Depressione post partum paterna: Spesso la depressione post partum è associata ad una condizione materna. Un recente studio ha però mostrato come cambiamenti di livello di testosterone, in particolare a circa 9 mesi dopo la nascita del proprio figlio, possano indurre una condizione simile anche nei padri. I padri, i cui livelli di testosterone erano aumentati, presentavano un rischio maggiore di sperimentare stress a causa del nuovo ruolo genitoriale e, inoltre, un maggiore rischio di attuazione di comportamenti ostili, come ad esempio l’aggressione emotiva, verbale o fisica verso la propria partner.
Lo studio è stato pubblicato nella rivista Hormones and Behavior.
Darby Saxbe, autore principale, dichiara che i risultati emersi, sono a sostegno di studi effettuati precedentemente che mostrano le diverse risposte biologiche dell’uomo alla paternità.
Spesso si pensa alla maternità come qualcosa di biologicamente determinato perché le madri hanno appunto un legame biologico con il proprio bambino, garantito dalla gravidanza e dall’allattamento. La paternità non viene intesa negli stessi termini biologici. Si sa che i papà contribuiscono molto alla cura dei figli e che nel complesso i piccoli crescono meglio se all’interno della famiglia il papà è presente. Quindi è importante capire quali fattori contribuiscono e in che modo, a determinare un maggior coinvolgimento da parte di alcuni padri rispetto ad altri che sono assenti.
Lo studio: il legame tra livelli di testosterone e depressione post partum paterna
Saxbe ha lavorato con un team di ricercatori della USC, Università della California di Los Angeles e della Northwestern University. In questo studio sono state esaminate le associazioni tra testosterone paterno, i sintomi depressivi post-partum (paterni e materni) e il successivo funzionamento familiare.
Per lo studio, i ricercatori hanno esaminato i dati provenienti da 149 coppie della Community Child Health Research Network. Sono state reclutate madri tra i 18 e i 40 anni con basso reddito familiare e che avevano dato alla luce il loro primo, secondo o terzo figlio; i padri che hanno partecipato, hanno fornito campioni di testosterone. Gli intervistatori hanno visitato le coppie, nei primi due anni dopo la nascita del bambino per tre volte (circa a due, a nove e a 15 mesi dopo la nascita del bambino).
Durante la visita del nono mese, i ricercatori hanno consegnato il kit per il prelievo della saliva ai papà, con la raccomandazione di prelevare i campioni tre volte al giorno (mattina, mezzogiorno e sera) per monitorare i loro livelli di testosterone.
I partecipanti hanno risposto alle domande sui sintomi depressivi basati su una scala utilizzata nella maggior parte dei programmi di screening, la Edinburgh Postnatal Depression. Successivamente, hanno riportato il livello di soddisfazione del rapporto col partner, lo stress genitoriale e lo stato emotivo. I punteggi elevati evidenziavano un maggior livello di depressione, stress, insoddisfazione e aggressività. Pochi partecipanti, tra mamme e papà, sono stati identificati come clinicamente depressi.
Invece di utilizzare diagnosi cliniche, i ricercatori hanno esaminato il numero di sintomi depressivi sperimentati da ciascun partecipante. I livelli di testosterone maschile sono stati messi in relazione sia ai propri sintomi depressivi che a quelli della loro partner. Ad esempio, quantità basse di testosterone sono state associate a maggiori sintomi nei papà e meno nelle mamme. Il legame tra i livelli di testosterone e depressione è stato mediato dalla soddisfazione del rapporto con la/il partner. Le donne hanno riferito una maggiore soddisfazione per la loro relazione, che a loro volta ha contribuito a ridurre i sintomi depressivi. Ciò accade probabilmente perché i papà con testosterone inferiore trascorrono più tempo nel prendersi cura del bambino oppure perché hanno profili ormonali più sincronizzati con le mogli. Infatti si sa che per le madri, il sostegno sociale riduce il rischio di sviluppare una depressione post partum. I papà con i livelli di testosterone più alto riportano un maggiore stress genitoriale, e le loro mogli riferiscono una maggiore aggressività nella coppia.
Per misurare lo stress genitoriale è stato utilizzato il Parenting Stress Index-Short Form. La maggior parte delle risposte “sì” sono state date per items quali “Mi sento intrappolato dalle mie responsabilità di genitore” e ” Mio figlio mi fa più richieste rispetto agli altri bambini”. Le domande sulla soddisfazione del rapporto di coppia sono state valutate mediante un altro strumento largamente utilizzato, la Dyadic Adjustment Scale. I genitori hanno risposto a 32 item sulla soddisfazione del rapporto di coppia, tra cui aree di disaccordo o il loro livello di vicinanza e affetto. I punteggi più alti hanno evidenziato una maggiore insoddisfazione di coppia.
Le madri hanno risposto ad ulteriori domande mediante il questionario HITS (Hurts, Insults, and Scales of Threats), per indagare la presenza/assenza di insulti, minacce e violenza fisica nell’ultimo anno. È stato inoltre chiesto se il proprio partner avesse limitato attività come: fare la spesa, fare visita alla famiglia o agli amici. Questi ultimi sono considerati da Saxbe come fattori di rischio che possono contribuire ad una condizione cronica di depressione.
Il trattamento della depressione post partum paterna
Anche se i medici potrebbero far fronte alla depressione post partum paterna aumentando i livelli di testosterone, Saxbe dichiara che i risultati dello studio indicano che un aumento potrebbe peggiorare lo stress della famiglia; inoltre, bassi livelli potrebbero essere la conseguenza di un adattamento normale e naturale alla genitorialità.
Diversi studi hanno dimostrato che la forma fisica e un’adeguata regolazione della qualità del sonno possono migliorare l’umore e possono aiutare a bilanciare i livelli ormonali. Inoltre, sia le madri che i padri devono essere consapevoli dei segnali della depressione post partum paterna e materna ed essere disposti a cercare trattamenti e assistenza adeguati.