Una nuova ricerca sullo sviluppo delle abilità sociali condotta dall’Università di Lund, in Svezia, rivela che bambini, anche piccoli, possono mostrare abilità quali l’inferenza di stati mentali altrui, nelle interazioni con l’ adulto.
Perché gli esseri umani funzionino socialmente, devono essere in grado di percepire, comprendere e parlare delle credenze, dei desideri e delle intenzioni altrui, in altre parole degli stati mentali.
Non vi è consenso unanime tra i ricercatori circa il periodo in cui si sviluppi questa capacità, tuttavia la letteratura esistente indica l’insorgenza intorno ai 4 anni.
Il nuovo studio svedese dimostra che l’interazione con un adulto permetterebbe la comparsa di tale abilità anche nei bambini più piccoli. La ricerca condotta dalla psicologa dello sviluppo Elia Psouni ha indagato, tramite una variante del test della falsa credenza, l’ abilità sociale nota come teoria della mente, ovvero la capacità del bambino di creare una rappresentazione adeguata dei processi cogntivi-emotivo altrui.
Sviluppo delle abilità sociali: l’esperimento
Ai piccoli partecipanti, bambini dai 33 ai 54 mesi, è stato chiesto di prevedere cosa sarebbe accaduto nel finale di una storia illustrata, improvvisamente interrotta. Lo scopo della ricerca era quello di indagare se la risposta del bambino fosse in qualche modo influenzata dalla presenza o meno di un adulto, il quale poteva essere impegnato nello svolgimento di un’altra attività oppure partecipare attivamente al racconto.
La versione utilizzata per la ricerca prevedeva la visione di un cortometraggio animato in cui il padre del piccolo Maxi spostava un giocattolo che il figlio aveva riposto mentre il bambino giocava all’esterno, al rientro in casa di Maxi il film si interrompeva e veniva chiesto ai partecipanti di indicare il luogo in cui pensavano che Maxi avrebbe cercato il giocattolo. La medesima procedura è stata riproposta in un secondo esperimento attraverso un libro illustrato.
Comunemente i bambini di età inferiore ai 4 anni credono che Maxi cercherà il gioco nella nuova collocazione scelta dal padre, dimostrando così di non essere in grado di formulare false credenze. Al contrario, nello studio svedese, si nota come molti dei bambini che hanno affrontato il compito interagendo con l’adulto hanno previsto correttamente la scelta del protagonista, mentre invece si sono registrate un numero di risposte corrette significativamente inferiore nelle altre condizioni sperimentali.
Sviluppo delle abilità sociali: il ruolo delle interazioni con l’adulto
L’autrice dello studio afferma
Molti bambini hanno risposto correttamente spiegando il proprio ragionamento: Maxi ha cercato il suo giocattolo nel posto in cui lui l’aveva lasciato poiché non poteva sapere che il padre lo avesse spostato. Ciò che sorprende è che questi bambini non ricordavano la storia generale meglio degli altri ma indicavano specificatamente che il padre aveva spostato il giocattolo quando Maxi non era presente. Questo ci suggerisce che questi bambini hanno prestato maggiore attenzione alle caratteristiche salienti della trama rispetto ad altre.
Le evidenze dimostrano la capacità dei bambini di inferire gli stati mentali dell’altro in un contesto di attenzione congiunta con un adulto anche prima di quanto la letteratura dica. Elia Psouni ha concluso
La comprensione precoce della prospettiva altrui da parte dei bambini piccoli sembra richiedere loro di “condividere le prospettive” con l’altro concentrandosi sulle stesse informazioni contemporaneamente. Questa abilità sociale di base appare fondamentale per la nascita di competenze sociali più ampie e per lo sviluppo del pensiero critico.