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Sogno e desiderio in Eyes Wide Shut – Recensione del film

Eyes Wide Shut è un film americano di Stanley Kubrick in cui sono rappresentati i vissuti emozionali, sessuali e onirici di una coppia.

Di Guest

Pubblicato il 01 Mar. 2018

Aggiornato il 23 Mar. 2018 11:03

La pellicola Eyes Wide Shut esplora i vissuti emozionali, le gelosie, i timori, i segreti di una tipica coppia americana. Credo però che l’elemento saliente possa essere ravvisato in quella che definirei come una “parabola del desiderio”.

Raffaele Fasano

 

Eyes Wide Shut: la trama del film

Avvicinarsi all’analisi dell’ultimo lavoro del grande cineasta americano Stanley Kubrick risulta un’ esperienza insieme malinconica e affascinante per chi come il sottoscritto ha amato ogni suo lavoro, dal più acerbo “The killer’s Kiss” all’indecifrabile “2001: A space odissey”. La malinconia di un ultimo incontro con uno dei più grandi personaggi del XX secolo, le ultime volontà artistiche e concettuali di un uomo che ha indagato ogni angolo della natura umana, si mescola con la fascinazione che questo ultimo lavoro esercita sullo spettatore, travolto da oniriche visioni di desideri liberati, colpe celate che dividono la scena della coscienza dei due protagonisti del film Eyes Wide Shut, Bill ed Alice, un torbido mistero di sesso e perversione che rapisce lo sguardo e la mente di uno spettatore agognante, impaurito, condotto da una regia maniacalmente attenta a disegnare sullo schermo una lenta, a tratti stancante, discesa nell’inferno di un matrimonio che si confronta con i propri fantasmi.

Siamo in bagno all’inizio del film Eyes Wide Shut, Bill ed Alice si stanno preparando per andare ad una festa natalizia, la loro figlia piccola Helene dorme nell’altra stanza. Lei è nuda, si osserva allo specchio, elemento questo molto ricorrente nella pellicola in quanto luogo del riconoscimento di sé, lui la cinge da dietro, rinnovando la conquista del corpo e dell’amore di lei. Assistiamo ad una classica manifestazione di intimità tra due giovani sposi, belli, innamorati e felici. La sera stessa questo idillio sarà messo alla prova, durante la festa, sotto forma di due procaci ragazze che cercano di attirare Bill, e di un attempato e misterioso signore che esprime la sua volontà di possessione nei confronti di Alice. Entrambi resistono alla tentazione del tradimento, ma eccitati e incuriositi dalle trame dell’attrazione sessuale, giocano con i loro seduttori, in un gioco di sguardi e gesti che invita e disillude. La sera, tornati a casa, si ricongiungono facendo l’amore.

È questo il primo incontro con il tema della sessualità, presente in tutta la pellicola. I due protagonisti conoscono le possibilità attrattive dei propri corpi, invitano alla seduzione, sono pronti a svestire i panni della moglie e del marito, e a lasciar emergere le nudità consapevoli delle proprie pulsioni. Il sesso è un tema forte dell’opera, che si manifesta in questo frangente come pura e semplice soddisfazione sessuale, il desiderio di soddisfacimento che vuole estinguersi nel raggiungimento dell’oggetto desiderato. È un tipo di soddisfacimento che esaurisce la tensione del soggetto attraverso la scarica, è in altri termini un tipo di desiderio che richiede la soddisfazione immediata, assimilabile al bisogno. Probabilmente nel fare l’amore i due protagonisti rispondono in qualche modo alla tensione sessuale creatasi negli assalti ai loro corpi, oggetti del desiderio di altri.

La sessualità si manifesta in una forma diversa in una scena successiva, quando Alice confessa, in preda ai fumi della marijuana, di aver provato una forte attrazione sessuale per un ufficiale della marina intravisto alcuni anni addietro. La donna, semi vestita, ammiccante e aggressiva, descrive le sue voluttuose fantasie al marito, che rimane estremamente scosso dalla scena. Ricevuta una telefonata, Bill lascia la moglie e si reca al capezzale di un paziente in fin di vita. Inizia qui il percorso parallelo dei due protagonisti, l’uomo inizia un’odissea che lo porterà fino alla misteriosa orgia nella villa, la donna si addentra nelle sue fantasie sognando l’ufficiale della marina.

