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Le ragioni del minore nei contesti giudiziari – Report dal XXI Congresso Nazionale di Psicologia Giuridica

Report dal XXI Congresso Nazionale di Psicologia Giuridica, tenutosi a Chieti nei giorni scorsi.Tema centrale del congresso i minori nei contesti giudiziari

Di Michela Mazzeo

Pubblicato il 29 Ott. 2019

Aggiornato il 22 Nov. 2019 16:51

Nelle giornate del 25 e del 26 ottobre 2019 si è tenuto presso l’Aula Magna di Psicologia dell’Università G. d’Annunzio di Chieti, il XXI Congresso Nazionale di Psicologia Giuridica, organizzato dall’Associazione Italiana Psicologia Giuridica in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Psicologiche, della Salute e del Territorio.

 

Il tema cardine delle due giornate ha riguardato le ragioni del minore nei contesti giudiziari, prendendo in considerazioni i casi in cui il minore è messo al centro di processi civili, solitamente nei processi separativi, in cui il minore è vittima di reato e, inoltre, anche i casi in cui è il minore ad aver commesso un reato. Le due giornate sono state cariche di importanti spunti di riflessione e di elevate considerazioni, portate avanti da relatori di alto prestigio sia del mondo accademico che del mondo giudiziario.

Il Congresso si è aperto con i saluti del direttore del Dipartimento Luca Tommasi e del Presidente AIPG Paolo Capri, il quale ha ricordato l’illustre figura di Tommaso Sebastiano Sciascia, magistrato e membro del Consiglio Direttivo dell’AIPG, scomparso lo scorso 6 giugno, e da sempre sostenitore dell’incontro tra psicologia e giustizia. Il presidente Capri ha, inoltre, sottolineato l’importanza del concetto di salute, non intesa solo come assenza di malattia ma come benessere psicologico, fisico e sociale a cui ognuno ha diritto, e tale diritto si esplica anche con il diritto alla psicoterapia.

Per quanto riguarda la prima fase del Congresso, la Prof.ssa Paola Di Blasio, docente di psicologia dello sviluppo dell’ Università Cattolica di Milano ed autrice di numerosi testi, ha trattato della trumatizzazione del minore, partendo dal fondamentale concetto di trauma, inteso come stimolo esterno eccessivo, a cui non si riesce a reagire e che è capace di sopraffare l’individuo, denudandolo delle sue difese. Inoltre, la docente ha sottolineato l’effetto salutogenico della narrazione dell’evento traumatico, in quanto permette l’integrazione delle emozioni nella memoria autobiografica, l’elaborazione e la rielaborazione di esperienze, e la possibilità di riflessione e meta-riflessione. E’ interessante sottolineare anche come le situazioni stressanti possano facilitare il ricordo mentre se eccessivamente stressanti, possono impoverirla.

L’ARTICOLO PROSEGUE DOPO LE IMMAGINI DAL CONGRESSO

Psicologia Giuridica le ragioni del minore nei contesti giudiziari - Report IMM 1

IMM. 1 – Immagine dal XXI Congresso di Psicologia Giuridica

Psicologia Giuridica le ragioni del minore nei contesti giudiziari - Report IMM 2

IMM. 2 – Immagine dal XXI Congresso di Psicologia Giuridica

Illuminante è stato anche l’intervento del Prof. Pietro Ferrara, Pediatra dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, sulle conseguenze fisiche sul minore vittima di abusi, anche in età adulta, quali: obesità, diabete, cancro, problemi cardiaci, depressione, cefalee e deficit immunologici. Inoltre, a livello celebrale, anomalie anatomiche conseguenti al trauma ripetuto sono la riduzione ippocampale e l’attivazione anomale di aree cortico-frontali.

Nella seconda parte della giornata, il focus si è spostato sulle ragioni del minore vittima di reato, ed in particolare, il Magistrato di Cassazione Sandra Recchione si è occupata dell’importanza dell’ascolto del minore vittima di abusi e del ruolo determinante dello psicologo nei contesti giudiziari per diminuire gli effetti di traumatizzazione secondaria sul minore e per accertare le capacità testimoniale dello stesso, che è fondamentale ai fini processuali. Inoltre, lo psicologo dovrebbe divenire un mezzo di tramite tra l’autorità intervistatrice e il piccolo testimone, spesso vittima di abusi.

