Viviamo in un’epoca dove la bellezza e l’apparenza sembrano essere gli unici ideali da perseguire, spingendoci alla ricerca di una perfezione difficile da conquistare.
Massimiliano Padovani e Camilla Rugi
Ci troviamo cosi, sopraffatti da esercizi estenuanti in palestra, dalla conduzione di diete malsane, dall’acquisto di prodotti di bellezza, dall’utilizzo di filtri per le immagini sui social network e per i più “fortunati” dall’utilizzo della chirurgia estetica.
Ma è davvero così importante raggiungere questa innaturale perfezione? Cosa spinge le persone a sentire l’esigenza di doversi adeguare ad un’immagine omologata che non gli appartiene? Perché è importante essere attraenti e ricevere conferma dagli altri? Perché ci sentiamo tanto sbagliati se la nostra immagine corporea non rispecchia le norme sociali di bellezza? Ma soprattutto, perché valutiamo positivamente chi persegue certi ideali?
Personalità e Immagine Corporea: qual è il legame?
La letteratura scientifica ha a lungo suggerito una forte connessione tra personalità e peso corporeo.
Le persone che ottengono punteggi elevati di coscienziosità, per esempio, tendono ad avere un peso più basso (Sutin, Ferrucci, Zonderman, & Terracciano, 2011) e hanno un rischio a lungo termine inferiore di sviluppare obesità (Jokela et al., 2013); mentre le persone con livelli più elevati di nevroticismo tendono ad avere emozioni più negative rispetto ai loro corpi (Armon, Melamed, Shirom, Shapira, & Berliner, 2013).
Inoltre, gli individui che hanno livelli più elevati di nevroticismo mostrano atteggiamenti più negativi verso l’obesità, maggiore paura del grasso, parlano negativamente del loro corpo agli amici e sono più sensibili al giudizio circa il peso (Allen, Vella, Swann, & Laborde, 2018; Allen & Walter, 2016; Sutin & Terracciano, 2016).
Un recente studio portato avanti dai ricercatori della Florida State University suggerisce che i 5 tratti di personalità di un individuo (Big Five) – Coscienziosità, Gradevolezza, Apertura mentale, Nevroticismo ed Estroversione – siano direttamente correlati alle loro convinzioni circa il corpo degli altri e sui modi in cui tali convinzioni sono espresse nelle interazioni sociali (Sutin, & Terracciano, 2019).
Questi risultati sono stati raggiunti grazie allo studio condotto da Sutin e Terracciano (2019) che hanno intervistato 3.099 donne. I risultati riportano che un livello maggiore di nevroticismo predice atteggiamenti più negativi riguardo il peso corporeo, mentre un livello maggiore di coscienziosità predice atteggiamenti e comportamenti più positivi rispetto al peso. Non solo, dalle ricerche è stato possibile osservare una relazione significativa tra la coscienziosità e la paura del grasso corporeo.
Pertanto, anche le persone obese o in sovrappeso, che possiedono questo tratto, manifestano poca tolleranza verso il grasso, poiché una delle caratteristiche della coscienziosità è proprio quella di adeguarsi alle norme della società.
Immagine corporea e personalità: giudichiamo in base alla bellezza
Recenti ricerche hanno riportato che quando incontriamo nuove persone, le nostre prime impressioni sulla loro personalità possono dipendere, almeno in parte, dalla forma del loro corpo.
A tal proposito merita attenzione uno studio condotto da Hu, Parde, Hill, Mahmood e O’Toole (2018) dell’Università del Texas. Tale studio sostiene che le persone deducano un’ampia gamma di tratti della personalità semplicemente guardando le caratteristiche fisiche di un’altra persona.
Gli stereotipi basati sulla forma del corpo possono contribuire nel modo in cui giudichiamo e interagiamo con nuovi conoscenti ed estranei. Perciò, comprendere questi pregiudizi è importante per considerare come formiamo le prime impressioni.
Ai partecipanti allo studio (76 studenti universitari) è stato chiesto di osservare una serie di modelli di corpi maschili e femminili, di varie dimensioni.
Dai risultati è emerso che associavano modelli corporei più robusti a tratti più negativi, come essere pigri e incuranti; mentre modelli corporei più snelli a tratti più positivi, come essere sicuri di sé ed entusiasti.
I corpi classicamente femminili (ad esempio, a forma di pera) e maschili (ad esempio, con le spalle larghe) venivano associati a tratti “attivi”, come essere litigiosi, estroversi e irritabili. I corpi maschili e femminili che erano più rettangolari, d’altra parte, erano associati a tratti relativamente “passivi”, come essere affabili, timidi, affidabili e calorosi (Hu, Parde, Hill, Mahmood, & O’Toole, 2018).
La tendenza a dedurre i tratti della personalità, a partire dalla forma del corpo, sembra che sia probabilmente universale, nonostante le conclusioni che le persone traggano variano in base alla loro cultura, etnia e persino all’età.
Social: gli effetti sull’immagine corporea
Recentemente, gli effetti dei Social media sulla nostra salute mentale e il benessere sono stati oggetto di molti dibattiti.
In particolare, un recente studio di Hougue e Mills (2019) della York University, ha riportato che quando le giovani donne si dedicano ad attività sui social media, come osservare le immagini di amici più attraenti di loro, successivamente si sentono peggio rispetto al proprio aspetto fisico.
La ricerca si è concentrata su 118 studentesse di età compresa tra i 18 e i 27 anni, alle quali era stato chiesto sei mesi prima di riportare su un questionario il loro grado di soddisfazione/insoddisfazione rispetto al proprio aspetto. In fase sperimentale, le studentesse sono state divise in due gruppi. Al gruppo sperimentale, è stato chiesto di accedere a Facebook e Instagram per un periodo di cinque o più minuti e di trovare una persona della stessa età che ritenevano fosse più attraente di loro e dopo aver guardato le foto, è stato chiesto loro di lasciare un commento a loro scelta. Mentre al gruppo di controllo è stato chiesto di svolgere lo stesso compito rispetto alle immagini di un familiare (Hogue, & Mills, 2019).
I risultati hanno mostrato che queste giovani donne si sentivano più insoddisfatte del loro corpo e del loro aspetto dopo aver guardato le immagini sui social di qualcuno che percepivano come più attraente di loro, cosa che non succedeva rispetto ad un familiare (Hogue, & Mills, 2019).
Possiamo concludere che confrontarsi con altre persone abbia il potenziale di influenzare la valutazione di noi stessi. Allo stesso tempo, possiamo notare come alcuni tratti di personalità di un individuo possano predisporre ad atteggiamenti più negativi e come la semplice visione di forme corporee più robuste possa portare ad attribuire aspetti di personalità più negativi. Detto ciò, i social media sembrano confermare le credenze già possedute senza lasciare alcuno spazio a una possibile disconferma.
Infine, ci sembra utile quanto mai prima di ora, educare i giovani all’uso dei social media, in particolare su come questi potrebbero farli sentire e su come ciò potrebbe essere collegato all’insoddisfazione per la propria immagine corporea.