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12 strategie rivoluzionarie per favorire lo sviluppo mentale del bambino (2012) di Daniel J. Siegel e Tina P. Bryson – Recensione del libro

Secondo Siegel e Bryson si può favorire lo sviluppo mentale del bambino grazie a 12 strategie che lavorano sull'integrazione dell'emisfero destro e sinistro

Di Laura Bernardi

Pubblicato il 08 Feb. 2019

Aggiornato il 02 Lug. 2019 12:53

Come suggerisce il titolo del volume, 12 strategie rivoluzionarie per favorire lo sviluppo mentale del bambino è un testo che si concentra sul periodo che va dalla nascita ai dodici anni, riguardando quindi prevalentemente tematiche legate alla prima infanzia, l’età prescolare e scolare, e la preadolescenza.

Laura Bernardi – OPEN SCHOOL Studi Cognitivi, Modena

 

Daniel J. Siegel e Tina Payne Bryson considerano che un bambino, adeguatamente sostenuto, può precocemente imparare “a esplorare le sensazioni, i pensieri, le immagini e le emozioni presenti dentro di sé”, raggiungere una conoscenza “profonda di sé” e anche essere “in grado di controllarsi e di entrare in relazione con gli altri” con la consapevolezza che “siamo tutti interdipendenti e legati gli uni agli altri”.

Gli autori si impegnano a dimostrare il vantaggio di “metter a frutto le situazioni quotidiane” per favorire un’educazione emotiva, basata su connessione e comprensione. Essi muovono da un’idea di bambino aperto all’esperienza sin dalla nascita, anzi sin da prima, e che trova costantemente nelle relazioni il luogo dove essere “ascoltato, considerato, amato” e attraverso questo nutrimento apprende come modulare la propria reattività e dunque come provare a mantenere costruttivo il contatto relazionale.

Integrazione: l’elemento chiave

Il primo capitolo del volume sulle 12 strategie rivoluzionarie per lo sviluppo mentale del bambino introduce il concetto semplice, ma cruciale, alla base dell’approccio degli autori, ossia l’integrazione. La funzione dell’integrazione è quella di coordinare ed equilibrare le molteplici aree del cervello fra cui crea un collegamento. Secondo Siegel è facile capire quando nei bambini manca l’integrazione: essi vengono sopraffatti da emozioni confuse e caotiche, non sono in grado di reagire in modo calmo e appropriato alla situazione in cui si trovano. Le crisi di rabbia, i capricci, i comportamenti aggressivi e la maggior parte delle altre esperienze più impegnative nella cura di un bambino – e nella vita – sono una conseguenza di una perdita di integrazione, ossia di una condizione di dis-integrazione.

Siegel sottolinea dunque l’importanza di aiutare i bambini a raggiungere un’integrazione orizzontale, ossia che la logica dell’emisfero sinistro del cervello operi in sinergia con l’emotività dell’emisfero destro, ed anche un’integrazione verticale, ossia che le aree del cervello che fisicamente si trovano più in alto, aree che consentono di riflettere attentamente sulle proprie azioni, si coordinino con le parti che si trovano più in basso, le quali sono collegate maggiormente all’istinto, alle reazioni viscerali e alla sopravvivenza.

Verso le 12 strategie per lo sviluppo mentale

Con il secondo capitolo cominciano ad essere introdotte le 12 strategie rivoluzionarie di cui Siegel e Bryson si fanno portavoci. Nello specifico il secondo capitolo è dedicato a quelle modalità, tra le 12 strategie, che sono volte ad aiutare l’emisfero destro e quello sinistro del cervello a lavorare in sinergia, affinché il bambino possa essere in contatto sia con la propria parte emotiva sia con quella razionale. Quando un bambino è sopraffatto da emozioni intense, per esempio è arrabbiato o agitato, la logica spesso non serve finché non abbiamo dato una risposta ai bisogni emozionali dell’emisfero destro del cervello. Siegel parla di “sintonizzazione” riferendosi alla capacità di entrare profondamente in rapporto con un’altra persona, stabilendo un contatto a livello emotivo e facendo sì che si “senta sentita”. E quando un genitore e figlio realizzano questo tipo di sintotizzazione, provano un senso di unione. “Entrare in sintonia e reincanalare”: con questo metodo, si aiutano i bambini a “sentirsi sentiti”, prima di provare a risolvere i problemi ed a affrontare razionalmente la situazione.

Nel terzo capitolo, Siegel Bryson sottolineano l’importanza di collegare il “piano di sotto” del cervello, ossia la parte istintuale, con il “piano di sopra”, ovvero la parte più riflessiva, responsabile dell’attività decisionale, della comprensione di sé, dell’empatia (ossia la capacità di riconoscere i sentimenti, i desideri e i punti di vista dell’altro) e della moralità. Il problema, è che, soprattutto nei bambini, l’amigdala spesso si “infiamma” e blocca la scala che collega il piano inferiore del cervello a quello superiore. Ogni volta che diciamo “Convincimi” oppure “Cerca una soluzione che possa andare bene per tutti e due”, diamo ai nostri figli la possibilità di esercitarsi nella soluzione di problemi e nel prendere decisioni. Li aiutiamo a riflettere su quali siano i comportamenti appropriati e sulle conseguenze di quelli inappropriati sollecitandoli a pensare ai desideri e ai sentimenti di un’altra persona. E tutto grazie al fatto che abbiamo trovato un modo per attivare la parte superiore del loro cervello, invece di infiammare quella inferiore.

