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Il tempo speso sui social media è collegato allo sviluppo di problemi di internalizzazione ed esternalizzazione? 

Uno studio longitudinale sulla possibile associazione tra l'uso dei social network e problemi di internalizzazione ed esternalizzazione

Di Gaia Butti

Pubblicato il 02 Ott. 2019

L’uso dei social media è largamente diffuso tra gli adolescenti degli Stati Uniti, offrendo agli utenti numerosi benefici. Potrebbe però costituire un fattore di rischio per lo sviluppo di problemi di internalizzazione ed esternalizzazione.

 

L’uso dei social media è largamente diffuso tra gli adolescenti degli Stati Uniti, uno studio condotto dalla PewResearch Center poll ha rilevato che il 97% degli adolescenti è solito usare almeno 1 tra questi 7 social media (YouTube, Instagram, Snapchat, Facebook, Twitter, Tumblr e Reddit), inoltre, il 95% degli adolescenti possiede o ha accesso ad uno smartphone e più del 90% passa molto tempo al giorno online. Allo stesso modo i social media offrono numerosi benefici agli utenti tra cui l’esposizione agli eventi attuali, la connessione interpersonale e il potenziamento delle reti di sostegno sociale.

Un quarto degli adolescenti ritengono che i social network abbiano un’influenza negativa sui loro pari poiché vi sono mancanze di contatto umano, opinioni irrealistiche sulla vita di altri, pressione dei pari, problemi di salute mentale e continui pettegolezzi. In molti studi è stato riscontrato un’associazione tra l’uso dei social media e i problemi di salute mentale in adolescenza, altri suggeriscono che un utilizzo prolungato dei social media venga associato a problemi di internalizzazione, a sintomi depressivi e di ansia.

Alcuni studi evidenziano anche un’associazione tra uso dei social media e problemi di esternalizzazione, come bullismo e problemi di attenzione. La prevalenza del Disturbo Depressivo Maggiore e dei sintomi depressivi sono aumentati tra gli adolescenti negli Stati Uniti, unitamente è stato riscontrato che le morti per suicidio negli adolescenti e il tasso di tentativi di suicidio sono incrementate drasticamente negli ultimi due decenni.

Il presente studio longitudinale, condotto dalla Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health, è stato pubblicato su Jama Psychiatry e ha l’obiettivo di indagare l’associazione tra l’uso eccessivo dei social media e i problemi di esternalizzazione e internalizzazione tra gli adolescenti. Lo studio era composto da 3 sessioni: la prima dal 12 settembre 2013 fino al 14 Dicembre 2014, la seconda dal 23 ottobre 2014 fino al 30 Ottobre 2015 e la terza dal 18 Ottobre 2015 fino al 23 Ottobre 2016. I ricercatori hanno utilizzato i dati dello studio Population Assessment of Tobacco and Health (PATH). I partecipanti in totale erano 6595 adolescenti con un’età compresa tra i 12 e i 17 anni, di cui il 51.3% erano maschi. Ai soggetti veniva somministrato il Global Appraisal of Individual Needs–Short Screener (GAIN-SS), uno strumento di screening volto ad identificare i probabili disturbi mentali e la gravità dei sintomi. Questo strumento presenta anche delle sottoscale volte ad individuare problemi di esternalizzazione e di internalizzazione. Ogni anno ai soggetti veniva chiesto quanto tempo trascorressero sui social media: nello specifico dovevano indicare, attraverso questionari self report, il tempo speso in rete (da 0 ≤ 30 minuti, o > 30 minuti ≤ 3 ore, o > 3 ore ≤ 6 ore, o > 6 ore).

Lo studio ha rilevato che meno del 17% degli adolescenti non utilizzava i social media, il 32% trascorreva meno di 30 minuti, il 31% da 30 minuti a 3 ore, il 12% dalle 3 alle 6 ore e l’8% più di 6 ore al giorno. Dai risultati emerge che circa il 9% dei partecipanti presentavano solo problemi di internalizzazione, mentre il 14% solo problemi di esternalizzazione, il 18% sia problemi di internalizzazione che di esternalizzazione, infine circa il 59% non presentavano alcun problema o i valori riportati non erano rilevanti. È interessante sottolineare come il genere dei partecipanti non influisse sull’uso dei social media e i problemi di salute mentale. Inoltre, confrontando l’uso dei social media per più di 3 ore al giorno con il non uso dei social media è emersa un’associazione significativa sia con i problemi di internalizzazione, sia con problemi di internalizzazione ed esternalizzazione in comorbilità, ma nessuna associazione significativa solo con i problemi di esternalizzazione.

Concludendo, gli adolescenti che trascorrono più di 3 ore sui social media sono più a rischio di sviluppare problemi di salute mentale, in particolare quelli di internalizzazione. Per questo motivo le ricerche future dovrebbero determinare se stabilire limiti sull’uso quotidiano dei social media, aumentare l’alfabetizzazione mediatica e riprogettare le piattaforme dei social media affinché possano essere mezzi efficaci per ridurre l’onere dei problemi di salute mentale.

 

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