La seconda giornata è iniziata con uno spostamento dell’attenzione sul minore autore del reato, su cui il Magistrato e Capo Dipartimento per la Giustizia minorile Gemma Tuccillo ha egregiamente riflettuto, sulla scorta della sua esperienza trentennale nell’ambito. In particolare, ha sottolineato come nei territori intrinsechi di criminalità organizzata, è fondamentale il problema del recupero del minore, che se pur desideroso di cambiare, è frenato dalla paura di percepirsi ed essere percepito come traditore. Pertanto, sarebbe spesso necessario includere anche le famiglie in questo percorso di reinserimento, affinchè il giovane si sganci dalla paura del tradimento. Inoltre, la Dott.ssa Tuccillo ha sottolineato la fondamentalità del diritto alla speranza e che questo sia supportato dalle istituzioni: le istituzioni devono credere nella capacità del minore di cambiare e di redimersi, e la comunità dovrebbe essere aperta all’accoglienza. Questo principio è alla base della “messa alla prova”, un provvedimento capace di testare il senso di responsabilità del minore in relazione ad un percorso di reinserimento, che se ha esito positivo, porterebbe all’uscita del minore dal circuito penale.

Fondamentale al Congresso è stata la figura del Dott. Fulvio Giardina, Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, che ha sottolineato la straordinaria importanza dello psicologo in ambito giudiziario e in ogni ambito della salute, in quanto portatore di una cura primaria.

L’intero Congresso è stato animato da tre importanti tavole rotonde, a cui hanno preso parte altre autorevoli figure:

  • Nella prima tavola rotonda, condotta da Paolo Capri, si è discussi della relazione del minore con i genitori nei processi separativi, a cui hanno preso parte il Magistrato Cecilia Angrisano, la Prof.ssa Maria Cristina Verrocchio, professore associato di Psicologia Clinica dell’Università d’Annunzio e organizzatrice dell’evento, il Dott. Rocco Emanuele Cenci, Psicologo e psicoterapeuta, la Dott.ssa Anita Lanotte, psicologa e psicoterapeuta e l’ Avvocato Anna Berghella. Le tematiche toccate sono state varie, quali: le modalità di influenza del minore figlio di genitori aventi una relazione patologica, la triangolazione in questi casi o l’assenza di considerazione del bambino nei contesti di separazione.
  • La seconda tavola è stata condotta dalla Dott.ssa Lanotte sulla testimonianza e sul testimone in ambito minorile. Ne hanno preso parte il Presidente Capri, il Magistrato Paola Braggion, la Prof.ssa Cristiana Valentini, docente di diritto processuale penale all’Università d’Annunzio e la Dott.ssa Marilena Mazzolini, psicologa e psicoterapeuta. I temi emersi sono stati: l’importanza della relazione temporanea empatica per la testimonianza del minore, la suggestionabilità del minore, il ruolo dell’ausiliario.
  • Infine, nella terza tavola, presieduta dalla Dott.ssa Lucia Chiappinelli, dirigente psicologa, si è discusso di senso di responsabilità e discernimento nel minore. Ne hanno preso parte la Dott.ssa Carmela De Giorgio, dirigente psicologa, l’avv. Anna Di Loreto, la Dott.ssa Maria Perna, sostituto procuratore della Repubblica e la dott.ssa Maria Rupil, psicologa. Le tematiche emerse hanno riguardato il concetto di imputabilità, la valutazione di responsabilità del minore, l’individualizzazione del provvedimento minorile, il ruolo del contesto di riferimento del giovane, i reati del web, cyberbullismo e sexiting.

Il Congresso è stato, quindi, una immersione preziosa e precisa nel mondo della psicologia giuridica, ricordando la relazione fondamentale tra le due discipline e l’importanza della tutela e del benessere del minore, che dovrebbe essere la finalità in ogni contesto giudiziario. Inoltre, la prevenzione del reato è sicuramente un aspetto sottolineato e da non dimenticare.

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