua forza fisica lo rende impacciato, goffo e distruttivo. Hercules è diverso da tutti e viene ripetutamente rifiutato nel gioco e nella relazione. Tutto ciò lo fa sentire solo, non stimato da nessuno e sempre fuori luogo (si intravedono i temi del disamore e dell’inadeguatezza). Il piccolo figlio di Zeus, prima ancora di scoprire di essere tale, impara a sfuggire dalla tristezza legata a questa condizione inaccettabile mettendo in atto un piano prescrittivo, esercitando cioè il controllo su tutte le situazioni. Infatti, cerca di ricevere l’approvazione delle persone dosando e modulando costantemente la sua energia. Quando i genitori che lo hanno cresciuto gli comunicano le sue origini divine, Hercules decide di conquistare la stima del popolo e degli dei sviluppando al massimo tutte le sue potenzialità fisiche, affinché sia considerato come un dio e finalmente stimato da tutti. Pertanto si convince che la Terra non sia il suo posto e che essere visto come eroe sia fondamentale per lui in quanto figlio di Zeus. Inizia così ad allenarsi intensamente, aiutato dal satiro Fil. L’accoglienza da parte degli dei sul monte Olimpo rappresenta una possibilità di riscatto. La strategia di controllo si rivela efficace, poiché la folla inizia gradualmente a riconoscerlo come eroe. Tuttavia, nel momento in cui suo padre Zeus gli comunica che la forza fisica non basta per poter essere accettato del tutto tra gli dei, Hercules vede il fallimento dei suoi tentativi di riscatto (invalidazione del piano prescrittivo), si sente ancora una volta rifiutato e sprofonda nella disperazione (esordio della sintomatologia depressiva). La frustrazione durerà sino al momento in cui scoprirà il valore dell’amore, che gli consentirà di mostrare altre qualità.
Inquadrare i concetti del tema e del piano rende la visione del film più stimolante in quanto permette di comprendere in maniera più chiara il funzionamento psicologico del personaggio ed identificarsi ancor meglio con lui.
Fig. 1 Schema grafico del funzionamento di Hercules in termini LIBET