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Dal corpo alla mente: a Catania un seminario internazionale sugli approcci bottom-up in psicoterapia – Report dall’evento

Lo scorso 7 Luglio a Catania il seminario sulle tecniche psicoterapeutiche che, dai sintomi di natura somatica, agiscono sul funzionamento cognitivo.

Di Angela Ganci

Pubblicato il 17 Lug. 2017

Lo scorso 7 Luglio a Catania si è svolto Vulcanica…mente, seminario scientifico internazionale che si svolge ogni anno nella città siciliana e quest’anno incentrato sul rapporto corpo-mente e sulle tecniche psicoterapeutiche che, a partire dai sintomi di natura somatica, dimostrano la loro efficacia sul funzionamento cognitivo.

 

Si è svolto lo scorso 7 Luglio presso la sede della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Catania Vulcanica…mente, seminario scientifico internazionale che si svolge annualmente a Catania e quest’anno incentrato sul rapporto corpo-mente e sulle tecniche psicoterapeutiche che, a partire dai sintomi di natura somatica, dimostrano la loro efficacia sul funzionamento cognitivo.

L’esigenza da cui è partito il seminario è stata quella di scardinare il luogo comune secondo cui l’approccio cognitivo al funzionamento della mente è da considerarsi intellettualistico, così da relegare in secondo piano le emozioni, e ricordo in proposito l’importanza attribuita da Guidano e Liotti alle emozioni – spiega Tullio Scrimali, Psichiatra e Psicoterapeuta, Professore di Psicologia Clinica presso l’Università di Catania. Direttore della scuola di specializzazione in psicoterapia cognitiva Aleteia di Enna e organizzatore del seminario – Ecco perché questo seminario riguarda gli approcci bottom-up alla psicoterapia, che attribuiscono rilevanza al corpo nel suo stretto rapporto con la cognizione, come il biofeedback.

Dal corpo alla mente gli approcci bottom-up in psicoterapia - Report dal seminario -Tullio Scrimali

Il Prof. Tullio Schimali durante il seminario “Dal corpo alla mente”

In questa direzione si è mosso l’intervento di Damiana Tomasello, Docente Aleteia, che ha illustrato il ruolo del biofeeback nel trattamento dei disturbi dell’alimentazione.

Posto che esiste un’associazione forte tra ansia, stress e alimentazione e che lo stato ansioso costituito dalla presentazione del cibo che si ritiene ingrassante inibisce la sua assunzione, l’utilizzo del biofeedback risulta molto utile poiché, aumentando l’autoregolazione emotiva e di fatto abbassando i livelli di ansia, permette l’alimentazione anche dopo la presentazione del cibo temuto, come una merendina. Inoltre è utile avvalersi di telecamere all’interno del setting clinico per fornire una visione più obiettiva di se stessi e facilitare la ristrutturazione cognitiva dell’immagine corporea.

L’intervento terapeutico nei casi di traumi, con l’utilizzo di apposite tecniche come lo Yoga, è stato l’oggetto del workshop tenuto da Cecilia La Rosa del Centro Clinico De Sanctis di Roma.

E’ noto che il trauma porta memorie emotive che si sedimentano nel corpo: basti pensare alle vittime di abuso sessuale che mostrano reazioni fisiche di terrore ed evitamento dei rapporti sessuali. Il corpo si attiva prima, ricorda i traumi del passato prima ancora di raccontare il trauma stesso, per cui è un’utile alleato nel processo di risignificazione mentale dell’esperienza. Da qui l’importanza di un lavoro terapeutico sull’osservazione del corpo: così al paziente si segnalano i movimenti che compie durante il racconto, come l’arretrare quando rievoca uno scippo. E’ prioritario rispetto al racconto provvedere a mettere il paziente in condizioni di “sicurezza nervosa”: qualora l’arousal fosse troppo elevato da impedire il racconto è necessario infatti un trattamento farmacologico per calmare il sistema nervoso autonomo e abilitare le funzioni riflessive e narrative.

Un’attenzione al corpo e ai “segnali” che esso invia, da usare come strumento utile ai fini diagnostici e che ha portato il prof. Scrimali allo sviluppo del MindLAB Set, pensato per operare il monitoraggio di parametri psicofisiologici in ambito psichiatrico e psicologico nel contesto di tecniche di auto-osservazione e psicoeducazione, e all’interno di programmi psicoterapeutici.

Il MindLAB Set è stato ideato e sviluppato per il monitoraggio dell’attività elettrodermica e per fornire un’informazione di ritorno continua al paziente (biofeedback) di tale attività, tramite per esempio informazioni visive sincroniche, relative a quanto sta accadendo nel singolo istante – sottolinea Scrimali – La mia idea è quella di portare le neuroscienze nella stanza di terapia; in quest’ottica è in via di perfezionamento il NeuroLAbset con cui porteremo nella stanza del clinico l’attività elettroencefalografica, in modo da monitorare l’attività del cervello e supportare la diagnosi e l’intervento attraverso le rilevazione dei ritmi cerebrali, come le onde teta, riscontrabili nei casi di psicosi.

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Angela Ganci
Angela Ganci

Psicologia & Psicoterapeuta, Ricercatrice, Giornalista Pubblicista.

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