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Esercitare il controllo sulla fonte di stress: i possibili benefici in età adolescenziale

Il grado di controllo che percepiamo di avere sulla fonte di stress sembra avere un ruolo protettivo rispetto allo sviluppo di psicopatologie in età adulta

Di Erica Benedetto

Pubblicato il 13 Mar. 2019

Aggiornato il 08 Mag. 2019 09:56

Un recente studio ha dimostrato che avere una percezione di controllo sulla fonte causa di stress, in adolescenza, consente di diminuire gli effetti dell’evento o della situazione stressogena in età adulta, fino al punto di ridurre il rischio di un successivo esordio di disturbo mentale.

 

L’esposizione a eventi stressanti durante l’adolescenza intensifica la vulnerabilità e il rischio di sviluppare psicopatologie durante l’età adulta, come per esempio dipendenza da droghe, disturbi dell’umore, ansia, dipendenza dal gioco d’azzardo, disturbo da deficit dell’attenzione e dell’iperattività.

Lo studio

Un recente studio condotto dall’Istituto di Neuroscienze dell’Università Autonoma di Barcellona ha indagato i fattori implicati nella riduzione dello stress utilizzando tre gruppi di ratti di sesso maschile. Un gruppo è stato sottoposto, in età adolescenziale, a diverse sessioni di eventi stressogeni che potevano essere controllati agendo in un certo modo (attraverso l’interruzione o la prevenzione). Il secondo gruppo ha partecipato allo stesso numero di sessioni stressanti, ma il comportamento dei ratti, in questo caso, non aveva alcun effetto sugli eventi (stress incontrollabile). Il terzo gruppo ha svolto la funzione di controllo e non è stato sottoposto a situazioni causa di stress.

Durante queste esposizioni, i ricercatori hanno quantificato l’intensità delle reazioni dei ratti agli stimoli stressanti mediante la misurazione delle risposte endocrine per via dell’attivazione dell’asse ipotalamo-iposfisi-surrene (HPA). Successivamente, nella fase adulta, sono stati condotti ulteriori esperimenti per misurare le variabili cognitive e l’espressione del recettore dopamina del tipo 2 nello striato dorsale, un’area del cervello rilevante per i comportamenti misurati.

I risultati dello studio hanno indicato che l’attivazione dell’asse HPA indotta attraverso lo stress controllabile (gruppo 1) e incontrollabile (gruppo 2) era il medesimo nella prima esposizione. Dopo ripetute esposizioni, invece, il gruppo con la variabile dello stress controllabile ha dimostrato di avere una risposta attenuata dell’HPA. Nella fase adulta, inoltre, il secondo gruppo (esposto allo stress incontrollabile in età adolescenziale) ha sviluppato una maggiore impulsività motoria e una minore flessibilità cognitiva, effetti che non si sono invece presentati negli animali del primo gruppo (stress controllabile). Altri aspetti, come l’attenzione e l’impulsività cognitiva, non sembrano essere stati influenzati dallo stato di stress. Allo stesso tempo, gli effetti comportamentali dello stress incontrollabile sono stati associati ad un aumento dei recettori dopaminergici di tipo 2 nello striato dorsale, struttura coinvolta nell’impulsività e nell’inflessibilità cognitiva.

In conclusione

È chiaro che essere esposti a situazioni stressanti abbia effetti comportamentali e fisiologici negativi a breve e lungo termine, ma ci sono diversi fattori che potrebbero mitigare l’impatto dello stress. Questo studio evidenza proprio come uno di questi fattori sia riferibile alla possibilità di avere una qualche forma di controllo sulla fonte di stress.

Sulla base dei risultati ottenuti attraverso questo studio è possibile dunque ipotizzare ad un piano di intervento preventivo volto a sviluppare strategie mirate all’aumento della propria percezione di controllo sulla fonte di stress in adolescenza, che potrebbero attenuare gli effetti negativi delle esperienze stressanti durante l’età adulta, oltre a ridurre la vulnerabilità a certe psicopatologie.

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