Il quarto capitolo procede nella presentazione delle 12 strategie spiegando come aiutare il bambino ad affrontare i momenti dolorosi del passato, rischiarandoli con il lume della comprensione affinché possa gestirli con consapevolezza, intenzionalità e sensibilità. A volte i genitori si augurano che i bambini semplicemente “si dimentichino” delle esperienze dolorose che hanno avuto. In realtà, i bambini hanno bisogno che i genitori insegnino loro dei modi adeguati per realizzare l’integrazione fra ricordi impliciti ed espliciti, trasformando persino esperienze negative in sorgenti di forza e comprensione di sé. Usare il telecomando della mente: rivedere il passato: uno dei modi più efficaci per favorire l’integrazione fra emisfero destro ed emisfero sinistro del cervello è raccontare una storia. La narrazione è un’attività particolarmente utile anche per l’integrazione fra ricordi impliciti ed espliciti

Nel quinto capitolo andiamo ancora oltre nella presentazione delle 12 strategie e vengono fornite una serie di indicazioni per spiegare al bambino che ha la capacità di fermarsi a riflettere sui propri stati mentali e che, quando riesce a farlo, può compiere scelte che gli consentono di avere il controllo delle proprie emozioni e del modo di reagire agli eventi della vita. Siegel e Bryson parlano del significato del termine mindsight, che riguarda essenzialmente due aspetti: comprendere la propria mente e comprendere la mente altrui. Siegel ha creato un modello chiamato “ruota della consapevolezza”. La nostra mente può essere raffigurata come una ruota di bicicletta, con un mozzo al centro e i raggi che si estendono verso il cerchione. Il cerchione rappresenta tutto ciò cui possiamo prestare attenzione o di cui possiamo diventare consapevoli: i nostri pensieri e sentimenti, i nostri sogni e desideri, i nostri ricordi, le percezioni del mondo esterno e le sensazioni del nostro corpo. Il mozzo è il luogo interno della mente, da cui dipendiamo consapevoli di ciò che accade intorno a noi e dentro di noi; fondamentalmente è la corteccia prefrontale, la quale contribuisce a realizzare l’integrazione fra le diverse parti del cervello. Il mozzo rappresenta parte del “cervello esecutivo”, così chiamato perché è da qui che prendiamo le nostre decisioni migliori, ed è anche la parte del cervello che ci consente di stabilire un rapporto profondo con noi stessi e con gli altri. La consapevolezza ha sede nel mozzo ed è a partire da qui che possiamo concentrarci sui diversi punti del cerchione della nostra ruota.

Nel sesto capitolo sono descritte alcune strategie per far comprendere ai bambini la felicità e il senso di realizzazione che si provano quando si instaura un legame con gli altri, pur mantenendo una propria identità e unicità. I bambini che hanno difficoltà nel relazionarsi agli altri avranno bisogno che lo sviluppo delle connessioni deputate all’empatia e alle relazioni venga stimolato e coltivato. L’incapacità di sentire la sofferenza di un’altra persona è un sintomo di una difficoltà mentale: si tratta di un problema di sviluppo, non necessariamente di un problema caratteriale. Il bambino ha bisogno di aiuto per comprendere cosa significhi diventare parte di un “noi”, affinché possa integrarsi con gli altri. Aiutare i bambini a diventare membri partecipanti del “noi”, senza però perdere contatto con l’“io” individuale, è un compito impegnativo per qualunque genitore, ma la felicità e il senso di realizzazione scaturiscono proprio dal provare un senso di legame e unione con gli altri, pur mantenendo una propria identità e unicità. Questa è anche l’essenza della mindsight, cioè la capacità di sviluppare relazioni appaganti, mantenendo allo stesso tempo un sano senso di sé ed è alla base, secondo Siegel, dell’intelligenza emotiva e di quella sociale; consente ai bambini di imparare che sono parte di un mondo più ampio di relazioni in cui le emozioni sono importanti e i rapporti interpersonali sono fonte di senso, gratificazione e divertimento.

Infine, secondo Siegel e Bryson, tra le 12 strategie che esercitano l’influsso maggiore sulla relazione con i nostri figli, e quindi sulla possibilità che crescano bene, sono il nostro grado di comprensione delle esperienze che abbiamo compiuto con i nostri genitori e il livello di sensibilità che mostriamo nei confronti dei nostri figli.

Comprendendo il nostro passato, potremo liberarci di ciò che altrimenti potrebbe diventare un retaggio di sofferenza e attaccamento insicuro trasmesso di generazione in generazione e lasciare invece in eredità ai nostri bambini amore e calore.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Siegel, D. j., Bryson, T. P. (2012). 12 strategie rivoluzionarie per favorire lo sviluppo mentale del bambino. Raffaello Cortina Editore
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