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Gli operatori dell’emergenza. Fattori di rischio e di protezione (2019) di C. Iacolino e B. Cervellione – Recensione del libro

Gli operatori dell'emergenza: un contributo chiaro e scorrevole che prende in esame non solo la figura della vittima, ma anche quella del soccorritore

Di Rachele Isgrò

Pubblicato il 10 Dic. 2019

Nel libro Gli operatori dell’emergenza. Fattori di rischio e protezione gli autori hanno affrontato tematiche comuni della psicologia, quali stress e trauma, seppur guardandole da un diverso punto di vista, analizzando ad esempio il contesto dell’emergenza come non esclusivamente legato alle catastrofi naturali.

 

Il 22 Ottobre 2019 è uscito nelle librerie il volume Gli operatori dell’emergenza. Fattori di rischio e di protezione. Il libro affronta il tema della Psicologia dell’Emergenza soffermandosi in particolar modo sugli operatori che intervengono nei contesti di emergenza. Negli ultimi anni la psicologia dell’emergenza ha assunto una rilevanza fondamentale in molti ambiti della psicologia, affermandosi come scienza psicologica. Il Professore Calogero Iacolino e la Dottoressa Brenda Cervellione, con il loro libro hanno dato un nuovo contributo di ricerca in tale settore, affrontando delle tematiche seppur comuni nella psicologia, quali stress e trauma, guardandole da un diverso punto di vista. Attraverso due rassegne sistematiche, hanno esposto numerosi contributi di ricerca presenti in letteratura, sostenendo un diverso modo di vedere il contesto dell’emergenza, rispetto al pensiero comune, il quale è prettamente legato alle sole catastrofi naturali.

Il primo capitolo si apre con la definizione del concetto di “emergenza” con particolare attenzione allo “stato di emergenza”, seguito da un incalzante excursus sullo sviluppo della Psicologia dell’Emergenza sia a livello internazionale sia nel contesto italiano. La nascita della così detta disaster psychology sembra essere una condizione necessaria dati i numerosi eventi ad alta criticità che si sono susseguiti negli anni e che hanno causato numerose vittime e disagi psicosociali. Gli autori del libro presentano in modo accurato gli eventi più eclatanti che hanno comportato la nascita della Psicologia dell’Emergenza, indicando luoghi e date e, soprattutto, le indispensabili attività di intervento.

Elemento centrale della Psicologia dell’Emergenza è sicuramente il destinatario dell’intervento: la vittima. Tuttavia, classificate le diverse tipologie di vittime secondo la tassonomia presente in letteratura, gli autori hanno scelto di trattare un elemento altrettanto importante, senza il quale la vittima resterebbe sola con la propria sofferenza, e che paradossalmente potrebbe diventare indirettamente una vittima (vittima di terzo livello – secondo la classificazione di Taylor e Frazer, 1981, ora Iacolino & Cervellione, 2019), ovvero l’operatore dell’emergenza. In realtà, si tratta di operatori, al plurale, poiché le figure professionali che offrono il proprio contributo in situazioni emergenziali sono più di una. Infatti, gli operatori dell’emergenza e i fattori di rischio e di protezione, che entrano in gioco durante un intervento d’emergenza, sono i temi centrali dell’intero manuale.

Gli autori trattano il concetto di “soccorritore” sia come figura professionale sia volontaria, risaltandone similitudini, diversità e le motivazioni alla base dell’azione d’aiuto, concludono il capitolo concentrandosi sulla figura professionale dello Psicologo dell’Emergenza, indicandone le conoscenze e la capacità di vario tipo: generali, individuali e tecniche-professionali; codeste risultano essenziali allo Psicologo dell’Emergenza per possedere i requisiti del sapere, del saper fare e del saper essere.

