expand_lessAPRI WIDGET

Curare i bambini abusati (2018) a cura di Marinella Malacrea – Recensione del libro

Curare i bambini abusati, di Marinella Malacrea, offre una ricca review di ciò che oggi sappiamo e sappiamo fare come terapeuti e molti casi clinici di altrettanti colleghi che si sono dedicati al trattamento dell'enorme e complessa sofferenza causata dall'abuso subito in infanzia.

Di Chiara Daldosso

Pubblicato il 24 Set. 2018

Aggiornato il 31 Dic. 2018 12:09

Marinella Malacrea, neuropsichiatra infantile e psicoterapeuta, fa il punto su quello che sappiamo e sappiamo fare per trattare i bambini abusati. Nel libro Curare i bambini abusati che ha curato per Cortina, raccoglie anche casi clinici trattati da colleghi di diversi orientamenti teorici.

 

Nel 1993 nasce in Italia il CISMAI (Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia): un primo, storico passo secondo M. Malacrea, che si occupa di bambini maltrattati e abusati fin dagli anni ‘80. Questo libro ripercorre le scoperte teoriche e cliniche della comunità scientifica e offre numerosi spunti di riflessione e confronto per i colleghi specializzati nel trattamento di questi pazienti o per tutti coloro che vogliono approfondire le conseguenze ed il trattamento dei traumi legati all’abuso in infanzia nella pratica clinica.

Curare i bambini abusati: dai primi studi alle scoperte più recenti

La prima parte del libro Curare i bambini abusati, di M. Malacrea, offre una ricchissima rassegna della letteratura scientifica sulla terapia per bambini e adulti che hanno subito abusi nell’infanzia.

Una tappa fondamentale è la prima pubblicazione, nel 1998, del lavoro di Felitti e Anda che, coinvolgendo oltre 17.000 pazienti, ha portato alla creazione dell’ACE (Adverse Childhood Experience).

Da allora è cresciuta l’attenzione alla patologia post-traumatica degli adulti vittime nell’infanzia, sostenuta dal crescente bagaglio di conoscenze sulla neurobiologia del trauma (neuroimaging, mediatori chimici).

Attualmente il trattamento più efficace per gli adulti che hanno subito traumi nell’infanzia sembra essere la terapia cognitivo-comportamentale e l’EMDR. Altre tecniche utili al trattamento del trauma sono la terapia sensomotoria, le tecniche di mentalizzazione (Mentalizing-Based-Treatment, MBT) ed il neurofeedback.

Curare i bambini abusati: trattare il PTSD complesso

L’ISTSS (International Society for Traumatic Stress Studies) si è occupata della definizione di trauma PTSD complesso: include i sintomi del PTSD classico (intrusione di ricordi traumatici, evitamento/obnubilamento e iperarousal) insieme a una gamma di disturbi nella capacità di autoregolazione. Nel 2012 l’ISTSS ha prodotto le linee guida per il trattamento in terapia individuale degli adulti; consta di 3 fasi principali:

  1. Stabilizzazione e rinforzamento delle competenze, per mettere il paziente in sicurezza
  2. Rivisitazione dei ricordi traumatici
  3. Consolidamento delle competenze emotive, sociali e relazionali

Per quanto riguarda i bambini, la rassegna composta dalla Malacrea conferma l’utilità delle psicoterapie centrate sul trauma che includono i genitori nel trattamento (ove possibile) e che si prefiggono di promuovere resilienza oltre al miglioramento dei sintomi.

L’autrice dedica un focus specifico agli studi che si sono dedicati alla terapia per bambini con abuso sessuale, citando il lavoro di meta-analisi del 2015 di Benuto e O’Donohue, da cui estrae delle conclusioni generalizzabili: tra queste che la CBT pare superiore ad altri modelli teorici nel garantire una migliore risoluzione di problemi comportamentali, di autostima, di sintomi da PTSD ed il migliore impatto sul caregiver. Nel concludere la parte teorica, l’autrice auspica che le recenti e nuove scoperte sul trattamento del trauma non perdano di vista la specificità richiesta nel trattamento dell’abuso sessuale.