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Il doppio sogno

Ci sono due elementi che simbolicamente spiegano la circostanza per cui la donna rivela la sua fantasia al marito. Innanzitutto la droga, che sembra agire come una sorta di liberazione della parola, annebbiando il suo giudizio, portandola a dare voce ad un antico desiderio fino ad allora celato, quasi come uno scacco dato all’attività censoria della veglia. Inoltre la notte, che nel film è segretamente presente quale metafora insieme della discesa nell’oscurità, negli inferi della mente che sfugge alle regole, e del sonno, come attività che libera lo spazio del sogno, l’esplorazione dei propri desideri repressi, l’agognata soddisfazione di essi nell’attività onirica.

Durante la notte la donna sogna infatti di avere un rapporto sessuale con l’ufficiale, appagando in maniera onirica così il suo antico desiderio. L’uomo, al contempo, si avventura negli spazi di una New York estremamente simbolica e onirica, che si configura come una sorta di sogno ad occhi aperti, che si fa luogo della possibilità di soddisfazione onirica per Bill. Avrà così la possibilità di vendicarsi del tradimento fantasticato dalla moglie, prima con una donna di nome Marianne, innamorata da tempo di lui, poi con una prostituta, ma entrambe le volte l’uomo sarà richiamato alla realtà, che gli impedirà di cedere alla soddisfazione del suo desiderio. Successivamente, attraverso varie peripezie, si trova in una villa, dove si sta svolgendo un’orgia fanatica di rapporti sessuali, corpi nudi donati indiscriminatamente, l’identità protetta da una maschera. È questo il momento più onirico di tutta la pellicola, con l’orgia che si configura quale spazio del più incontrollato desiderio sessuale, dove il corpo spogliato dei vestiti e dell’identità può essere privato di ogni sua connotazione sociale, ogni dettaglio culturale, facendosi strumento e oggetto della più sfrenata soddisfazione sessuale. È in questo spazio che l’uomo troverà la più vivida manifestazione del suo desiderio sessuale, insieme alla condanna, esercitata simbolicamente da un officiante dalle sembianze cardinalizie, una sorta di grande inquisitore che veste i panni di una realtà che legifera sulle più sfrenate condotte.

Il deciso richiamo alla teoria del sogno di Sigmund Freud si ravvisa in questo elemento onirico del film. Gli avvenimenti salienti avvengono durante la notte, al calare dell’oscurità, in opposizione alla calda e apparente serenità familiare del giorno. È durante la notte che la tentazione sessuale scuote i sensi dei protagonisti, durante la notte essi si confessano a se stessi e al proprio partner, ed è sempre durante la notte che, entrati nello spazio del sogno, si abbandonano alla soddisfazione del proprio desiderio. La scena filmica appare inoltre rovesciata, gli elementi si presentano ignari delle proprie contraddizioni, i personaggi si muovono senza apparente volontà, quasi trasportati dagli eventi. Troviamo ancora numerosi elementi che appaiono opposti rispetto alla veglia, come ad esempio i due giapponesi svestiti nel negozio di costumi che il giorno successivo incontreranno Bill, vestiti di tutto punto.

Il desiderio nel film Eyes Wide Shut

La pellicola Eyes Wide Shut esplora i vissuti emozionali, le gelosie, i timori, i segreti di una tipica coppia americana. Credo però che l’elemento saliente possa essere ravvisato in quella che definirei come una “parabola del desiderio”. Nel primo atto di seduzione descritto in precedenza, i corpi dei protagonisti sono fatti oggetto dell’attrazione dell’altro, delle due ragazze e dell’uomo alla festa. È questo un desiderio che si avvicina più propriamente al bisogno biologico, secondo cui il corpo agognato è schiacciato sulla definizione di oggetto desiderabile per alcune caratteristiche, che può appunto soddisfare il soggetto. Ma che tipo di desiderio sta esprimendo Alice al marito nella scena della confessione? E che tipo di desiderio vivifica Bill nella sua angosciante odissea newyorchese?

