La depressione è un disturbo di natura genetica? No secondo gli autori dell’articolo “No Support for Historical Candidate Gene or Candidate Gene-by-Interaction Hypotheses for Major Depression Across Multiple Large Samples”, recentemente pubblicato sull’American Journal of Psychiatry.
Nell’ ambito della ricerca sui disturbi mentali uno degli interrogativi che più di altri sembra guidare gli studiosi nel loro lavoro è “Nature or nurture?”. La diatriba, infatti, porta spesso i ricercatori a chiedersi se l’etiologia di molti disturbi psichici si possa attribuire principalmente a fattori genetici o a influenze ambientali. Uno dei disturbi più frequentemente al centro di questo interrogativo è il disturbo depressivo maggiore.
Per la precisone, in letteratura sono stati identificati 18 geni coinvolti nello sviluppo della depressione, che hanno da sempre suggerito un forte impatto della variabile genetica nell’eziologia del disturbo.
Uno studio condotto in Colorado però getta nuova luce sulla natura della depressione: per la prima volta i ricercatori hanno utilizzato una ricchissima banca di biodati con genoma, provenienti da vasti campioni di popolazione clinica e di controllo, effettuando così una raccolta dati su oltre 620.000 individui.
Gli autori hanno condotto una serie di analisi sugli effetti dei polimorfismi dei 18 geni individuati in letteratura, sull’interazione tra polimorfismo genetico e ambiente, sugli effetti dei geni in relazione alle differenti tipologie di disturbi depressivi e sui moderatori ambientali (abuso fisico, abuso sessuale, avversità socioeconomiche, ecc).
Qual è dunque il ruolo dei geni nello sviluppo della depressione?
I risultati ottenuti non mostrerebbero alcuna significativa associazione tra polimorfismo del gene esaminato e fenotipi della depressione, né alcun effetto moderatore del polimorfismo genico sull’ambiente. I 18 geni prima ritenuti centrali nello sviluppo del disturbo depressivo, ci dicono i ricercatori, non risulterebbero associati al fenotipo depressivo più di altri geni non candidati.
Come spiegare allora anni di ricerche e studi controllati che hanno evidenziato il ruolo centrale di determinati geni nello sviluppo del disturbo depressivo? Secondo i ricercatori, in passato le analisi sono state condotte su campioni di grandezza molto limitata, i cui risultati potrebbero aver dato vita a dei falsi positivi.
Tuttavia, commentano gli autori dello studio, questo non ci deve portare ad abbandonare la ricerca sui fattori biologici e genetici coinvolti nell’eziologia dei distrubi mentali.
I risultati delle loro analisi potrebbero aiutare invece a rispostare l’attenzione al fondamentale ruolo dell’ambiente nello sviluppo dei disturbi psichici, spesso vittima di un determinismo biologico che rischia di far perdere di vista l’importanza degli aspetti psicosociali del benessere e la necessità di promuovere interventi di prevenzione di natura psicologica, relazionale e sociale.