L’autore del libro Camminare. Un gesto sovversivo è un esploratore norvegese che ha camminato in solitaria ai tre poli e in cima all’Everest (ma anche nelle fogne di New York e lungo i boulevard Los Angeles), quindi è uno che si intende abbastanza di passeggiate.
Ma non si tratta di un libro d’avventura o di un diario di viaggio, in quanto l’attività del camminare viene analizzata in ogni aspetto, da quello poetico e letterario a quello scientifico; alla fine delle centotrenta pagine viene ovviamente voglia di mettersi in movimento, anche solo nel corridoio di casa o per andare al lavoro a piedi.
I racconti del tragitto di tre chilometri dalla propria casa in Norvegia all’ufficio della casa editrice da lui fondata sembrano delle bellissime esperienze di mindfulness, ove il percorso apparentemente ripetitivo, è in realtà sempre diverso e ricco di spunti di osservazione. Il camminare è un’attività che può essere infatti sufficientemente lenta da farci apprezzare tutto il mondo che ci circonda nel quotidiano e come scrive Kagge “dilata ogni attimo e dà un senso di libertà”.
Camminare. Un gesto sovversivo.. che assomiglia molto a meditare
In certe parti del libro, anche se non esplicitato dall’autore, si ha come l’impressione che il camminare diventi quasi un’attività meditativa. I capitoli sono sufficientemente brevi, come dei piccoli passi, ma ricchissimi di spunti di riflessione, citazioni di poesie o racconti sul tema e studi scientifici su questa attività salutare, per certi versi importante (e prescrivibile) come una medicina, in grado anche di potenziare la creatività.
Kagge racconta che camminando si lasciano i problemi alle spalle, così come racconta della popolazione artica degli Inuit che quando si arrabbiano fino a non controllarsi più vengono invitati a camminare in linea retta attraverso il paesaggio bianco finché la rabbia non passa. Non mancano inoltre i racconti straordinari dei viaggi polari intrisi di presenza mentale e consapevolezza (l’esperienza veramente più mindful è quando Kagge racconta che gli cade un acino d’uva nella neve e lo raccoglie con la bocca mettendosi carponi e assaporandolo come nel famoso esercizio dell’uvetta dei protocolli MBSR). Credo sia un libro davvero utile anche per terapeuti e pazienti perché come scrive Kagge
Camminare può essere un bellissimo viaggio di scoperta all’interno di sé stessi.