expand_lessAPRI WIDGET

La mente strategica. Come sfruttare al massimo il nostro potenziale mentale per godere a pieno la vita – Recensione del libro

La mente strategica è un libro che racconta l'approccio strategico breve, secondo cui la sofferenza personale si nutre di credenze disfunzionali rigide.

Di Francesca Vinciullo

Pubblicato il 08 Mag. 2019

La mente strategica è un libro positivo, concreto, serio ma di facile lettura, adatto a chiunque voglia dare una nuova possibilità alla sua mente per vivere al meglio.

 

«Poiché tutto è un riflesso della nostra mente, tutto può essere cambiato dalla nostra mente»: il significato di questo libro è tutto racchiuso in queste semplici parole, con le quali si apre il primo capitolo de La mente strategica. Un saggio ‘strategico’ sull’importanza dello sfruttare a pieno la nostra mente per raggiungere quello stato di benessere e soddisfazione personale a cui tutti aspiriamo. L’autrice è Francesca Luzzi, psicologa, psicoterapeuta, allieva del prof. Nardone e collaboratrice ufficiale del Centro di Terapia Strategica di Arezzo.

Cos’è la mente strategica?

Facciamo una premessa. Cosa si intende quando parliamo di Terapia Strategica Breve? Si tratta di un modello clinico di psicoterapia, formulato da Paul Watzlawick ed evoluto da Giorgio Nardone, il cui costrutto operativo centrale sostiene che sono le strategie messe in atte per gestire un problema ad alimentare le difficoltà, conducendo alla strutturazione di un vero e proprio disturbo. Questi tentativi di soluzione dei problemi, inizialmente funzionali alla loro risoluzione, si trasformano in disadattivi, a causa del loro utilizzo in modo rigido ed esasperato, fino a diventare il fulcro della sofferenza personale. Per questo motivo, la psicoterapia mira a potenziare una logica strategica caratterizzate da una serie di tattiche e stratagemmi per risolvere tutta la rigidità patologica del disturbo e portare al raggiungimento del benessere. L’individuo è così parte attiva nel processo di cambiamento che può avvenire solamente attraverso esperienze emozionali correttive in cui sperimentare la capacità di poter gestire le difficoltà con le proprie capacità, senza essere schiavi di comportamenti rigidi e controproducenti. La mente strategica può quindi essere definita come l’assetto mentale che permette questo cambio di rotta in virtù di atteggiamenti ed abitudini più elastici ed orientati strategicamente alla risoluzione di un problema.

Presupposto per questo viraggio è la considerazione che la realtà oggettiva si differenzia largamente dalla realtà soggettiva, che rappresenta il significato personale che ciascuno dà agli oggetti e agli eventi che ha intorno. Questa scoperta rivoluzionò profondamente gli studi sulla relazione dell’uomo con se stesso, gli altri e l’ambiente, già a partire dagli anni sessanta del secolo scorso. L’uomo è guidato da logiche, credenze ed autoinganni che utilizza per spiegare ciò che ha attorno, per dare significato alle sue scelte, alla sua esistenza. Ci comportiamo in base a ciò che crediamo e crediamo in ciò che ci dà più sicurezza, che conosciamo. Così preferiamo avere conferme al nostro modo di pensare che provare a cambiarlo. Questo circolo vizioso nel quale spesso si trova la nostra mente rappresenta il processo alla base della sofferenza mentale che si nutre di autoinganni e credenze disfunzionali per guidare le nostre scelte.

Che fare allora? Bisognerebbe coltivare il coraggio di osservare gli eventi in termini pragmatici per capire ciò che funziona e ciò che non funziona e quindi ciò che ci occorre per stare bene e ciò che non ci aiuta. L’autrice di La mente strategica introduce allora due concetti chiave per spiegare alcuni processi della mente umana: il primo è quello di resistenza personale al cambiamento, che comprende sia il nostro modo ingannevole di leggere la realtà che i nostri tentativi di soluzione ai problemi, il secondo è quello di problem solving strategico che è la capacità di trovare soluzioni a problemi apparentemente impossibili. Comprendere che la nostra sofferenza deriva in larga parte da un assetto mentale disfunzionale, e non utile al raggiungimento del benessere, e che tale assetto può essere cambiato, con pazienza ed impegno, è il punto di partenza per trovare un nuovo modo di essere nel mondo.

Trasformare il controllo in una risorsa

Quando parliamo di controllo ci riferiamo ad un costrutto psicologico che è stato largamente studiato in ambito psicologico e approfondito trasversalmente ai numerosi orientamenti clinici. Il controllo si riferisce al bisogno di controllo assoluto – sulla realtà, sull’emotività, sugli altri – che spinge la persona a mettere in atto una serie di strategie rigide e ripetitive al fine di controllare il più possibile il proprio mondo interiore ma anche, talvolta, quello degli altri. Il controllo rappresenta così la soluzione ad un problema, ovvero la percezione ansiosa di mancanza di controllo ed è sorretto da credenze disfunzionali. La persona distorce la realtà considerandola pericolosa e considera se stessa come incapace a fronteggiarla: queste credenze alimentano una sensazione di mancanza di controllo, necessario ed imprescindibile, che sostiene a sua volta pattern comportamentali rigidi.

