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Il mistero del linguaggio (2018) di Noam Chomsky- Recensione del libro

Il mistero del linguaggio di Noam Chomsky è un testo che ogni psicologo dovrebbe leggere per capire a fondo il cognitivismo in tutte le sue sfaccettature

Di Michele Pennelli

Pubblicato il 12 Feb. 2019

Noam Chomsky non ha bisogno di presentazioni per chi come me è diventato psicologo o ha studiato psicologia tra la fine degli anni ’90 e gli inizi degli anni ’10.

 

Era diverso tempo che il padre del cognitivismo e del computazionalismo non pubblicava un volume dedicato al linguaggio e ai capisaldi del suo modello teorico.

Negli ultimi tempi, infatti, ha dedicato il suo tempo più all’impegno politico e sociale che verso le scienze cognitive e lo studio del linguaggio.

Il mistero del linguaggio, ultima sua fatica, sembra stare all’autore, come Compendio di Psicoanalisi sta a Freud: questo libro è una summa del modello della Grammatica Trasformazionale.

Il mistero del linguaggio: summa del lavoro di Chomsky

Facendo questa recensione non vorrei essere foriero di eventi ferali, ma sembra che questo volume voglia essere il testamento del novantenne linguista, un testamento per descrivere cos’è il linguaggio e quale è stato e sarà l’impatto del contributo che Noam Chomsky ha dato allo studio di questa funzione cognitiva.

Il contributo di questo autore alla psicologia cognitiva ed in particolare all’applicazione di questa, allo studio del linguaggio, è riconosciuto in senso universale.

E’ impossibile, infatti, approcciarsi allo studio del linguaggio senza passare dai capisaldi eretti da questo monumento vivente della psicologia e della linguistica contemporanea.

La grammatica trasformazionale, la generatività del linguaggio, il distinguo tra linguaggio come funzione e lingua come codice, la povertà dello stimolo come punto di partenza di un modello epigenetico alla comprensione del modello ciomskyano: sono pietre angolari imprescindibili di chiunque si approcci allo studio del linguaggio.

In questo volume, il vestito della Grammatica Transormazionale viene cucito sapientemente, dall’autore, intorno alla funzione del linguaggio.

L’approccio allo studio del linguaggio di Noam Chomsky è uno sguardo privilegiato a questa funzione a cui l’autore ha sempre attribuito competenze uniche e speciali che quasi sfidavano il darwinismo in termini evoluzionistici ed in termini Edelmiani (Darwinismo Neurale).

Il successo di Noam Chomsky, a onor del vero, nasce dalle sue invettive allo studio del linguaggio mosse a Skinner nel 1952, all’uscita del libro Comportamento Verbale, approccio comportamentista e funzionalista allo studio del linguaggio.

Sempre per amor di verità, l’invettiva contro Comportamento Verbale, diede molto risalto all’allora giovane ricercatore e aprì una frattura tra l’approccio scientifico empirico del modello comportamentista, dove il contesto e l’ambiente giocavano un ruolo predominante allo sviluppo delle funzioni evolutive, all’ approccio innattista ed epigenetico del nascente cognitivismo, dove le funzioni innate e l’apprendimento altro non erano che una sorta di matching di moduli ristretti innati che si organizzavano intorno a vincoli rigidi ambientali che erano appunto le informazioni.

Tale approccio del primo cognitivismo altro non era che quel modello computazionalista Fodoriano (da Fodor, padre della psicologia modularista), con notevoli influenze del modello HIP (human information processing), il cui padre fondatore fu U. Neisser.

Per quanto Noam Chomsky non abbia bisogno di presentazioni è quasi necessario, dunque, inquadrarlo all’interno della prospettiva computazionale e del modello cognitivista di base, non solo perché l’autore ne ha costruito un metodo attorno allo studio del linguaggio, ma perché il background dell’autore è ancora molto forte nelle parole impresse in questo volume.

Il mistero del linguaggio: struttura e contenuti del libro

Approcciandosi alla lettura di questo prezioso compendio è dunque importante sapere che ci si sta avvicinando ai “misteri del linguaggio” da una prospettiva tanto privilegiata, quanto esclusiva. Privilegiata perché è come sedersi al cerchio del saggio che racconta la storia di cui lui è stato fautore, esclusiva perché si coglie il tentativo, da parte dell’autore, di rimarcare il ruolo principe che la sua teoria di base ha dato allo studio del linguaggio, scotomizzando a volte le recenti scoperte delle neuroscienze.

