Per arrivare a idee così semplici su come curare il malessere psicologico ci sono voluti decenni e ancora non sono abbastanza diffuse. Giovanni Liotti e Fabio Monticelli partono dal buon maestro Darwin.
Chi soffre psicologicamente lo fa a partire da un buon motivo. Il comportamento umano è guidato da una serie di spinte – istinti li chiamavano – a sperare qualcosa nelle relazioni. Eccole di seguito:
- Vogliamo che venga riconosciuto il nostro valore, così da stabilire l’ordine di accesso alle risorse: rango sociale.
- Cerchiamo conforto in momenti di vulnerabilità: attaccamento
- Ci muoviamo a prenderci cura di chi soffre: accudimento
- Cerchiamo di essere parte di un gruppo, pena l’assenza di senso: appartenenza
- Formiamo legami stabili che portino sensualità e piacere erotico: sessualità
- Ci alleiamo per raggiungere scopi al di fuori dei nostri limiti individuali: cooperazione
- Di importanza fondamentale: vogliamo esplorare l’ambiente in modo autonomo, innovare, scoprire. Guidati da arcaici nervi di rettile, usciamo dal territorio cercando risorse, diventiamo giocatori, scienziati, sognatori.
I problemi psicologici cronici nascono dalla previsione che a fronte di questi nostri umani, ineludibili desideri, gli altri risponderanno in modo insoddisfacente. Vogliamo essere apprezzati: ci svaluteranno. Abbiamo bisogno di affetto: levati di torno. Vogliamo esplorare il mondo: fermo lì, resta nel tuo seminato, rispetta gli anziani. Speriamo di sentirci parte di una comunità: non sei dei nostri. In tutti questi casi, se manca la speranza in un destino diverso, la sofferenza è inevitabile.
La terapia che ne consegue parte da quest’idea semplice: il desiderio che hai è sensato, non ti posso promettere che si avveri, ma possiamo riaccendere la speranza.
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