Assodate le conseguenze negative del bisogno di controllo, tra cui l’incapacità assoluta di gestire anche la minima mancanza di esso, l’autrice introduce una risorsa chiave della mente strategica, ovvero il controllo strategico. Il rovescio positivo della medaglia. Il lato strategico del controllo fa riferimento alla nostra percezione di controllo, in base alla quale il controllo vero, effettivo, conta ben poco, è la percezione soggettiva di averlo che fa la differenza. Quello che serve per una mente strategica è coltivare la sensazione di poter agire sulla realtà, credendo fermamente di potercela fare: è questo il controllo strategico, che parte dalla capacità di ascoltare i propri bisogni per comportarsi in modo funzionale, adattivo, flessibile.

L’arte della ristrutturazione

Osservare, dubitare delle nostre certezze, rivedere, mettere in discussione i nostri pensieri: è questa l’arte della ristrutturazione, quella capacità di osservare le cose con occhi nuovi e individuare nuove prospettive. Ciò non significa negare che possono accadere eventi spiacevoli ma trovare qualcosa di positivo nei momenti sfavorevoli, come una luce che fa strada nell’oscurità. Non è facile, ma possibile. Una tra le forme più potenti di ristrutturazione è il senso dell’umorismo, ovvero la capacità di saper ridere di una cosa in modo da vederla sotto una nuova ottica. E, ancora una volta, non si tratta di negare l’evento negativo ma di osservarlo e trasformarlo in qualcosa di nuovo.

L’uomo interagisce continuamente con l’ambiente e fa nuove esperienze alle quali dà ogni volta un significato sulla base del proprio modo di pensare. Questa creazione di senso, che noi effettuiamo continuamente nei confronti della realtà, rappresenta così la nostra possibilità per scegliere chi vogliamo essere, attraverso sbagli, cadute, prove ed errori fino a trovare la nostra strada, ciò che ci appassiona veramente. La mente umana può essere curiosa, avventurosa e perseverante, basta volerlo.

Strategie concrete per la mente strategica

Nel corso del sesto capitolo l’autrice passa ad analizzare una serie di strategie concrete per allenare la mente nella vita di tutti giorni. Si tratta di piccoli e concreti obiettivi quotidiani che ci porteranno a grandi cambiamenti di vita. Parti dal fare piccoli passi giornalieri e questi diventeranno le tue abitudini. Alcuni esempi? Evitare la rigidità mentale, accettare emozioni e pensieri negativi, mantenere un dialogo positivo con se stessi ed il mondo, evitare di evitare. Tanti piccoli, e fondamentali, allenamenti quotidiani molto utili per apprendere nuovi modi di stare nel mondo perché il nostro benessere dipende proprio dal modo di interagire con la realtà circostante, con noi stessi e con gli altri. E questo modo può essere acquisito ogni giorno, con pazienza e coraggio. Perché essere felici è una scelta.

La mente strategica è un libro positivo, concreto, serio ma di facile lettura, adatto a chiunque voglia dare una nuova possibilità alla sua mente per vivere al meglio. Attraverso osservazioni cliniche, esempi pratici e strategie concrete aiuta a comprendere la teoria esposta e a stimolare un approccio mentale nuovo, libero da rigidi condizionamenti e finalmente più flessibile.

Si parla di:
Categorie
SCRITTO DA
Francesca Vinciullo
Francesca Vinciullo

Dottore Magistrale in Psicologia Clinica

Tutti gli articoli
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Luzzi, F. (2018). La mente strategica. Come sfruttare al massimo il nostro potenziale mentale per godere a pieno la vita. StreetLib editore.
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Metacognizione: caratteristiche, sottocomponenti e principali teorie
Metacognizione: saper leggere se stessi e gli altri… una chiave per favorire il benessere

La metacognizione è quella funzione mentale che permette di accedere consapevolmente e districare ciò che abbiamo in mente oppure di leggere e fare inferenze plausibili e flessibili su ciò che le altre persone provano e pensano. Un deficit a tale livello si riscontra spesso in pazienti con disturbo di personalità.

ARTICOLI CORRELATI
“Devo”, “Devi”, “Bisogna”: cosa sono le doverizzazioni e quali sono i loro effetti

Secondo la REBT le doverizzazioni sono le credenze irrazionali per eccellenza, centrali nella sofferenza psicologica

Catastrofizzazione: credenze irrazionali e previsioni negative
Cosa si intende per catastrofizzazione

La catastrofizzazione è una credenza irrazionale che porta sofferenza emotiva, in particolare predispone ad emozioni intense di ansia e paura

WordPress Ads
cancel