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Ama il tuo smartphone come te stesso. Essere più felici al tempo dei social grazie alla digital mindfulness (2017) di P. Subioli – Recensione del libro

Ama il tuo smartphone come te stesso. Essere più felici al tempo dei social grazie alla digital mindfulness, il nuovo libro di Paolo Subioli, apre la strada a nuove concettualizzazioni e applicazioni della mindfulness con lo scopo di promuovere un nuovo modo di vivere questo mondo digitale.

Di Chiara Cilardo

Pubblicato il 12 Lug. 2018

Paolo Subioli nel suo nuovo libro Ama il tuo smartphone come te stesso ci conduce attraverso 8 tappe in un viaggio di sempre maggiore e profonda consapevolezza del mondo digitale all’insegna di un approccio in pieno stile mindfulness.

 

Un imperativo categorico, un comandamento: è questo il rapporto che abbiamo oggigiorno con la tecnologia digitale. Smartphone e altri device (tablet, pc…) come estensioni ed appendici del nostro corpo e della nostra mente. L’intento dell’autore di Ama il tuo smartphone come te stesso, Paolo Subioli, è chiaro fin dal titolo: esplorare gli usi, i costumi e le modalità con cui la comunicazione mediata dalle tecnologie digitali pervade il nostro quotidiano e come rapportarsi ad esse in maniera costruttiva, proattiva e funzionale.

Subioli ci conduce attraverso 8 tappe in un viaggio di sempre maggiore e profonda consapevolezza del mondo digitale all’insegna di un approccio in pieno stile mindfulness.

Fin dalle prime pagine, Ama il tuo smartphone come te stesso si mostra scorrevole e mai banale, chiaro e mai superficiale, spostandosi agevolmente da concetti di matrice orientale ad altri squisitamente occidentali, puntellando una costellazione di collegamenti e sovrapposizioni che ci fanno capire come culture che ci possono apparire tanto lontane ed esotiche in realtà ci appartengono e ci rispecchiano.

L’autore propone un percorso nato per essere applicato in contesto di formazione aziendale in cui viene svolto in maniera più strutturata e secondo un iter delineato. Questo libro è uno strumento utile per estendere questi principi a tutti gli ambiti e a chiunque, a prescindere dal background lavorativo e da scopi specifici. Al termine di ogni capitolo, Subioli propone anche dei semplici esercizi per acquisire consapevolezza e attenzione focalizzata quando ci rapportiamo al mondo digitale.

Le 8 tappe del nostro viaggio nel mondo digitale

Abbiamo 8 punti: distrazione, disincarnazione, iperattivismo, ipernutrizione, virtualizzazione, precarietà, soluzionismo e nudità, che rappresentano degli aspetti problematici legati alla vita digitale, a cui fanno da contraltare altrettanti passaggi nel percorso verso la digital mindfulness.

Questi sono: assumersi la responsabilità, tornare al corpo, fermarsi, nutrirsi consapevolmente, essere consapevoli, accettare il cambiamento, sentirsi umani e dimorare online.

Quello che dipinge Subioli in Ama il tuo smartphone come te stesso è un quadro di un utente alle prese con una miriade di stimoli (ipernutrizione), spesso presenti contemporaneamente (distrazione), che lo sollecitano a fare sempre qualcosa se non addirittura a fare più cose nello stesso momento (iperattivismo). Il mondo digitale si confonde con quello analogico e verità e sé digitali vanno a offuscarsi (virtualizzazione) creando al contempo una situazione in cui possono essere rivelati aspetti di noi privati ed intimi (nudità). Quello digitale sembra un mondo dai contorni fluidi in cui ogni aspetto è mutevole e immateriale (precarietà) e speso finiamo per ‘dimenticare’ di sentire noi stessi e il nostro corpo (disincarnazione), presi dai device attraverso i quali esprimiamo perfino le emozioni, come con le emoticon. La possibilità di trovare pressoché qualsiasi prodotto, servizio o informazione nel mare magnum del mondo online ci porta ad una sorta di visione di questo strumento come onnipotente e in grado di supportare qualsiasi richiesta (soluzionismo).

Ama il tuo smartphone come te stesso: il messaggio dell’autore

Ma non è uno scenario catastrofico quello che ci raffigura l’autore in Ama il tuo smartphone come te stesso: questi 8 punti rappresentano potenziali difficoltà in cui possiamo incorrere se ci approcciamo a questi strumenti in maniera automatica e priva di consapevolezza di noi stessi, del mezzo, di ciò che ogni azione nel mondo virtuale può implicare anche per gli altri che, come noi, fanno parte di questo mondo.

Infatti Subioli parla anche di karma digitale, traslando con questa espressione l’idea di karma e di causa-effetto: karma significa “azione” ed ogni azione porta a degli effetti su noi stessi, sugli altri e sull’ambiente. Il futuro dipende dalle azioni passate, mentre il passato non esiste più e non lo si può cambiare: come dice efficacemente lo stesso Subioli “siamo eredi delle azioni compiute”. Per questo il presente diviene fondamentale: è proprio agendo qui ed ora che si gettano le basi per il futuro.

Subioli parla anche di karma digitale come identità ed eredità: l’incredibile mole di dati, i cosiddetti big data, che lasciamo qua e là come orme al nostro passaggio (basti pensare a tutte le informazioni che lasciamo nelle properties di Google o a quelle di Facebook, dalle password ai nostri dati personali), delineano la nostra identità e sono anche quello che lasciamo di noi agli altri.

Al di là e forse a monte di questi punti fondamentali, abbiamo una visione della mente come estesa (extended mind). Nella mente estesa i processi cognitivi sono determinati dalla reciproca interazione di mente, corpo, ambiente, per cui l’individuo non può ritenersi isolato da nulla di ciò che lo circonda, tecnologie comprese, e al contempo ne è parte attiva.

Il concetto di mente estesa segue quelli di mente incarnata (embodied mind) e mente integrata (embedded mind): se nel primo si evidenzia la mutua interazione tra mente e corpo, nel secondo si sottolinea come non si possa estraniare la mente dall’ambiente in cui nasce e si sviluppa. Un esempio di mente incarnata è sicuramente rappresentato dalle emozioni, che manifestano nel corpo specifiche alterazioni fisiologiche, tanto quanto i pensieri a loro volta possono far mutare stati fisiologici, sebbene meno immediatamente visibili. La mente integrata invece rappresenta tutti quei processi in cui mente e ambiente si co-creano reciprocamente di continuo, come nel linguaggio, ritenuto esempio per eccellenza di come una componente innata possa definire e a sua volta essere definita da alcune caratteristiche culturali.

Conclusioni

Il libro di Paolo Subioli apre la strada a nuove concettualizzazioni e applicazioni della mindfulness.

L’autore ci ricorda come sia impensabile concepire un mondo senza Internet, una grande rivoluzione della nostra epoca contemporanea al pari della stampa e di altre tecnologie che hanno definitivamente cambiato il modo di comunicare, tramandare e interagire.

Bisogna accogliere il cambiamento, ricordandosi che non è il mezzo ad essere dotato di accezione positiva o negativa ma le intenzioni e la consapevolezza che mettiamo noi nell’utilizzarlo. Fermarsi e tornare al qui ed ora, a noi nel nostro corpo e nel nostro contesto, essere consapevoli delle nostre azioni nei confronti di noi stessi, degli altri e dell’ambiente, è questo che può rendere più felici al tempo dei social.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Subioli, P. (2017). Ama il tuo smartphone come te stesso. Essere più felici al tempo dei social grazie alla digital mindfulness. Red Edizioni
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