Il libro si divide in tre parti fondamentali.

Il primo capitolo sembra ricalcare la storia della linguistica e la storia della scienza e il tentativo “positivista” dell’autore di colmare i vuoti della sua teoria al confronto dello sviluppo delle neuroscienze.

Secondo l’autore, infatti, vi è una sorta di rottura tra le recenti acquisizioni delle neuroscienze ed il modello cognitivo epigenetico. Questo capitolo sembra essere la parte più debole del libro, ma anche un “incondizionato” sostegno al modello innattista senza se e senza ma.

Il secondo capitolo è invece un capolavoro di comprensione e sintesi, dove gli elementi della grammatica trasformazionale, vengono spiegati in maniera chiara e divulgativa .

La terza parte è invece la parte più ardita del libro, in cui Noam Chomsky prova a rileggere la moderna letteratura con gli occhi del computazionalismo e prova a chiarire i fraintendimenti alla sua teoria che negli anni si sono generati.

Il mistero del linguaggio: perchè leggerlo

A chi consiglierei questo libro? La mia risposta è a tutti, o comunque a tutti gli psicologi all’ascolto ed in particolare ai tanti psicologi e psichiatri cognitivi che magari si definiscono cognitivisti e conoscono benissimo Freud, ma sanno ben poco di cognitivismo, di HIP, computazionalismo e di storia della psicologia cognitiva in genere.

Questo libro è un testamento ed un compendio conciso e chiaro, quindi un ottimo punto di partenza per capire cosa vuol dire avere un approccio cognitivo allo studio di tutte le funzioni umane, almeno negli intenti di chi è stato tra i padri di un modello prima di tutto filosofico e poi scientifico.

I limiti di questo libro? Sono i limiti di tutti gli uomini ed in particolare dell’uomo che di fronte a Sé, o prossimo alla fine del suo percorso, si consacra ad un testamento e, al cospetto dell’ignoto e del progresso, celebrandosi, non riesce a superare il suo mito.

Forse questo fu lo stesso errore di Skinner, quando, con gli ultimi scritti (raccolti in un prezioso volume, Difesa del comportamentismo) tentava di esplicare ciò che non era più esplicabile e aprì le porte al cognitivismo come scienza cognitiva e lanciò di fatto il comportamentismo radicale e tutte quelle innovazioni che hanno portato al contestualismo funzionale e alla psicologia applicata, ma anche alle attuali best pratic in moltissimi campi dalla psicoterapia all’ economia (cit. Premio Nobel per il costrutto del Nudge a Richard Thaler per l’economia comportamentale; Steven C. Hayes, padre del contestualismo funzionale eletto recentemente come presidente dell’American Psychological Association) .

Se così sarà anche per Chomsky, aspettiamoci, dopo questo libro, nuove rivoluzioni, aperti alle novità e pronti al cambiamento, senza paura, ben radicati sulle spalle di giganti.

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SCRITTO DA
Michele Pennelli
Michele Pennelli

Psicologo Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale. Perfezionato in Psicopatologia dell’Apprendimento-Insegnante Mindfulness

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Gerald Maurice Edelman, Darwinismo neurale. La teoria della selezione dei gruppi neuronali[1987]. Einaudi, Torino, 1995. ISBN 9788806127527 Nuova edizione, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2018. ISBN 978-88-6030-9907
  • Moderato, P., Presti, G., Chase, P.N. (2002). Pensieri, parole, comportamento. Un’analisi funzionale delle relazioni linguistiche. Milano: McGraw-Hill
  • Skinner, B.F. (1957). Verbal behavior. Cambridge: Prentice-Hall, Inc. Trad. it. Il Comportamento Verbale. Roma: Arnaldo Editore, 2008.
  • Skinner, B.F. (1974). About behaviorism. New York: Alfred A. Knopf. Trad. it. Difesa del Comportamentismo. Roma: Armando Editore, 2007
  • Thaler, Richard H., and Cass Sunstein. 2009 (updated edition). Nudge: Improving Decisions. Health, Wealth, and Happiness. New York: Penguin. ISBN 0-14-311526-Xu
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