Il racconto dell’ancella è un romanzo distopico ambientato in una città di fantasia, collocata in Nord America, che si svolge in un tempo indefinito ma moderno. A seguito dell’inquinamento atmosferico e di numerose guerre, l’assetto sociale moderno che tutti noi conosciamo vive un momento di profonda crisi. La produzione di cibo non contaminato è estremamente difficoltosa e, soprattutto, le scorie radioattive hanno causato il dilagarsi del fenomeno della sterilità mettendo, così, a rischio la continuazione della specie umana.
La cronaca attuale delle molestie sessuali di uomini di potere
In questi ultimi giorni sta avendo grande rilevanza la cronaca delle tantissime denunce di molestie sessuali perpetuate da uomini di potere su donne, spesso, conosciute e frequentate sul posto di lavoro.
Ho letto con interesse gli interventi sull’argomento pubblicati su questa rivista del dottor Roberto Lorenzini e della dottoressa Sandra Sassaroli. L’intervento di Sandra, soprattutto nella sua citazione finale della sociologa Camille Paglia, mi ha fatto pensare al libro scritto da Margaret Atwood nel 1985 ed intitolato Il racconto dell’ancella.
La Sassaroli, concludendo il suo articolo, afferma:
“Nulla ci è regalato e occorre, come dice Camille Paglia, non dimenticare che la giustizia non è data, ma dipende da chi la difende in ciascun momento, e quindi da ciascuno di noi”.
Il racconto dell’ancella
Il racconto dell’ ancella è un romanzo distopico ambientato in una città di fantasia, collocata in Nord America, che si svolge in un tempo indefinito ma moderno. A seguito dell’inquinamento atmosferico e di numerose guerre, l’assetto sociale moderno che tutti noi conosciamo vive un momento di profonda crisi. La produzione di cibo non contaminato è estremamente difficoltosa e, soprattutto, le scorie radioattive hanno causato il dilagarsi del fenomeno della sterilità mettendo, così, a rischio la continuazione della specie umana.
In questo contesto avviene una rivoluzione civile al seguito della quale il potere andrà in mano ad una organizzazione chiamata Gallad che darà vita ad un regime totalitario e fortemente teocratico di ispirazione biblica.
Il corpo delle donne, la loro libertà di espressione, la loro identità, viene commissariata per il bene della società, per ristabilire un ordine e per scongiurare l’estinzione della specie.
Tutto nella Repubblica di Gallaad è prestabilito a priori dal regime: i ruoli sociali, la vita privata, l’istruzione. L’identità e la libertà personale sono annullate e la stabilità del regime è mantenuta con la violenza fisica. Ma sono comunque le donne a pagarne il prezzo maggiore.
In questo clima angosciante, che pervade il lettore pagina dopo pagina, la protagonista, Difred, è la voce narrante che ci accompagna nella scoperta del suo mondo sociale ed interiore.
A Galaad le donne sono divise in caste: le Mogli (date in sposa a uomini di potere), le Marte (domestiche nelle case dei potenti), le Zie (le istitutrici) e le Ancelle. Queste ultime sono le uniche donne ancora fertili. Sono state scelte dopo accurate selezioni mediche, istruite al silenzio ed alla sottomissione con la forza della violenza e delle minacce. Le ancelle vengono assegnate agli uomini potenti (chiamati comandanti) per permettere loro, nei giorni di fertilità, di avere rapporti sessuali ai fini riproduttivi.
Difred è un’ancella e svela gli orrori, i soprusi ma anche le piccole ribellioni di queste donne (che prima avevano una vita normale: con mariti, figli, compagni o compagne, hobby e soddisfazioni professionali).
Numerosi flash back lungo il romanzo fanno intuire come la Repubblica di Gallaad avrebbe potuto essere evitata se i segnali antecedenti alla guerra civile fossero stati colti e non sottovalutati.
Nel romanzo le donne devono rinunciare a loro stesse ma anche gli uomini devono rinunciare a loro.
In questa società non c’è più spazio per il confronto e lo scontro, la collaborazione, la scoperta e la curiosità. E in queste assenze gli uomini, seppur in una posizione privilegiata, conoscono la solitudine.
Difred non rappresenta solo un monito per le donne, per esortarle a non dare mai per scontati i propri diritti civili e umani. E’ anche un messaggio di speranza. Lungo il suo racconto, infatti, si percepisce sempre la sua vitalità e la sua determinazione a salvarsi.
Ho letto questo libro un po’ di tempo fa, scovato tra gli scaffali di una libreria milanese. Dopo averlo letto ho deciso di eleggerlo a strumento per la mia pratica terapeutica. Ai miei pazienti, sia uomini che donne, consiglio spesso questa lettura per stimolare in loro la riscoperta del concetto di “persona”, aldilà delle differenze di genere, e condurli verso una assunzione di responsabilità personale e sociale.
Da pochi mesi, da questo bellissimo libro, è stata tratta una fortunata serie televisiva dal titolo The Handmaid’s Tale (titolo in lingua originale del libro).