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I pazienti con sindrome ADHD avrebbero un rischio maggiore di sviluppare il morbo di Parkinson

Pazienti con ADHD sembrano avere più del doppio delle probabilità di sviluppare malattie a insorgenza precoce come il Parkinson rispetto a persone senza ADHD. Tale rischio aumenta ancora di più per quei pazienti con ADHD che hanno assunto farmaci stimolanti come metilfenidato sali di anfetamina misti e dexmetilfenidato

Di Lucia Marangia

Pubblicato il 04 Ott. 2018

Aggiornato il 26 Giu. 2019 11:09

Secondo uno studio della University of Utah Health pubblicato sulla rivista di Neuropsychopharmacology, le persone con Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD) hanno un rischio maggiore di sviluppare il morbo di Parkinson (disturbo del sistema nervoso progressivo associato a tremori, rigidità e rallentamento del movimento) o disturbi simili.

 

La ricerca si è basata su uno studio retroprospettivo, basato sulla popolazione statunitense. I ricercatori hanno usato l’UPDB (Utah Population Database) e hanno selezionato una popolazione di ADHD costituita da 31.769 pazienti, 4.960 dei quali seguivano una cura farmacologica.

I risultati ottenuti sembrano dimostrare che i pazienti con ADHD risultavano avere più del doppio delle probabilità di sviluppare malattie ad insorgenza precoce (tra i 21 e i 66 anni) come il Parkinson rispetto alle persone senza ADHD.

Inoltre il rischio aumentava ancora di più (da sei a otto volte) per quei pazienti con ADHD che avevano assunto farmaci stimolanti come il metilfenidato (Ritalin, Concerta, Daytrana, Metadate e Metilina), sali di anfetamina misti (Adderall) e dexmetilfenidato (Focalina).

Come ha sostenuto Karen Curtin, professoressa di medicina presso la University of Utah Health

Se dovessimo seguire 100.000 adulti nel tempo, in un anno ci aspetteremmo che 1-2 persone sviluppino la malattia di Parkinson prima dei 50 anni. Se dovessimo seguire 100.000 adulti a cui sono stati prescritti trattamenti per l’ ADHD nel tempo, stimiamo che nell’arco di un anno da 8 a 9 pazienti svilupperebbero la malattia di Parkinson prima dei 50 anni.

Continua Glen Hanson, professore di Farmacologia e Tossicologia

Il morbo di Parkinson è una malattia neurodegenerativa associata all’invecchiamento, e questa potrebbe essere la prima volta in cui una malattia infantile (ADHD) e il suo trattamento potrebbero essere collegati a un’espressione geriatrica del disturbo neurodegenerativo.

Tuttavia i ricercatori ammettono che non sono stati in grado di tenere conto di altri fattori che potrebbero comunque contribuire allo sviluppo della malattia di Parkinson, come per esempio l’utilizzo di droghe o di alcol, lesioni cerebrali e altri fattori ambientali.

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