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Wonder: un film sentimentale su un bambino affetto da una deformazione facciale

Wonder è un film che narra di un bambino con una deformazione facciale che fa il suo ingresso alle scuole medie per la prima volta.

Di Giorgia Maestri

Pubblicato il 13 Feb. 2018

Aggiornato il 05 Dic. 2018 11:01

Wonder è un film volutamente sentimentale, a tratti prevedibile, che strappa allo spettatore autentici sorrisi e inevitabili lacrime.
La sua intensità consiste nel raccontare verità semplici e fondamentali, che ogni tanto è necessario recuperare. E’ questo che lo rende un film da suggerire a tutti.

 

Info

Un film di Stephen Chbosky . Con Jacob Tremblay , Julia Roberts, Owen Wilson, Izabela Vidovic  – Drammatico – Stati Uniti – 2017

Trama del film Wonder

Il film è tratto dall’omonimo romanzo di R.J. Palacio.
August (soprannominato Auggie) ha 10 anni ed è affetto da una grave deformazione facciale a causa della sindrome di Treacher Collins. Dalla nascita ha subito 27 operazioni chirurgiche, ma nessuna di queste gli ha restituito un aspetto normale. Deve frequentare la prima media e i suoi genitori decidono di iscriverlo a scuola per la prima volta: fino a quel momento ha infatti trascorso la sua esistenza all’interno delle rassicuranti mura domestiche, dove la madre gli ha fatto anche da insegnante. Entrando a scuola, Auggie si deve confrontare con il mondo esterno e con i coetanei.

L’ARTICOLO CONTINUA DOPO IL TRAILER:

Motivi di interesse

“Mi chiamo Auggie Pullman, l’anno prossimo comincio la prima media, e siccome non sono mai stato in una vera scuola, sono praticamente pietrificato ”.
Questa è la premessa di Wonder.

Il passaggio a scuola, rappresenta per Auggie l’ingresso nel mondo. Per la prima volta si affaccerà alla vita e si confronterà con qualcuno che non lo proteggerà e non l’amerà incondizionatamente come i suoi familiari. Dovrà fare i conti con la sua diversità e con gli sguardi fissi sul suo volto. E tutto questo richiederà una grande dose di coraggio: sia da parte sua, che dei suoi familiari.

Dopo un’ampia introduzione interamente dedicata ad Auggie, il film si focalizza su alcuni personaggi secondari, assegnando maggiore completezza alla pellicola attraverso un’ esaustiva analisi del contesto e un approfondimento di alcune tematiche tipicamente adolescenziali. Dalla sorella frustrata per le molteplici attenzioni rivolte al fratello, all’inseparabile amica della sorella che in modo apparentemente inspiegabile si allontana, all’amico di scuola che Auggie scopre parlargli alle spalle in cerca dell’approvazione del grande gruppo.
Attraverso questi spostamenti, il regista descrive un quadro molto realistico, mettendo in evidenza che la crescita individuale di Auggie è inevitabilmente inserita nei vissuti stessi delle persone a lui vicine.

La forza di Wonder risiede nel rappresentare il difficile processo di formazione di un bambino, come effetto di un lavoro di squadra. La capacità del protagonista di affrontare i suoi pari, di tirare fuori le sue emozioni e di non demordere di fronte alle molteplici frustrazioni, indica il risultato di un impegno collettivo.

Ci sono due genitori consapevoli che manifestano le loro paure, ma non ne sono vittime. Entrambi mantengono uno sguardo costantemente fiducioso sul figlio, come a dirgli “tu ce la farai”. Accolgono i timori del bambino, ma non si spaventano di fronte a essi. Concedono ad Auggie la libertà di “proteggersi” sotto un casco da cosmonauta, per poi incoraggiarlo a toglierselo una volta approdato a scuola. Lo esortano e lo accompagnano a “spiccare il volo”, pur con tutte le preoccupazioni legate alla sua diversità.

C’è una sorella protettiva e premurosa che – al di là della frustrazione di sentirsi spesso la figlia “in secondo piano”- incoraggia Auggie ripetendogli sovente: “Non puoi nasconderti se sei nato per emergere”.

C’è il primo amico incontrato a scuola, che tradisce il protagonista per paura di essere escluso dal gruppo, ma poi lotta per riconquistare il rapporto e si assume la responsabilità di ciò che ha fatto.
E’ l’instancabile lavoro di squadra che contribuisce a rendere Auggie il bambino che è: gentile, determinato, combattivo, vitale e dotato di grande senso dell’umorismo.

Ci sono momenti in cui il protagonista ha voglia di arrendersi, perché tutto gli appare estremamente faticoso: si sente tradito, amareggiato, deluso. La sua diversità e le esperienze deludenti potrebbero facilmente spalancargli le porte del vittimismo e del compiangimento.
Ma alla fine è la fiducia in se stesso a prevalere, quella che gli è stata costantemente trasmessa dai suoi familiari e che gli verrà confermata dalle nuove amicizie. Quella che gli impedisce di cedere.
La sua gentilezza e la sua determinazione finiranno per conquistare tutti. E per Auggie ne sarà valsa la pena.

Indicazioni per l’utilizzo di Wonder

Wonder è un film volutamente sentimentale, a tratti prevedibile, che strappa allo spettatore autentici sorrisi e inevitabili lacrime.
La sua intensità consiste nel raccontare verità semplici e fondamentali, che ogni tanto è necessario recuperare.

E’ questo che lo rende un film da suggerire a tutti.
Ai bambini, perché affronta il tema universale della diversità, delle prese in giro e dell’amicizia.
Agli adulti in generale, perché ha il coraggio di mostrare le paure che chiunque può aver attraversato.
Ai genitori, perché mostra ciò che le madri e i padri dovrebbero rappresentare per un figlio: la base sicura. Uno sguardo fiducioso verso un figlio, lo aiuta a credere in se stesso, e credere in se stessi è ciò che può fare affrontare ogni difficoltà della vita.
Agli psicoterapeuti, perché la stessa fiducia è importante trasmetterla a ogni individuo che si incontra nel proprio percorso lavorativo.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Coratti, B., Lorenzini, R., Scarinci, A., Segre, A., (2012) Territori dell’incontro. Strumenti psicoterapeutici, Alpes Italia, Roma.
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