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Per favore diteci: cosa è la psicoanalisi? Pratica empiricamente supportata o fantasticheria?

Se un paziente va in uno studio di psicoanalisi, magari avendo letto che è una disciplina supportata empiricamente, cosa andrà a ricevere?

Di Giancarlo Dimaggio

Pubblicato il 01 Mar. 2019

Se un paziente va in uno studio di terapia cognitiva sa con una certa sicurezza che le tecniche applicate appartengono a un repertorio supportato empiricamente. Se un paziente va in uno studio di psicoanalisi, magari avendo letto che è una disciplina supportata empiricamente tanto quanto il cognitivismo, cosa andrà a ricevere?

 

I dati sull’equivalenza dell’efficacia delle varie forme di psicoterapia continuano ad accumularsi e questo induce ad andare in alcune direzioni:

  1. Capire cosa funziona per chi e di conseguenza individualizzare il trattamento;
  2. Avere a disposizione conoscenza dai vari modelli di terapia e utilizzarla secondo un razionale coerente.

Sono convinto di questo e nel dibattito su quale sia il trattamento più efficace non mi schiero. La mia appartenenza è cognitivista ma se studi di psicoanalisi o terapie umanistiche portano strumenti che arricchiscano la mia pratica li accolgo.

Il modo di lavorare attraverso la relazione terapeutica, per me fondamentale, l’ho imparato tutto dalla tradizione psicoanalitica. Ci sono ormai molte forme di terapie dinamiche supportate empiricamente, per un ampio range di disturbi psicologici.

Gli psicoanalisti possono, se vogliono, dire che la loro disciplina ha supporto empirico e ne sono contento.

Però un attimo. I fruitori, ovvero i pazienti, devono sapere in che mani vanno a finire. Se un paziente va in uno studio di terapia cognitiva sa con una certa sicurezza che le tecniche applicate appartengono a un repertorio supportato empiricamente. Poi saranno utilizzate con più o meno competenza, ma questo è un altro discorso.

Se un paziente va in uno studio di psicoanalisi, magari avendo letto che è una disciplina supportata empiricamente tanto quanto il cognitivismo, cosa andrà a ricevere?

Su questo ho molti dubbi. Lo psicoanalista, o il terapeuta psicodinamico, appartiene a quelli che leggono le ricerche in psicoterapia, adottano modelli della mente compatibili con la scienza psicologica contemporanea e adattano la loro pratica alla conoscenza emergente.

Ecco, non lo so.

Se leggo articoli come questi mi vengono dubbi. Tale Aya Zeidel scrive sull’American Journal of Psychoanalysis un articolo chiamato “Female anatomy and hysterical duality”. La data di pubblicazione è 7 febbraio 2019. Già il titolo fa pensare a un errore, sarà magari una ristampa di un articolo del 1919. O del 1949. Che ne so? E invece è apparso ora!

Sapete cosa sostiene? Che la dualità isterica (cosa sarà mai?) la si può spiegare sulla base di aspetti duali e contradditori della sessualità femminile: uno che deriva dalle sensazioni vaginali e uno da quelle clitoridee. Questi due sentieri verso il piacere creerebbero, a detta dell’autrice, una scissione (split) fondamentale tra la rappresentazione dello spazio interno (immagino che intenda la cavità vaginale, così, a intuito) luogo di contenimento e maternità (quasi poetica la tipa, eh?) e tra rappresentazioni legate all’autoerotismo (giuro, dice proprio così) e alla cancellazione della presenza dell’Altro (con la A rigorosamente maiuscola) e dei suoi bisogni.

In un altro articolo uscito sulla Psychoanalytic Review cerca di scoprire in che modo le parti nascoste della nevrosi ossessiva siano legati a processi estetici, erotici e di fantasia.

Ora, mi rifiuto nel modo più categorico di ragionare teoricamente su queste corbellerie. Il problema è che: entrambi gli studi che cito non sono stati pubblicati sul giornalino della parrocchia, ma li trovate su Pub Med!

È lecito chiedere agli psicoanalisti di dire in modo chiaro: quello che faccio nel mio studio non ha niente a che fare con queste idee? Non si può giocare su due tavoli (a proposito di dualità): o si reclama lo status di terapia empiricamente supportata o si dà credito a pseudoscienza. Tertium non datur.

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Giancarlo Dimaggio
Giancarlo Dimaggio

Psichiatra e Psicoterapeuta - Socio Fondatore del Centro di Terapia Metacognitiva-Interpersonale

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