La letteratura mostra risultati efficaci in relazione al trattamento terapeutico con EMDR negli adulti, ma poche sono le ricerche effettuate sull’effetto nei bambini e negli adolescenti; tuttavia, gli studi svolti fino ad ora confermano la validità dell’EMDR nel trattamento del PTSD infantile.
I bambini, come gli adulti, possono fare esperienza di eventi traumatici nel corso della loro vita; questi eventi (abusi, guerre, incidenti e disastri naturali) possono causare lo sviluppo in età infantile o adolescenziale del Disturbo da Stress Post Traumatico (PTSD, Luthra et al., 2009). Gli effetti e le conseguenze che il PTSD può avere sulla vita sociale e psicologica del bambino sono devastanti e spesso è frequente la comorbilità con altri disturbi psicopatologici, quali ansia, depressione e disturbi della personalità. Alcuni dei sintomi caratteristici del PTSD nei bambini e adolescenti sono: flashback e incubi riguardanti l’evento traumatico, difficoltà nell’espressione delle emozioni ed evitamento di luoghi, persone o attività che ricordano l’evento; disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione, iperattività, aumento dell’irritabilità e della rabbia (Foa, Keane, Friedman, & Cohen, 2008).
Possibili terapie per il trattamento del PTSD sono la terapia cognitivo-comportamentale focalizzata sul trauma (TF-CBT) e la terapia basata sulla desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari (EMDR). Nello specifico, la terapia EMDR si focalizza sul ricordo dell’esperienza traumatica ed è una metodologia che utilizza i movimenti oculari, o altre forme di stimolazione bilaterale alternata destra/sinistra, per trattare i disturbi legati direttamente ad esperienze traumatiche o particolarmente stressanti dal punto di vista emotivo. Dopo una o più sedute di EMDR, i ricordi disturbanti legati all’evento traumatico vanno incontro a una desensibilizzazione, perdono cioè la loro carica emotiva negativa e avviene un rapido cambiamento, una ristrutturazione cognitiva che permette di cambiare prospettiva, modificando la valutazione di sé e dell’evento e, di conseguenza, mettere in atto comportamenti più adattivi (Shapiro& Forrest, 2016).
La letteratura mostra risultati efficaci in relazione al trattamento terapeutico negli adulti, ma poche sono le ricerche effettuate sull’effetto nei bambini e degli adolescenti; tuttavia, gli studi svolti fino ad ora confermano la validità dell’EMDR nel trattamento del PTSD infantile, con percentuali superiori rispetto alla TF-CBT (Chen et al., 2018).
Lo scopo del presente studio è valutare se l’EMDR sia effettivamente una terapia efficace nel trattamento del PTSD e se influisce sui livelli d’ansia nei bambini e negli adolescenti. Più nello specifico, l’ipotesi è che l’EMDR riduca i sintomi della patologia, della depressione e dell’ansia nei bambini con PTSD dopo un follow-up di 6 settimane.
Il campione finale dei partecipanti era costituito da 30 soggetti con PTSD (20 ragazze e 10 ragazzi), di età compresa tra i 6 e i 18 anni. Gli strumenti utilizzati erano quattro questionari self-report, somministrati prima della terapia e sei settimane dopo la conclusione del trattamento terapeutico.
- Demographics questionnaire: è un questionario utilizzato al fine di ottenere informazioni sociodemografiche sui partecipanti della ricerca (età, sesso, famiglia, storia psichiatrica, dati specifici sull’evento traumatico…).
- Kiddle Schedule for Affective Disorders and Schizophrenia (K-SADS; Kaufman et al., 1997) per bambini e adolescenti: è un’intervista strutturata sviluppata per indagare la presenza di disturbi psichiatrici, attuali e passati, nei bambini e negli adolescenti.
- Child post-traumatic stress reactionindex (PTSD-I; Pynoos et al., 1987): è un questionario composto da 20 item che valutano la gravità dei sintomi post-traumatici nei bambini e negli adolescenti che hanno fatto esperienza di eventi traumatici.
- State-Trait Anxiety Inventory (STAI; Gaudry, Vagg, &Spielberger, 1975): è una misura sviluppata per determinare lo stato d’ansia e i livelli dei tratti d’ansia in contesti clinici e di ricerca. La scala è divisa in due parti: la prima parte misura l’attuale stato ansiogeno, mentre la seconda parte valuta i sentimenti generali d’ansia.
I risultati confermano l’ipotesi secondo cui l’EMDR sembra essere efficace per la risoluzione del trauma e, di conseguenza, allevia i sintomi d’ansia, depressione e stress in bambini e adolescenti con PTSD.
La ricerca non evidenzia nessuna differenza significativa tra il tipo di trauma (abusi, incidenti, catastrofi naturali…) e la risposta al trattamento; tuttavia, questi dati dovrebbero essere supportati anche da studi con campioni di dimensioni maggiori per poter essere generalizzati. Infine, il campione dei soggetti era costituito sia da coloro che utilizzano farmaci psicotropi e sia da coloro che non hanno utilizzato alcun farmaco durante la terapia: nell’analisi statistica, non è stata trovata nessuna differenza significativa tra i pazienti che hanno usato i farmaci e quelli che non lo hanno fatto, in termini di risposta al trattamento.
Un punto di forza del presente studio è che esso ha dimostrato un tasso minimo di abbandono, in quanto essendo l’EMDR una terapia più breve rispetto ad altre tipologie di terapie cognitive, la propensione a portarla a termine era maggiore. I limiti, invece, sono: la piccola dimensione del campione, l’assenza di un gruppo di controllo e la mancanza di misurazioni di follow-up. Pertanto, non è possibile fare deduzioni sugli effetti più a lungo termine dell’EMDR; un’altra limitazione è costituita dai fattori confondenti, come ad esempio il tipo di trauma e la frequenza del trauma. Infine, la mancanza di un’equa distribuzione dei sessi può essere considerata una limitazione, il numero di ragazze, infatti, era superiore a quello di ragazzi.