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Identità di genere: il ruolo delle esperienze sociali nella modificazione epigenetica cerebrale

Nello sviluppo epigenetico di un individuo le disparità di trattamento, aspettative, influenze sociali influenzano la costruzione dell'identità di genere?

Di Giulia Samoré

Pubblicato il 30 Apr. 2019

Aggiornato il 26 Giu. 2019 11:04

Nonostante gli studi sempre più numerosi sull’ identità di genere, scarsa attenzione è stata posta al modo in cui la traiettoria evolutiva di un individuo possa subire una modificazione a partire dalle interazioni sociali in cui il genere di appartenenza ha un ruolo determinante. 

 

Sebbene nel linguaggio comune i termini “sesso” e “genere” vengano utilizzati in maniera intercambiabile, nell’ambito delle scienze sociali il termine gender è un forestierismo preso a prestito dalla lingua inglese per indicare l’insieme delle caratteristiche esibite da un individuo in un contesto sociale, in accordo con l’identità ed il ruolo di genere da egli stesso percepiti, che a loro volta influenzano le interazioni sociali con gli altri individui e la società in genere.

Il sesso di appartenenza di un individuo è determinabile in maniera relativamente semplice facendo riferimento ai caratteri sessuali, biologicamente determinati, che generalmente dicotomizzano i soggetti in maschile e femminile; tuttavia i primi studi sull’intersessualità, condizione per cui un individuò può esibire alla nascita cromosomi sessuali e/o caratteri sessuali primari o secondari appartenenti ad entrambi i sessi, hanno sollevato la questione di come questi individui, una volta adulti, si riconoscessero, autodeterminandosi, un’ identità di genere non sempre conforme al sesso assegnato loro mediante gli interventi chirurgici di correzione dell’ambiguità genitale. Similarmente, il fenomeno del transgenderismo (o della transessualità, termini con due sfumature differenti che fanno capo allo stesso fenomeno), vede individui che si percepiscono in maniera difforme al sesso biologico di appartenenza adottare un’ identità di genere coerente col proprio vissuto interiore, decidendo o meno di adeguare chirurgicamente i propri caratteri sessuali al genere percepito. Questi esempi chiarificano come sesso e genere siano in realtà due aspetti differenti e non necessariamente congruenti nel complesso costrutto identitario di un individuo.

Identità di genere: le implicazioni biologiche a livello epigenetico

Se da tempo la ricerca scientifica si è dedicata a identificare i dimorfismi cerebrali che occorrono nel cervello maschile e femminile a seguito del processo di differenziazione sessuale che avviene in fase embrionale, tuttavia scarsa attenzione è stata riservata alle implicazioni biologiche che l’ identità di genere possa avere a livello epigenetico sull’individuo, in altre parole come la traiettoria evolutiva di un individuo possa subire una modificazione a partire dalle interazioni sociali in cui il genere di appartenenza sia determinante.

I ricercatori della Georgia State University, Cortes, Cisternas e Forger (2019) hanno per la prima volta raccolto i risultati delle ricerche che sembrerebbero avvalorare l’esistenza di tali modificazioni epigenetiche, prendendo a modello studi comparativi eseguiti sui ratti così come quei casi, dagli autori definiti gendered experiences, in cui il trattamento riservato ad un gruppo di individui risentisse delle implicazioni determinate socialmente dall’appartenenza ad uno specifico genere.

Nello studio di Edelmann ed Auger (2011) citato dagli autori, dei ratti femmina appena nati venivano spazzolati di frequente con un pennello per simulare le cure materne generalmente riservate ai cuccioli maschi: il risultato ottenuto fu che il pattern di metilazione del DNA e l’espressione del gene alfa recettore per gli estrogeni nell’amigdala si “mascolinizzassero”. Un esempio tratto da una pagina della storia dell’Uomo, è invece rappresentato dalla politica del figlio unico attuata in Cina come tentativo di controllo demografico. Durante la Grande Carestia Cinese del 1959-61, le famiglie si trovarono costrette a favorire i figli maschi riservando a questi ultimi le poche risorse disponibili, risultando in una differenza significativa nel livello di alfabetizzazione, abbandono, disabilità e trascuratezza riscontrabili nelle donne ad una generazione di distanza (Mu et Zhang, 2011). Da ultimo, gli autori riportano gli esempi dell’utilizzo dei cosmetici e dell’assunzione di alcool come comportamenti fortemente influenzati dal ruolo di genere quale costrutto sociale (ovvero l’insieme di quelle aspettative e caratteristiche che l’individuo è portato a ricercare per rientrare nell’archetipo di uomo o donna valido nella società di appartenenza). Da un lato, l’alta concentrazione di parabeni e ftalati presenti nei prodotti cosmetici destinati alla fruizione femminile comporta una più alta concentrazione nelle urine di tali sostanze che, come avvalorato dalla sperimentazione sui topi, risulta ancora una volta in modificazioni nella metilazione del DNA nel cervello e nell’espressione della metiltranferasi del DNA; dall’altra, le differenze culturali circa l’accettabilità sociale dell’uso e abuso di alcool, determina in alcuni casi esempi di netta disparità tra i sessi per quanto riguarda l’effettivo consumo di tale sostanza.

In conlusione, Cortes, Cisternas e Forger (2019) offrono una riflessione su quante e quali differenze nello sviluppo epigenetico di un individuo possano essere causate dalle disparità di trattamento, aspettative, influenze sociali che costituiscono le gendered experiences, le quali si andranno a sommare, influenzandosi vicendevolmente durante tutto il corso della vita dell’individuo, ipotizzando inoltre come una minore o maggiore aderenza ai costrutti sociali di ruolo di genere possano comportare ulteriori differenze significative anche tra individui che si riconoscono in una stessa identità di genere.

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