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La qualità delle interazioni precoci madre-bambino e problematiche attentive dei bambini in età scolare

Le interazioni precoci tra madre a bambino hanno conseguenze sullo sviluppo emotivo e sociale del piccolo, lo hanno rivelato molti studi. La qualità di queste interazioni può impattare anche sulle competenze attentive in età scolare

Di Guest, Margherita Moioli

Pubblicato il 19 Giu. 2018

Aggiornato il 29 Ago. 2019 12:10

Uno studio longitudinale ha provato a verificare l’impatto della qualità delle interazioni precoci tra madre e bambino su problemi attentivi del bambino in età scolare.

Lorena Caiati, Elena Ierardi, Margherita Moioli

La letteratura indica che l’inadeguatezza della relazione mamma-bambino nei primi anni di vita è un importante fattore di rischio per lo sviluppo socio-emotivo e per l’emergere di problemi psicopatologici nei bambini (Sroufe, Egeland, Carlson, & Collins, 2005). Si può quindi ipotizzare che la genitorialità non sia uno stato univocamente e geneticamente predeterminato, né tanto meno un semplice ruolo, ma sia invece un processo multideterminato ed evolutivamente aperto che è necessario per uno sviluppo psichico del bambino armonico ed efficacemente adattivo rispetto alle necessità ambientali.

Madre-bambino: le interazioni precoci hanno importanti conseguenze

Lo studio della relazione tra competenza comunicativa infantile e responsività materna ha inoltre permesso di mettere in luce come diversi aspetti del caregiving genitoriale e della comunicazione infantile abbiano degli effetti a breve e medio termine sullo sviluppo socio emotivo e relazionale del bambino (Riva Crugnola, 2012). Infatti, la qualità del parenting durante i primi anni di vita del bambino è collegata allo sviluppo sociale e relazionale; nello specifico, la scarsa sensibilità genitoriale e l’intrusività materna in infanzia predicono problemi esternalizzanti e internalizzanti durante lo sviluppo successivo del bambino. Invece la sensibilità materna è associata a maggiore competenza di resilienza del bambino in età prescolare e scolare (Cumberland-Li, Eisenberg, Champion, Gershoff, & Fabes, 2003; Kok et al., 2013; Mäntymaa, Puura, Luoma, Salmelin, & Tamminen, 2004).

Inoltre la difficoltà da parte del bambino di regolare le emozioni durante l’interazione con la madre nel primo anno di vita può essere un fattore di rischio per lo sviluppo di sintomi e problematiche nell’area dell’iperattività e della disattenzione. È stato anche identificato che comportamenti non responsivi materni quali aggressività, intrusività e ostilità fungono da mediatore dell’associazione tra le difficoltà del bambino a livello emotivo nei primi mesi e i successivi problemi comportamentali in età scolare (Morrell & Murray, 2003) fino all’età adulta (Najmi, Bureau, Chen & Lyons- Ruth, 2009).

In ambito clinico è sempre più frequente la richiesta di consultazione su problematiche di tipo esternalizzante e in particolare inerenti l’irrequietezza, l’impulsività, la distraibilità e la disattenzione. Al fine di attuare interventi precoci, è quindi importante riuscire a individuare, come fattori di rischio, i predittori precoci per problematiche attentive.