Curare i bambini abusati: i casi clinici

Dopo la parte iniziale, i successivi 13 capitoli, scritti da altrettanti terapeuti, raccontano 13 casi clinici illustrandone il metodo diagnostico e terapeutico adottato. In apertura di ogni caso viene esplicitato l’approccio terapeutico che caratterizza il lavoro del terapeuta/equipe/centro in cui è stato trattato il minore e questo facilita il lettore nella comprensione delle scelte e della logica che ha guidato la terapia. Questa parte può diventare per ogni collega un’occasione stimolante e molto utile di confronto e riflessione sul proprio operato, dal momento che sono illustrate anche le tecniche, gli strumenti e gli approcci (dallo psicodramma alla mindfulness) che sono stati usati nelle diverse fasi del percorso.

Più nello specifico:

  • i primi 6 capitoli parlano di piccoli pazienti che hanno subìto questi traumi in ambito famigliare e delle gravi ripercussioni per i loro processi di attaccamento
  • i pazienti dei successivi 5 capitoli sono stati abusati da persone esterne al nucleo famigliare, ad esempio all’asilo o a scuola
  • il penultimo capitolo riporta i percorsi di 2 bambini adottati: a ben vedere, il fatto che per molto tempo, se non anche adesso, non si guardasse ai bambini in adozione come, di default, a bambini traumatizzati, ha dell’assurdo
  • l’ultimo capitolo tratta la terapia di adolescenti che, anche se trattati da bambini, tornano in terapia per affrontare ciò che non lo era anni prima.

I casi descritti includono le difficoltà incontrate: ad esempio nel doversi interfacciare con gli organi istituzionali, come i Tribunali, oppure nella gestione e coordinazione di diversi attori e professionisti in interventi, come questi, di elevatissimo grado di complessità e delicatezza. Vengono analizzati gli errori commessi e viene fatta una riflessione rispetto ai risultati raggiunti finora se la terapia è ancora in corso.

Colpisce molto e fa riflettere, nel leggere i casi clinici, la gestione della forte risonanza emotiva che i terapeuti si sono trovati a gestire: un aspetto fondamentale nel trattamento di ogni paziente, che ha a che fare anche con l’ascolto empatico e l’accettazione di quanto accaduto.

In alcuni casi è il paziente che tende a difendersi […]Ma in altri casi il paziente non c’entra. C’entra piuttosto la tendenza difensiva del terapeuta, che ha fretta di allentare l’attenzione nei confronti della sofferenza traumatica vissuta dal bambino. È il terapeuta che vuole allontanare da sé il calice amaro della messa a fuoco di qualche aspetto impensabile, mentalmente insopportabile, della particolare vittimizzazione subita dal paziente.

Si parla di:
Categorie
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Malacrea, M. (2018). Curare i bambini abusati. Raffaello Cortina Editore
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Una vita come tante di Hanya Yanagihara - Recensione del libro
Una vita come tante: uno sguardo crudo e reale sul trauma e l’abuso infantile – un libro che ogni psicoterapeuta dovrebbe leggere

Una vita come tante è un libro forte, a tratti inteso, che nasconde tra le pagine tematiche importanti come l'abuso, il trauma, la difficoltà di affrontare queste esperienze nella propria vita e nelle relazioni con gli altri, il rapporto con la propria sessualità.

ARTICOLI CORRELATI
Psicologia delle Emergenze: comprendere e affrontare le sfide psicologiche in situazioni di emergenza

La Psicologia delle Emergenze è un campo di studio e pratica dedicato all'analisi e all'intervento in casi di emergenza ed eventi traumatici

La psicologia dell’emergenza: il primo soccorso psicologico

Le evidenze empiriche supportano i risultati positivi del Primo Soccorso Psicologico in supporto a individui colpiti da traumi e crisi

WordPress Ads
cancel