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Non ci sono problemi, solo soluzioni (2017) di Virgile Stanislas Martin – Recensione del libro

Non ci sono problemi, solo soluzioni (2017) di Virgile Stanislas Martin prende in considerazione i pensieri disfunzionali o schemi limitanti che ci ostacolano nel raggiungimento dei nostri obiettivi e nelle situazioni di cambiamento

Di Mirko Cario

Pubblicato il 03 Ott. 2018

Non ci sono problemi, solo soluzioni di Virgile Stanislas Martin passa in rassegna, in modo semplice e diretto, le idee che ci guidano nella nostra vita quotidiana, relazionale e professionale. Un invito al lettore a riesaminare i propri schemi di pensiero e le proprie abitudini mentali che spesso frenano il cambiamento e la crescita individuale.

 

Virgile Stanislas Martin, insegnante certificato di Programmazione neuro-linguistica e formatore in Terapia breve, studia da anni il tema della gestione del cambiamento e dell’intelligenza emotiva. L’autore parte dal presupposto che solo un cambiamento individuale è in grado di generare delle modifiche apprezzabili nell’ambiente che ci circonda.

Non ci sono problemi, solo soluzioni: identificare gli schemi limitanti

Per sostenere questo ragionamento V. Martin, in Non ci sono problemi, solo soluzioni, prende in esame gli errori di logica più comuni:

  • tentare di risalire alla causa del problema come se ciò ci permettesse di arrivare prima alla soluzione
  • ricercare il colpevole, perché è insita nell’essere umano la tendenza a rappresentarsi più facilmente come vittima che come diretto responsabile di ciò che accade (perché capitano tutte a me?)
  • aspettare che le cose si risolvano da sole, prendersi del tempo, procrastinare

Secondo Martin, questi errori di logica, o pensieri disfunzionali, sono solo alcuni dei tasselli che compongono la nostra rappresentazione mentale del problema. Fin dalla più tenera età costruiamo infatti delle “mappe mentali”, una sorta di rappresentazione interiore del mondo che ci circonda. Il problema è che, il più delle volte, questa mappe non coincidono con la realtà, motivo per il quale rischiamo di andare fuori strada.

A nessuno di noi verrebbe in mente di seguire una mappa disegnata da un bambino di sei anni, che vi ha regalato. Eppure è proprio in quell’età che ci creiamo le nostre “mappe mentali”, solo che spesso ci dimentichiamo di aggiornarle.

Capita spesso che il significato che diamo agli eventi tende proprio a confermare la nostra mappa mentale. Questi errori di pensiero, che l’autore definisce “schemi limitanti”, filtrano la realtà e conducono a un’interpretazione erronea della situazione. L’abbandono, il fallimento, il senso di colpa, la dipendenza, sono esempi di schemi limitanti che portano la persona a confermare l’idea che ha costruito su di sé e sul mondo.

Esiste una definizione di follia e che amo particolarmente: fare e rifare sempre la stessa cosa e attendersi risultati differenti.

Non ci sono problemi, solo soluzioni: gli ostacoli al cambiamento

Ma come fare per superare questi schemi limitanti e orientarci grazie a nuove mappe mentali? Per rispondere a questa domanda, nel libro Non ci sono problemi ma solo soluzioni, Martin fornisce una sorta di elenco di “cose da non fare”, dei veri e propri ostacoli al cambiamento, seguito da brevi argomentazioni in merito:

  • Fare finta che il problema non esista: negare la realtà delle cose e non riuscire a riconoscere le conseguenze negative di un determinato problema
  • Sabotarsi: attuare comportamenti passivi il cui vero obiettivo è quello di evitare di risolvere il problema, tanto “tutto andrà a posto da solo”
  • Pensare troppo: analizzare nel dettaglio il problema per comprenderne la causa, cercare di capirne l’origine e la sua evoluzione
  • Adottare strategie fallimentari: rifiutare l’aiuto, non osare, tergiversare o sospendere una soluzione che si era rivelata efficace
  • Criticare invece di agire: incolpare sempre gli altri o auto-criticarsi eccessivamente
  • Subire un ambiente negativo: vivere in un ambiente limitante o frequentare persone troppo negative

Si tratta quindi di cambiare atteggiamento, punto di vista e successivamente modo di comportarsi nella situazione problematica. Il focus è spostato dall’esterno (l’ambiente che ci circonda, le persone che ci criticano, le difficoltà relazionali) all’interno (le nostre risorse e il nostro potenziale).

Una modalità di pensiero che ricorda per alcuni versi il buddismo Zen, a cui si fa riferimento in diverse parti del testo, e che viene sintetizzata dall’autore nella seguente citazione del Mahatma Gandhi:

Dovete essere voi il cambiamento che volete vedere in questo mondo

Coerente con l’approccio della Terapia Breve Strategica dall’inizio alla fine, Virgile Stanislas Martin espone in modo sintetico e chiaro in Non ci sono problemi, solo soluzioni quali sono i presupposti per cambiare le modalità attraverso le quali una persona costruisce la propria realtà personale e interpersonale. E se queste pagine non dovessero bastare il lettore viene invitato a “cercare l’aiuto di un professionista, preferibilmente formato in terapia breve”.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Martin, V. S. (2017) Non ci sono problemi ma solo soluzioni. Cambiare il punto di vista ti cambia la vita. Editore Feltrinelli
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