In Cinquanta sfumature di Grigio viene messa in scena, rappresentata da due tipologie di donne ben distinte, la forte una scissione che Christian Grey opera nei confronti dell’oggetto: quello “buono” e affidabile, quello “cattivo” e da controllare.
Erika Leonard, in arte E. L. James, ci introduce con Cinquanta sfumature di Grigio ad una delle trilogie più popolari e controverse degli ultimi anni. Si tratta della storia d’amore tra Anastasia Steele e Christian Grey, tra un’ingenua studentessa americana e un giovane imprenditore miliardario. E’ una relazione che nasce da un incontro fortuito e che si trasforma in una storia travagliata fin dalle prime scene, quando Anastasia scopre che quell’uomo misterioso vive la sessualità in un modo singolare, che lei non comprende.
Cinquanta sfumature: Christian Grey e la scissione tra oggetto buono e cattivo
Le donne che ruotano attorno a lui sono di due tipi: assistenti alte, bionde e occhi azzurri da un lato, “sottomesse” more e acqua e sapone dall’altro. Viene messa in scena, rappresentata da due tipologie di donne ben distinte, la forte una scissione che Christian Grey opera nei confronti dell’oggetto: quello “buono” e affidabile, quello “cattivo” e da controllare. Si tratta di un oggetto su cui è possibile non investire, permeato da un’ambivalenza emotiva in cui amore e odio coesistono.
Christian Grey, figlio di una tossicodipendente morta di overdose, sopravvive al suo passato traumatico rinunciando alla posizione depressiva e mantenendo una rappresentazione parziale dell’oggetto materno, le cui qualità sono proiettate, ad opera del principio di generalizzazione, sulla categoria-donna. Christian è un uomo geloso e possessivo, vive le relazioni in modo asimmetrico e stipula contratti tra Padrone e Sottomessa. Così come l’oggetto, anche il protagonista della trilogia di Cinquanta Sfumature viene descritto come scisso: dolce e disponibile, ma anche freddo e calcolatore. Il suo passato lo tormenta e la sua stessa pelle presentifica una grande difficoltà nella relazione con l’altro, inaccessibile e intrusivo allo stesso tempo, in una labilità dei confini resa visibile dal confine corporeo in cui sono relegate le sue bruciature.
Il modo in cui Christian Grey vive le relazioni erotiche appare svincolato dall’altro, la cui sottomissione è secondaria ad una sola caratteristica imprescindibile: la somiglianza alla madre biologica. Il bisogno pulsionale sembra poter essere soddisfatto attraverso uno spostamento della pulsione da un oggetto all’altro. In Cinquanta Sfumature di Rosso, Mr Grey lo spiega: non è un “dominatore” ma un sadico, che prova piacere nell’infliggere punizioni a donne che somigliano alla madre. Il sadismo in effetti è l’esercizio della violenza contro un’altra persona, assunta come oggetto; il piacere sessuale non è però dato dal provocare dolore, quanto piuttosto da un’identificazione con chi subisce la sofferenza. In una sorta di coazione a ripetere, Christian Grey sembra rievocare le torture subite nell’infanzia attraverso il suo modo di vivere la sessualità, la quale nella prima parte della storia sembra poter esistere, in effetti, solo nella “Stanza delle Torture”.
Quando Anastasia lo lascia perché incapace di tollerare le regole del contratto e la qualità di una relazione fondata sul possesso, sembra emergere per Christian la possibilità di un’integrazione dell’oggetto, fonte di piacere e dispiacere allo stesso tempo. Dopo un gioco sessuale finito male lui le mormora “non odiarmi”, lei invece gli dirà che è innamorata di lui. “Non puoi amarmi Ana. No…è sbagliato”: l’esperienza di essere amato e visto nella complessità delle sue cinquanta sfumature consente a Christian Grey di recuperare aspetti di sé frammentati e scoprirsi capace di una relazione d’amore e di un piacere sessuale “alla vaniglia”.