Interazioni Madre-bambino e impatto su problemi attentivi in età scolare

Interessante a questo proposito uno studio longitudinale (Caiati, Ierardi & Moioli, 2016) volto ad analizzare in un campione di 27 diadi madre-bambino la relazione tra gli stili di interazione della madre e del bambino a 9 mesi e le problematiche attentive in età scolare. A 9 mesi del bambino sono state videoregistrate le interazioni diadiche di gioco libero e codificate con il sistema di codifica NVA (Moioli, 2008; Moioli, Gazzotti, & Walder, 2010), uno strumento per l’osservazione strutturata, la valutazione e la codifica di sequenze videoregistrate di interazioni genitore-bambino. A 6 anni del bambino, alle madri è stato somministrato il Conners Rating Scales-Revides (Conners, Sitarenios, Parker, & Epstein, 1998) per valutare gli atteggiamenti che i loro figli mettono in atto durante le quotidiane attività che svolgono a casa come lo studio o il gioco e individuare problematiche attentive. I risultati ottenuti da questa ricerca mostrano una relazione tra i comportamenti di madre e bambino a 9 mesi e le problematiche attentive in età scolare. In particolare, i bambini che hanno più comportamenti passivi e di evitamento nelle interazioni con la madre a 9 mesi hanno poi punteggi più alti nella sottoscala dell’inattenzione a 6 anni. L’aggressività e l’intrusività materna nei confronti del bambino nelle interazioni a 9 mesi sono correlate a maggiori problematiche del bambino nell’area dell’iperattività a 6 anni. Inoltre le problematiche attentive e dell’iperattività dei bambini sono risultate associate tra di loro.

I risultati di questo studio sottolineano l’importanza di valutare precocemente gli indicatori di rischio per la relazione mamma-bambino quali inadeguatezza, non responsività del caregiver e difficoltà di coinvolgimento positivo del bambino, al fine di prevenire rischi per lo sviluppo di problematiche di tipo psicopatologico in età scolare. I problemi relazionali precoci sono segnali predittivi di difficoltà del bambino negli anni successivi, è quindi importante attuare interventi preventivi per sostenere e migliorare la qualità della relazione della diade madre-bambino al fine di prevenire disturbi della salute mentale del bambino.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Caiati, L., Ierardi, E., & Moioli, M. (2016). Mother-child interaction at 9 months and child’s attention problems at school age. European Psychomotricity Journal, 8, 49-65.
  • Conners, C. K., Sitarenios, G., Parker, J. D. A., & Epstein, J. N. (1998). The Revised Conners' Parent Rating Scale (CPRS-R): Factor structure, reliability, and criterion validity. Journal of Abnormal Child Psychology, 26, 257–268.
  • Cumberland-Li, A., Eisenberg, N., Champion, C., Gershoff, E.T., & Fabes, R. A. (2003). The relation of parental emotionality and related dispositional traits to parental expression of emotion and children’s social functioning. Motivation and Emotion, 27, 27–56.
  • Kok, R., Linting, M., Bakermans-Kranenburg, M. J., van IJzendoorn, M. H., Jaddoe, V. W. V., Hofman, A., Verhulst, F. C., & Tiemeier, H. (2013). Maternal sensitivity and internalizing problems: Evidence from two longitudinal studies in early childhood. Child Psychiatry and Human Development, 44, 751–765.
  • Mäntymaa, M., Puura, K., Luoma, I., Salmelin, R. K., & Tamminen, T. (2004). Early mother-infant interaction, parental mental health and symptoms of behavioral and emotional problems in toddlers. Infant Behavior & Development, 27, 134–149.
  • Moioli, M. (2008). Neuropsychomotor Video Analysis of parent and child interaction. Manoscritto non pubblicato.
  • Moioli, M., Gazzotti, S., & Walder, M. (2010). Neuropsychomotor Video Analysis of parent and child interaction/nva. Un nuovo strumento per l’osservazione e la valutazione neuropsicomotoria delle interazioni di gioco tra l’adulto e il bambino nei primi tre anni di vita. Psicomotricità, 14, 31-38.
  • Morrell, J. E. & Murray, L. (2003). Parenting and the development of conduct disorder and hyperactive symptoms in childhood: a prospective longitudinal study from 2 months to 8 years. Journal of Child Psychology and Psychiatry, 44, 489–508.
  • Najmi, S., Bureau, J. F., Chen, D. E., & Lyons-Ruth, K. (2009). Maternal attitudinal inflexibility: longitudinal relations with mother- infant disrupted interaction and childhood hostile- aggressive behavior problems. Child Abuse & Neglect, 33, 924–932.
  • Riva Crugnola, C. (2012). La relazione genitore-bambino tra adeguatezza e rischio. Bologna: Il Mulino.
  • Sroufe, L. A., Egeland, B., Carlson, E. A., & Collins, W. A. (2005). The development of the person. New York: Guilford Press.
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