Il secondo capitolo approfondisce il tema dello stress riscontrabile negli operatori dell’emergenza, introducendolo con un caso molto significativo. L’analisi degli effetti stressanti che il ruolo di soccorritore comporta, pone la sua attenzione su tutte le potenziali reazioni psichiche negative che l’evento scatena nell’operatore, non tralasciando, tuttavia, le ripercussioni positive, riguardanti le strategie di coping per far fronte agli eventi stressanti. Gli autori illustrano, inoltre, gli aspetti neuropsicologici alla base delle reazioni agli eventi stressanti, e quindi, i meccanismi neurologici in funzione all’attivazione del sistema di difesa difronte al pericolo.

Punto essenziale del capitolo è l’impatto psicologico dell’evento sul soccorritore, l’esplicazione del concetto di trauma, evento traumatico e tutte le variabili intervenienti, dalle caratteristiche individuali a quelle ambientali, le quali possono determinare un risvolto psicopatologico nei soccorritori come il Disturbo da Stress Post Traumatico, ma anche una Crescita post-traumatica. È interessante notare come gli autori, per ogni argomento trattato, riescano ad esporre sia aspetti negativi che positivi, questo lascia un margine di speranza, una virtù essenziale nell’ambito dell’emergenza, sia per le vittime dirette che per le vittime indirette. Difatti, nel libro sono presentati interventi psicosociali per gli operatori, con lo scopo di ridurre i fattori di rischio e aumentare i fattori di protezione. Tra gli interventi gli autori hanno approfondito: il CISD (Critical Incident Stress Debriefing, Mitchell, 1983), chiarificando la differenza tra il debriefing e il defusing che spesso vengono confusi, l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing, Shapiro, 2002), la psicoterapia ipnotica e la psicoterapia cognitivo-comportamentale.

Il terzo e il quarto capitolo sono dedicati a una rassegna sistematica della letteratura rispettivamente nazionale e internazionale. A livello nazionale, la rassegna esplora gli studi sul personale di soccorso e le loro reazioni psichiche, infatti, l’interesse è stato diretto verso tutte le caratteristiche individuali tipiche di un operatore dell’emergenza, ad esempio, stategie di coping, resilienza, tratti di personalità, ma anche selezionando le indagini sulla qualità della vita degli operatori e sui risvolti psicologici come PTSD, sindrome di burnout, trauma secondario e vicario. A livello internazionale, l’analisi è stata focalizzata sui fattori di rischio e di protezione delle professioni di aiuto. Anche in questo caso i temi ricercati sono state le caratteristiche personologiche e i risvolti psicologici. Gli autori riportano tutte le analisi degli articoli selezionati sulla base delle procedure di selezione ed esclusione, elaborando delle ottime riflessioni finali, concludendo il manuale con un capitolo riepilogativo e comparativo in termini di risultati nazionali e internazionali. Dalle rassegne emerge, dunque, una nuova classificazione delle vittime di terzo livello, includendo diverse tipologie di operatori delineando un nuovo modello (Taylor e Frazer, 1981, ora Iacolino & Cervellione, 2019).

Personalmente ho trovato la lettura del libro scorrevole e chiara, ho osservato una buona pianificazione strutturale degli argomenti trattati e un’accurata revisione della letteratura. Ritengo che sia un libro adatto agli studi universitari non solo psicologici, ma anche in ambito sanitario e sociale, poiché tratta argomenti vicini ad aspetti legati alle professioni d’aiuto; inoltre è indicato per corsi di perfezionamento e Master nell’ambito della Psicologia dell’Emergenza e Psicotraumatologia. Ne consiglio la lettura a tutti coloro che abbiano interessi psicologici, e non solo nello specifico ambito dell’Emergenza.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Iacolino, C. & Cervellione B. (2019). Gli operatori dell’emergenza. Fattori di rischio e di protezione. Milano: Franco Angeli
  • Mitchell, J. T. (1983). When disaster strikes: The critical incident stress debriefing process. In Journal of emergency medical services (pp. 36-39).
  • Shapiro, F., & Maxfield, L. (2002). Eye movement desensitization and reprocessing (EMDR): Information processing in the treatment of trauma. Journal of clinical psychology, 58(8), 933-946.
  • Taylor, A. J. W. & Frazer, A. G. (1981), Psychological sequelae of operator overdue following the DC10 aircrash in Antartica.  Psychology, 27, 72.
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