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Bambini tra incudine e martello: essere figli di genitori separati

Genitori e separazione: quando le cose vanno male, ciò che garantisce ai figli la base sicura di cui hanno bisogno è la cooperazione tra mamma e papà

Di Andrea Perdichizzi

Pubblicato il 02 Apr. 2019

Il ruolo genitoriale non si esaurisce con il termine di un matrimonio, bensì continua per sempre. Tuttavia, l’esperienza clinica obbliga i professionisti della salute mentale a confrontarsi sempre più spesso con genitori arrabbiati, rancorosi, pieni di odio e rabbia nei confronti del genitore da cui si sono separati.

*In questo articolo farò riferimento a mamma e papà, ma i principi psicologici descritti valgono esattamente per le famiglie omogenitoriali, dove ci sono due mamme o due papà.*

 

Genitori.. anche dopo la separazione

Spesso, con la separazione, mamma e papà restano bloccati in una sorta di agonismo esistenziale, dove il focus della loro attenzione si sposta dal benessere del bambino al pretendere di diventare il genitore migliore del mondo, il genitore perfetto (che non esiste), come se questo potesse riparare al dolore dei figli, sacrificando inevitabilmente il rapporto con l’ex-partner.

Questi genitori perdono di vista un paradosso ingannevole ma dal valore inestimabile: “i ragazzi stanno bene” non quando i genitori tentano di dimostrarsi reciprocamente di essere premurosi, attenti, sensibili, ma quando riescono a dare un’immagine di sé pacifica e collaborativa nei confronti dell’altro genitore. Forse non è possibile spiegare a parole quanto sia importante per qualunque bambino (o forse solo un bambino riesce a farlo) vedere che i propri genitori vanno d’accordo anche se hanno deciso di non vivere più insieme. Attenzione: questo non significa che debbano continuare a volersi bene, capita raramente e i bambini questo lo sanno.

Separazione: due famiglie in gioco

Non è importante che i genitori funzionino bene singolarmente, i bambini devono poter contare sulla loro cooperazione perché é solo questa che garantisce quel senso di sicurezza, quella base sicura in grado di prevenire l’unico vero grande fallimento di una coppia di genitori: l’inversione del ruolo genitoriale, ovvero il fenomeno psicologico nel quale sono i figli a doversi assumere il ruolo adulto di chi riporta calma e pace all’interno di una famiglia già ferita da una separazione, perché i genitori non riescono ad andare d’accordo su niente.

Spesso anche fratelli e sorelle, insieme ai genitori di mamma e papà, contribuiscono all’incremento di questo clima di tensione e odio. Pensando di difendere i diritti del proprio caro, nonni e zii gettano benzina sul fuoco, invece di aiutare mamma o papà a non farsi travolgere dalle emozioni, alimentando l’agonismo nella coppia genitoriale e perdendo così di vista il benessere dei bambini che invece dovrebbe essere sempre al primo posto.

Così i bambini si ritrovano fra incudine e martello, subiscono gli attacchi aggressivi di un genitore verso l’altro e si ritrovano a diventare contenitori di insulti, offese, ripicche e dispetti. Non sorprende che, una volta adolescenti, questi ragazzi possano iniziare a strumentalizzare il rapporto conflittuale dei genitori per ottenere ciò che vogliono o per giustificare comportamenti inadeguati a casa e a scuola, oppure nel gruppo dei pari.

Genitori tra separazione e diagnosi dei figli

Questi principi sono ancora più validi nel momento in cui la separazione dei genitori si verifica subito prima o poco dopo una diagnosi di disturbi del neurosviluppo come il Disturbo dello Spettro Autistico, i DSA (Disturbo Specifico dell’Apprendimento), l’ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività), il DOP (Disturbo Oppositivo Provocatorio), o la SDT (Sindrome di Tourette). Questi disturbi spesso mettono a dura prova la coppia. La cooperazione attiva tra genitori separati di bambini con una diagnosi di disturbo neurobiologico è ancor più necessaria per il benessere di un figlio già in difficoltà per via del suo disturbo.

Per concludere, non capita di rado che nello studio degli psicologi entrino genitori che pensano di avere un “figlio rotto” e che basti portarlo dallo psicologo per farlo aggiustare. Non é così, é importante prima di tutto fare i conti con se stessi come genitori, ristabilire un contatto cooperativo con l’altro genitore anche quando questo costa molta fatica, perché il benessere di un figlio non può prescindere dal fatto che mamma e papà, anche se separati, riescano ancora a comunicare fra loro per salvaguardare e tutelare la salute mentale della creatura che hanno messo al mondo. Insieme.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Cecatiello A. & Clerici C.A. (2016) “I miei genitori si dividono. E io? Separarsi e divorziare tutelando se stessi e i figli” Edizioni Red!
  • Ferraris A. O. (2014) “Dai figli non si divorzia. Separarsi e rimanere buoni genitori” Edizioni BUR Parenting
  • Koch C. & Strecker C. (2014) "Mamma e papà si separano. Consigli psicologici e pratici per affrontare la separazione e spiegarla ai propri figli” Edizioni Erickson
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