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Oh oh oh.. anche quest’anno sono in ritardo coi regali di Natale. Perché procrastiniamo anche a Natale?

Il fenomeno della procrastinazione non svanisce nemmeno a Natale ma, secondo alcune ricerche psicologiche, non è immune dallo spirito natalizio

Di Marina Morgese

Pubblicato il 19 Dic. 2018

La procrastinazione “natalizia” è stata oggetto di diverse ricerche psicologiche che hanno messo in evidenza le caratteristiche e i fattori che influenzano tale fenomeno.

 

Natale è alle porte, per le strade ormai si respira un’aria di festa che va mescolandosi allo scoppientante odore di caldarroste, le vetrine con neve finta accompagnano le passeggiate in centro e in testa tornano prontamente, a turno, “Let it snow, let it snow, let it snow”, “Last Christmas I gave you my heart..”. E così, tra un ritornello e l’altro, la mente va ai vicini pasti abbondanti con parenti e amici. Bello pensare a quando, tutti insieme vicino all’albero, ci scambieremo i rega…oh caspita…i regali!! Devo assolutamente comprare i regali!!!

Alzi la mano chi, a pochi giorni da Natale, non ha ancora pensato a tutti i regali. Ci sarà qualcuno che ne alzerà due perché forse non ha pensato neanche al primo regalo della lista… eppure rimandiamo, nonostante siamo consapevoli di doverci dedicare prima o poi agli acquisti, onde evitare lo sguardo furente del negoziante che il 24 Dicembre alle 21.07 non può chiudere il negozio perché siamo ancora indecisi su cosa regalare alla cara vecchia zia. Rimandiamo l’acquisto dei regali… anche la nostra procrastinazione cede al fascino del Natale!

Il fenomeno della procrastinazione “natalizia” è stato analizzato anche dai ricercatori, già diversi anni fa. In una ricerca di Joseph R. Ferrari (1993), condotta su 240 clienti di un centro commerciale, sono stati analizzati i punteggi di procrastinazione dei partecipanti, la vicinanza al giorno di Natale e le motivazioni degli acquirenti a comprare proprio in quel particolare giorno. Dalle analisi è emerso che gli acquisti raggiungevano il picco massimo alla vigilia di Natale e correlavano con la scadenza dei buoni sconto messi in palio dal centro commerciale come ricompensa per partecipare allo studio. Le persone con punteggi di procrastinazione più alti hanno riportato diverse motivazioni alla base del loro rimandare: si sono così distinti i procrastinatori oberati di lavoro (che rimandano l’acquisto dei regali perché sommersi da impegni lavorativi) e i procrastinatori dalla debole autostima (che tardano l’acquisto per non auto-confermarsi la credenza di essere incapaci anche nel comprare regali). Dunque alcuni procrastinatori si lasciano condizionare da aspetti più situazionali, mentre altri si lasciano bloccare dalla percezione delle proprie carenze.

Sarebbe interessante replicare lo studio ai giorni nostri, magari esaminando i cambiamenti tra i procrastinatori anche alla luce dell’avvento dell’e-commerce.

Un successivo studio (Spangenberga et al. 2005) ha preso in esame quali tipi di stimoli ambientali possono favorire gli acquisti. Utilizzando gli stimoli associati alle festività natalizie, la ricerca di Spangenberga e colleghi ha esplorato gli effetti congiunti del profumo ambientale e della musica sulle valutazioni dei consumatori di un negozio. I risultati hanno indicato che gli effetti di un profumo tipicamente natalizio sono moderati dalla natura della musica di sottofondo. In particolare, la propensione dei consumatori all’acquisto è più elevata quando, nel negozio, insieme al profumo natalizio viene fatta ascoltare anche musica natalizia. Quando in presenza di profumi natalizi, invece, viene diffusa musica di diverso tipo (non natalizia) tale propensione si riduce notevolmente. Insomma… ai negozianti è consigliato di munirsi di aroma alla cannella e cd di Michael Bublé.

Se comunque la vostra procrastinazione non cede nemmeno ad aromi e musichette, ci pensano i risultati di un ulteriore studio (Kasser & Sheldon, 2002) a consolarci e, forse, a ricordarci quale dovrebbe essere il vero spirito del Natale.

È stato chiesto a 117 individui, di età compresa tra 18 e 80 anni, di rispondere ad alcune domande sul loro grado di soddisfazione, stress e stato emotivo durante il periodo natalizio. Sono state inoltre poste domande sulle esperienze personali vissute durante le festività, sull’uso di denaro e sui comportamenti di consumo. Il grado di soddisfazione e i livelli di felicità più alti vengono riportati quando gli individui vivono esperienze di condivisione in famiglia o esperienze di tipo religioso. Il benessere diminuirebbe invece quando le persone risultano essere più coinvolte nelle attività legate allo spendere denaro e al ricevere regali. In breve, gli aspetti materialistici delle moderne celebrazioni natalizie potrebbero minare il benessere individuale, mentre le attività familiari e spirituali possono aiutare le persone a sentirsi più felici e soddisfatte.

Se non avete ancora comprato tutti i regali, quindi, non preoccupatevi, ora sapete che anche regalare il vostro tempo agli altri può renderli felici.

Io, per non sbagliare però, corro a comprare un piccolo regalo di Natale anche per me: l’ultimo manuale di auto-aiuto per procrastinatori cronici.

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Marina Morgese
Marina Morgese

Caporedattrice di State of Mind

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Kasser, T., Sheldon, K.M (2002). What makes for a Merry Christmas? Journal of Happiness Studies. Volume 3, Issue 4, pp 313–329.
  • Spangenberga, E.R, Grohmannb, B., Sprottc, D.E. (2005). It's beginning to smell (and sound) a lot like Christmas: the interactive effects of ambient scent and music in a retail setting. Journal of Business Research. Volume 58, Issue 11, Pages 1583-1589.
  • Ferrari, J.R. (1993). Christmas and procrastination: Explaining lack of diligence at a “real-world” task deadline. Personality and Individual Differences. Volume 14, Issue 1, Pages 25-33.
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