I bambini con un rapporto più stretto con la natura soffrono di un minore disagio psicologico, minore iperattività e mostrano difficoltà emotive e comportamentali meno frequenti, oltre a presentare un comportamento pro-sociale più spiccato.
“Non dimenticate che la terra si diletta a sentire i vostri piedi nudi e i venti desiderano intensamente giocare con i vostri capelli” (K. Gibran).
Sempre più spesso dimentichiamo quanti benefici possiamo trarre dall’ambiente naturale: benessere generale, tendenza pro-sociale, connettività verso l’ambiente e verso gli altri, maggiori emozioni positive (Passmore & Holder, 2017).
Tra cemento, rumori, tecnologia e ritmi disumani, la vita urbana ci ha rapiti, strappandoci prepotentemente al nostro luogo d’origine: la natura. La conseguenza è spesso la conduzione di stili di vita malsani, la perdita di un’alimentazione salutare e l’abbandono del gioco attivo e costruttivo nel periodo di crescita. Abbiamo perso l’abitudine a giocare sguazzando nel fango, abbiamo smesso di rincorrere lucertole per osservarle con affamata curiosità, non abbiamo più voglia di rotolare sull’erba e poi accettare la ramanzina dalla mamma perché “l’erba sul jeans è difficile da lavare”. Non ci sporchiamo, non odoriamo, non osserviamo e, soprattutto, non contempliamo più la bellezza di un albero, di una montagna, di un fiore. Non troviamo più conforto e meraviglia nella natura.
Tutto questo ha un prezzo e sono i nostri bambini i primi a pagarlo. Infatti, già in età pre-scolare, molti bambini riportano segni di malessere psicologico, riferendo di sentirsi spesso stressati e depressi. Ad Hong Kong, per esempio, tra il 16% e il 22% di bambini prima dei 6 anni riporta problemi di salute mentale. Proprio per questo motivo, un recente studio condotto dalla Dott.ssa Tanja Sobko dell’Università di Hong Kong insieme al Prof. Gavin Brown dell’Università di Auckand, si è posto come obiettivo quello di indagare il rapporto dei bambini con la natura e le conseguenze che esso ha a livello emotivo e comportamentale.
Lo studio
I ricercatori hanno, quindi, messo a punto un nuovo questionario di 16 item, il CNI-PPC, da somministrare ai genitori, per misurare la “connessione con la natura” in ogni bambino. Il questionario riflette quattro aree della relazione bambino-natura: godimento della natura, empatia per la natura, responsabilità verso la natura e consapevolezza della natura.
Lo studio ha coinvolto 493 famiglie con bambini di età compresa tra i 2 e i 5 anni ed è stato condotto in due momenti: durante la prima parte, i ricercatori hanno intervistato le famiglie e successivamente hanno sviluppato il questionario CNI-PPC; durante la seconda parte, il nuovo questionario è stato confrontato con lo Strenghts and Difficulties Questionnaire, uno strumento di misurazione validato che indaga il benessere psicologico e i problemi comportamentali nei bambini. I risultati mostrano che i bambini con un rapporto più stretto con la natura hanno un minore disagio psicologico, minore iperattività e difficoltà emotive e comportamentali meno frequenti, oltre a presentare un comportamento pro-sociale più spiccato.
È molto interessante come i bambini con un grado più alto di responsabilità verso la natura hanno presentato meno difficoltà nel rapporto con i pari. Questo studio suggerisce l’importanza di futuri approfondimenti riguardo il link tra ambiente e benessere nell’infanzia. I ricercatori del presente studio hanno, inoltre, promosso un’iniziativa denominata “Play&Grow”, che promuove l’alimentazione salutare e il gioco attivo nei bambini in età pre-scolare, con l’obiettivo di riconnetterli alla natura (Sobko, Jia & Brown, 2018).