In queste scene di Eyes Wide Shut assistiamo ad una problematizzazione del desiderio sessuale esperito dai due protagonisti. È innanzitutto un desiderio inconscio, non manifesto, che seppur espresso è simbolicamente collocato nelle scene notturne, elemento descritto in precedenza. Nella sua “Interpretazione dei sogni” Freud definisce tre tipi di desiderio che possono suscitare un sogno: il primo tipo è suscitato di giorno e può non trovare appagamento in seguito a circostanze esterne, il secondo può emergere durante la veglia ma essere represso, il terzo può provenire dall’inconscio. Perché il terzo tipo di desiderio possa dar origine ad un sogno deve collegarsi ad un pensiero esperito durante la veglia, che sia in qualche modo associato al desiderio rimosso. Nel caso dei due protagonisti, gli avvenimenti della festa suscitano in maniera inequivocabile un certo tipo di eccitazione sessuale, che collegandosi ad antichi pensieri repressi, danno origine ad un ritorno di fantasie sessuali nascoste. È per questo che Alice assume un’ aria totalmente sconosciuta al marito ad esempio, come se fosse dominata da un’altra parte di sé, mai mostrata al proprio partner. In questo caso si tratta di un altro tipo di desiderio quindi, un desiderio di natura sessuale sì, ma inconscio, represso, relegato nell’oscurità, che può esprimersi solo attraverso le leggi del processo primario.

La donna assume un’ espressione stranita, sognante, le sue membra sono contratte, sembra essa stessa un sogno. Allo stesso modo Bill attraversa una New York oscura, evocativa, che seguendo le leggi di costituzione del sogno descritte da Freud si configura come una manifestazione mascherata di un contenuto nascosto. L’orgia in questo senso può essere configurata come la massima espressione delle funzioni del sogno, quale completa distensione del principio di piacere, di quel principio cioè che aspira al più totale soddisfacimento, sfuggendo all’esame di realtà. Alice si abbandona anch’essa al principio di piacere, soddisfacendo in maniera fantasticata il suo desiderio. Il desiderio descritto in questa fase è separato in Freud dal concetto di bisogno, è un desiderio come detto inconscio, che risponde alla sola legge del principio di piacere. Tale principio è uno dei due poli che regola l’attività psichica dell’essere umano, in contrapposizione al principio di realtà che sottopone la nostra vita al controllo morale, etico e sociale. Se non imbrigliato, l’inconscio sarebbe libero di esprimere incondizionatamente i suoi soddisfacimenti pulsionali, con la conseguente impossibilità di una vita stabile e in armonia con gli altri. In questo senso il confronto finale dei due coniugi si configura come un ritorno nella sfera della realtà, attraverso la piena accettazione dei rispettivi vissuti di desiderio e il consapevole ritorno sottomesso alle leggi della società, simbolizzata nella scena finale di Eyes Wide Shut dalla famiglia felice in prossimità del Natale, luogo caldo e rassicurante che allontana l’oscurità.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Freud, S. (1905) Drei Abhandlungen zur sexualtheorie. Ed. Italiana: Bollati Boringhieri. Torino.
  • Freud, S. (1900) Die Traumdeutung. Ed. Italiana: Bollati Boringhieri. Torino.
  • Ruggero, E. (1995) Invito al cinema di Kubrick. Ugo Mursia Editore. Milano.
  • Schnitzler, A. (1926) Traumnovelle. Ed. Italiana Adelphi Edizioni S.P.A.. Milano.
  • Laplanche, J., Pontalis, J.B (1967) Vocabulaire de la psychanalyse. Ed. Italiana Gius. Laterza & Figli Spa. Roma-Bari.
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